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[Brano di lettera]
+ Anime e Anime
Tortona, il 31 marzo 1921.
Eccellenza Rev.ma,
Bacio devotamente il S. Anello, e chiedo scusa a Vostra Eccellenza di doverLe comunicare cosa che Le recherà dispiacere.
Il Sac. Giovanni Tacca non è fatto per le povere Case della Divina Provvidenza dove la vita deve essere vita di fede, di lavoro e di mortificazione.
Lo provai qui con esito negativo, poscia lo mandai a Cuneo con esito peggio che negativo; e sì che egli stesso confessò di aver avuto l'esempio di buoni Sacerdoti lavoratori e di vita esemplare. Da noi non si può stare a fare il vagabondo e l'ubriacone, dando anche scandalo agli esterni e allontanando le benedizioni di Dio.
Ho quindi dovuto richiamarlo qui, e gli parlai fraternamente, ma chiarissimamente in Domino, e come fossi in punto di morte.
Egli ha pianto ma, direi, di dolce commozione per quanto Nostro Signore gli faceva sentire nell'anima, e mi ringraziò, dicendomi che mai nessuno gli aveva parlato così; il che non credo, se altrove ha fatto come qui.
Ma non si è arreso a cambiar vita, e allora gli dovetti dire di allontanarsi, pur con dolore.
L'ho assicurato che sarò sempre disposto a riammetterlo qui o altrove purché lasci il vizio del vino e l'ubriachezza, si metta a pregare e a lavorare per le anime.