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[Da Copia manoscritta]
Tortona, 24 Gennaio 1917
Caro e Venerato Monsignore,
Sono stato assente, e solo oggi mi è dato poterLe rispondere.
Come già Le scrissi, sono disposto ad accettare la Parrocchia di Grottaferrata, perché vi si possa sviluppare un lavoro coordinato con la attigua di San Giuseppe a Poggio Tulliano, e vi manderei, quanto prima, il Sac. Augusto Enrico Contardi di Giuseppe, nato a Montecalvo Versiggia (prov, di Pavia) il 14 Novembre 1885.
Egli è un buon religioso di questa umile Congregazione, e vi fu educato da fanciullo. E ‘stato sempre un angioletto, distintissimo da Chierico e da Sacerdote per pietà e zelo; è anche di ingegno ed insegnò francese.
Il suo stato di servizio, dopo che venne ordinato, è questo: - dieci anni sono, venuto il terremoto di Calabria e di Messina, lo condussi con me su quelle terre devastate, e lo lasciai poi a dirigere la Colonia Agricola professionale di Cassano al Ionio per gli orfani del terremoto, e aveva anche la cura di un celebre Santuario annesso, che egli fece rifiorire.
Vi rimase alcuni anni, meritandosi la stima intera ed unanime dell’attuale Patriarca di Venezia, che era allora Vescovo di Cassano e poi del suo Successore Monsignor Giuseppe Rovetta e di tutte le Autorità, come del popolo.
Dopo il terremoto d’Abruzzo lo chiamai pure ad Avezzano, dove vi fece molto bene, vivendo una vita di non lieve sacrifizio, con edificazione di tutti, e di quel Vescovo dei Marsi Mgr. Pio Bagnoli, confratello di religione al Rev.mo P. Guglielmo Visitatore Apostolico di Grottaferrata.
Fu pure a Reggio Calabria, Superiore dell’Istituto e Chiesa di San Prospero assai stimato da quell’Arcivescovo. È molto attivo nel ministero sacerdotale ma di carattere dolcissimo. Ora si trova sotto le armi qui in Alessandria, dove confessa e predica in parecchi Istituti e si occupa molto di gioventù, stimatissimo da Monsignor Villa, Vicario e da tutti; ansi si vorrebbe che lo lasciassi in Alessandria, destinandolo per la nuova Parrocchia di San Rocco che ci è stata affidata colà .
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Essendo egli della classe '85, doveva essere congedato il 28 di questo mese, ma ora fu sospeso tale congedamento; però ho chiesto già il suo esonero e benché egli sia capo ufficio e sappia che i suoi Superiori metteranno difficoltà per non perderlo sino al definitivo congedo della sua classe, spero che presto sarà a piena nostra disposizione.
Certo Le posso dire, caro Monsignore che sono più di 20 anni che questo figliuolo l’ho con me e non mi ha dato mai un dispiacere, ma molte consolazioni.
Egli è poi di carattere sempre lieto in Domino, mortificatissimo, e non urta mai, e sa ottenere tutto con molto tatto e dolcezza sacerdotale. - Mi pare proprio quindi adatto per cotesta situazione di Grottaferrata, dove vi sono i Basiliani e forse altra Comunità religiosa. Solo chiedo gli sia fatta una posizione netta ab initio, da poter lavorare, e che venga posto nella possibilità di vivere e di convivere con tre altri almeno dei nostri Religiosi in casa separata, e che abbiano locali e mezzi necessari da potere dar vita e sviluppo alle opere parrocchiali sia di indole religiosa e di pietà come di carattere sociale.
E che se hanno bisogno di respirare una boccata d’aria non debbano essere obbligati ad uscire fuori al pubblico o a passeggiare per le strade. A prima vista sembrerà forse, caro Mosignore, che io sia un po’ esigente ma ogni sacrificio ridonderà in fine a vero profitto spirituale e materiale di coteste popolazioni.
Se la lampada della vita religiosa sarà nei confratelli bene alimentata interiormente; se saranno una piccola sì ma una vera e bene ordinata Comunità e un cuor solo e un’anima sola nella carità e alimentati dal vero spirito di Gesù Cristo Signor Nostro usciranno animati e guidati dal Signore e faranno del bene vero e duraturo, a conforto della Santa Chiesa.
Eccole, Rev.mo Mgr la persona che propongo e che la prego di voler presentare quale Parroco effettivo di Grottaferrata sia all’Eminentissimo Signor Cardinale Cassetta, che al Rev.mo Monsignor Lupi.
Al P. Guglielmo scriverò anch’io, e ritengo che egli già conosca il Don Contardi.
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Tuttavia è certo, bene, per tutto che si riferisce ai rapporti tra la Badia e il nuovo Parroco, e a quanto sopra io chiedo quale condizione per accettare in modo definitivo, che Ella voglia parlargliene.
Tanto più che venire ora io a Roma, mentre ci sono stato fino a poco più di una settimana fa, e per più d’un mese, mi riuscirebbe gravoso e quasi impossibile, avendo pure in alta Italia molto e pressante lavoro.
Non lascerò per altro dal mandare da Vossignoria uno dei miei Religiosi, molto ponderato; a lui Ella potrà esporre, e con lui magari intendersi sia col Visitatore Apostolico e intanto appianare difficoltà , se difficoltà vi sono, onde venire ad una più sollecita e definitiva decisione.
E poiché più vado avanti e più sento che con l’orazione si giunge a tutto, e si fanno le cose, così farò pregare e pregherò e se questa combinazione piacerà al Signore, vedrà che andrà .
Sono lieta della sua soddisfazione [per] Don Cesare Pedrini: gli ho scritto confortandolo in Domino.
La ringrazio, caro Monsignore, delle benedizioni che Ella mi prega da Dio: me ne preghi molte e molte! Da parte mia la voglio sempre ricordare nella S. Messa come da qualche giorno vado mettendo sull’altare tanto San Giuseppe agli Squarciarelli, che Grottaferrata.
Pel resto che Ella mi scrive e che mi riferisco alla volontà di Dio sopra di Lei, e alla sua anima; allegro, caro Monsignore, allegro in Domino.
Il Paradiso è nostro! Il Paradiso è nostro! Voglia baciare per me la S. Porpora all’Eminentissimo Cardinal Cassetta e porgere miei ossequi a Monsignor Lupi come al Rev.mo Padre Guglielmo.
Ed Ella mi abbia in osculo X.sti
per aff.mo come un fratello
Sac. Orione