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Il Vescovo di Noto
A. M. D. G.
19 Giugno 1939.
R. il 26/6
Rev.mo Don Orione,
Le son tanto riconoscente per le buone parole con cui ha voluto Lei stesso rispondere alla mia lettera a D. Sterpi.
Mi è molto dispiaciuto l’averla saputa qui a Noto lo scorso anno senza poterla ossequiare come di dovere.
Si vede però che è il Signore che va conducendo le cose per i Suoi santissimi fini. Vedo già i suoi Figliuoli di nuovo a Noto dove ebbero quasi i primi passi, e non più per il ripristino di quella semplice ed umile missione d’allora, ma per il ripristino vero di un Santuario e la gloria di un Santo che son nel cuore di questo popolo nonostante le vicende di massoneria ed altro che questo popolo ha dovuto passare.
Penso quanto i miei venerati Predecessori penavano per la libertà di quel Santuario senza nulla poter ottenere, dovendo anzi assistere impotenti a sopraffazioni e profanazioni volgari. Alius est qui seminat et alius qui metit, e posso veramente dire di me: alii laboraverunt et vos in labores eorum introistis.
Adesso finalmente si potrà impostare in quei due Eremi il culto vero ed intenso a gloria di San Corrado ed a bene di tutte le anime sue devote che hanno esultato al sentire che finalmente il Santuario è passato al Vescovo e che, appena lo vedranno bene officiato, si moltiplicheranno e moltiplicheranno anche le loro offerte, che, in verità, non son venute mai meno anche quando vedevano sotto i loro occhi la devoluzione di esse ad altri fini.
Penso che là, oltre gli Eremiti, sotto la loro cura potremo mettere un piccolo numero di orfanelli.... di San Corrado o altra opera di carità che il Signore ispirerà a Lei. Le offerte non mancheranno.
L’Eremo superiore è stato in questi ultimi mesi dal Municipio messo tutto a nuovo con pavimenti di cemento etc.
Vi è già costituita una Parrocchia con relativa congrua per il Parroco ed adesso essa è vacante: il Sacerdote stesso che Lei destinerà a Superiore della Casa potrà far da Parroco; si tratta del resto di una Parrocchia che funziona per i villeggianti nei mesi estivi.
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Lasci però che le dica che urge per me il cominciare, perché la gente aspetta di vedere cosa adesso farà il Vescovo.
Son là tre vecchi eremiti semiinvalidi ed a mala pena ho trovato un Canonico della Cattedrale il quale vi si reca qualche volta la settimana da Noto e che mi insiste a volerlo presto esonerare.
Non posso quindi lasciare così il Santuario senza cura e custodia, proprio in questi mesi ed ora che tutta la responsabilità è del Vescovo.
Per questo oserei pregarla che, se dovesse passare molto tempo per il ritorno del Rev.mo Ab. Caronti, voglia - se è possibile e lo crede - mandare per il momento un Padre e qualche fratello, dislocandoli da qualche Casa vicina. Senza dirsi ancora che vengono ad aprire (riaprire) una Casa potrebbero cominciare a vedere e progettare l’impostazione da dare alla cosa.
Prego il Signore per l’intercessione di San Corrado che la illumini sul riguardo e sto in attesa delle sue decisioni.
Mi accorgo a momenti che questa mia prima lettera Le giungerà per S. Luigi.
Le porti gli auguri più fervidi da parte mia e da parte di questa Diocesi che come fu fra le prime, vuole di nuovo ora essere fra le tante che godono i benefici della Sua Opera e che prega quindi per Lei.
Così anche La assicuro delle mie povere preghiere e La prego di volermi Lei stesso raccomandare al Signor assieme a questa cara Diocesi.
La ossequio e me Le professo dev.mo in C. J.
Angelo Calabretta
Ves. di Noto
[Minuta]
Roma, 27 Giugno 1939.
Eccellenza Rev.ma, (Angelo Calabretta, Vesc, Noto)
e
il Signore sia
Le bacio con venerazione il Sacro Anello.
Mi riferisco brevemente alla lettera di V. E. del 19 c.
Sarò ben lieto di modestamente cooperare per la diffusione del culto di S. Corrado, e che si possa svolgere qualche opera di carità.
Pur troppo non potrei darle un Sacerdote, se non nel mese di Agosto, e allora spero sarà già di ritorno il nostro Visitatore Abate Caronti.
Che,
se Egli dovesse tardare, lo manderei provvisoriamente, ritenendo
con qualche fratello ed ho motivo di ritenere che Egli approverà…