V068T139                                                                                              V068P175      

[Brano di lettera]                                

                   +                                                                         Anime e Anime                              

Tortona, il 31 marzo 1921.          

Eccellenza Rev.ma,    


Bacio devotamente il S. Anello, e chiedo scusa a Vostra Eccellenza di doverLe comunicare cosa che Le recherà dispiacere.    

Il Sac. Giovanni Tacca non è fatto per le povere Case della Divina Provvidenza dove la vita deve essere vita di fede, di lavoro e di mortificazione.    

Lo provai qui con esito negativo, poscia lo mandai a Cuneo con esito peggio che negativo; e sì che egli stesso confessò di aver avuto l'esempio di buoni Sacerdoti lavoratori e di vita esemplare. Da noi non si può stare a fare il vagabondo e l'ubriacone, dando anche scandalo agli esterni e allontanando le benedizioni di Dio.    

Ho quindi dovuto richiamarlo qui, e gli parlai fraternamente, ma chiarissimamente in Domino, e come fossi in punto di morte.    

Egli ha pianto ma, direi, di dolce commozione per quanto Nostro Signore gli faceva sentire nell'anima, e mi ringraziò, dicendomi che mai nessuno gli aveva parlato così; il che non credo, se altrove ha fatto come qui.    

Ma non si è arreso a cambiar vita, e allora gli dovetti dire di allontanarsi, pur con dolore.  

L'ho assicurato che sarò sempre disposto a riammetterlo qui o altrove purché lasci il vizio del vino e l'ubriachezza, si metta a pregare e a lavorare per le anime.