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Anime! Anime!

Rio de Janeiro

- Rua Lopes Quintas 86 (Gavea)

Domenica, 11 Aprile 1937.

Caro Don Cesare,


La grazia del Signore e la Sua pace siano sempre con noi!

Sono tornato jeri da San Paolo, dove mi fermai otto giorni, e sono tornato molto contento di quanto ho veduto, di quanto ho udito dalle Autorità Ecclesiastiche da persone degnissime e dalla bocca stessa del popolo, di quanto hanno fatto di bene e fanno i nostri fratelli colà, Deo gratias!

iHo trovato la tua per avion del 6 corrente, e sono lietissimo di saperti a Lanus, e delle notizie che già mi hai dato, che cioè Carlos e Luis abbiano terminati i Santi Esercizi dei 10 giorni. Direi che sono pure contento che Mendez (dato il cambiamento di indirizzo, che pare si voglia dare a Nueva Pompeia) sia ancora a Lanus.

Se egli dovesse andare da Don Dutto, non ti pare che potrebbe sostituirlo quel giovane Uruguayo, il (così detto) gordo? Vedi un po’ e fa in Domino come crederai meglio.

Vigila su qualche maestrino, che non si attacchi a qualcuno dei ragazzi con sentimentalismo. Se Mendez non dovesse andare a Nueva Pompeia, quasi che penserei di farlo entrare in Noviziato anche lui, ma allora, non potrebbe fare la scuola perché durante il Noviziato, i novizi non possono essere occupati nello studio delle lettere o di altro, né in esteriori uffici; solo possono studiare un’ora al giorno, ma non materie che distraggano dalla loro formazione religiosa.

Tu dovrai aiutarli a compiere e superare bene la prova che essi devono fare, prima di emettere i Santi Voti. Tu devi metterti a fianco dei Novizi, e con cuore di padre in Xsto, li aiuterai a vincere le difficoltà della nuova vita; li consiglierai e li assisterai nel loro sforzo morale per migliorare se stessi, per vincersi e rinnegare se stessi: insegnerai loro a pregare e ad approfittare con ardore della grazia di Dio, che nell’anno della formazione religiosa, pioverà a torrenti nel loro cuore. Prima di tutto dovrai consolidarli nella vocazione religiosa. Vedi che io i due li ho tenuti un anno in prova, e non pochi mesi, anche perché spero molto da codesti due, se corrisponderanno alla grazia insigne della celeste chiamata: saranno pietre di fondamento e guida agli altri argentini.     







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Bisogna, dunque, che tu li consolidi in maniera da escludere nel modo più assoluto, qualsiasi dubbio volontario sulla loro vocazione.

Per quello che io so, e la conoscenza che ho di loro, sia prima che venissero che nell’anno passato con noi, ti dico che tu li puoi assicurare che essi sono nella via, per la quale il Signore li vuole; io, in questo anno, ho fatto uno studio su di loro, e ti ripeto, davanti a Dio, che sono moralmente sicuro della loro vocazione alla Piccola Opera della Divina Provvidenza.

Tu dovrai parlare loro della grandezza della grazia della vocazione religiosa: essa è il più grande benefizio di Dio, dopo il Santo Battesimo. È di una preziosità infinita. È il desiderio della vita perfetta, nella pratica dei Consigli Evangelici, (povertà, castità, obbedienza,) non può venire che da Dio.

Bisogna che siano grati a Dio che li ha chiamati, traendoli fuori dal caos di questo mondo, e mettendoli al sicuro da tanti inganni e da tante occasioni di peccare. Tu prega ognora per essi e provali, e prova il loro spirito e studiali in Domino, sempre confortandoli. Insegna loro a pregare, a meditare, a lavorare in umiltà grande: vedi di guadagnare le loro anime a Dio, alla S. Chiesa, alla Congregazione, riempendo i loro cuori di Dio, di fede, di umiltà, di carità.

Vedi se veramente cerchino Iddio, e se si mostrino pronti all’obbedienza, al rinnegamento del loro amor proprio e alle umiliazioni. Annunzia loro triboli e spine, prove dure e aspre: il sentiero del Calvario, i chiodi, la croce, la morte con Gesù e ai piedi di Gesù Crocifisso. Fa che meditino molto, moltissimo la Passione e Morte di N. Signore, e dì loro frequente che dobbiamo conformare la nostra vita alla vita, passione e morte di Gesù Cristo: solo per la via del Calvario si va al Signore, e conformandoci in tutto a Lui, con la sua grazia, per quanto alla nostra miseria é dato. Dopo un po’ di tempo provali con qualche sofferenza, poi con maggiori sofferenze, poi con umiliazioni, penitenze e pur contumelie: vedi che spalle hanno i loro spiriti e regolati nel caricare e sovraccaricare e alleggerire le loro spalle, e tu sta loro vicino per sorreggerli e dare conforto, per allenarli e tosto correre in aiuto perché , in qualche ora di tenebra, il nemico non li abbatta con la sfiducia a non li vinca, ma esse vincano lui. E dirai loro che in ogni ora, Don Orione li ha presenti, e prega per loro. Li ho messi nelle mani della Santa Madonna e nel Cuore trafitto di Gesù Cristo Crocifisso. Tu darai loro un Orario, ma più che l’Orario, che dovrà essere atteso con ogni     















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diligenza, li educherai alla unione con Dio, all’amore di Dio unitivo, all’amore alla S. Chiesa e al Papa: all’amore alla nostra Congregazione: poi, dall’amore di Dio nascerà e si svolgerà in essi rigoglioso l'amore del prossimo, e del prossimo più bisognoso di fede, di conforto e di pane, - i poveri, i piccoli, i malati, i più abbandonati nostri fratelli in Xsto.

Infondi sempre coraggio, sempre allegria e avanti in Cristo. E una grande, tenerissima divozione alla SS. Vergine.

E fa che non stiano mai, mai oziosi, ma che abbiano un lavoro indefesso, o in un modo o in un altro. - E non si intrattengano più nelle cose del mondo, anche buone, né leggano più i giornali durante il Noviziato.

Iddio ti benedica nel tuo nuovo campo di fatica e di apostolato.

Prega e confida tutto in Dio e nella Madonna SS.ma.

Prego per te, e pregherò ogni dì più.

Ti raccomando poi tutti, e molto, anche gli altri, che saluto e benedico pure di cuore.

Ringrazio degli Auguri Pasquali che ho gradito tanto.

Questi fratelli salutano cordialmente. Tuo in Gesù Cr.

D. Orione Dei Figli della Div. Provv.za


P. S. - Al mio ritorno alcuni Chierici faranno i Santi Esercizi, e poi, prima che io parta, darò loro la consolazione di farli ordinare: tutto è già d’accordo col Visitatore Apostolico - Deo gratias!

Ho già il permesso di poter ritornare in Argentina, se la salute me lo permetterà.

Jeri sono partiti da Napoli in undici: un sacerdote Don Vigo, sei Chierici di Teologia, quattro Suore.

Due Chierici si fermeranno in Brasile; di qui parto il 22 Corrente sul Neptunia, insieme con i nove.


[Per copia conforme D. Lorenzo Nicola]


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