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[Minuta]

         La data


Caro Padre Tessari,

Il Signore sia sempre con noi!


Ho ricevuto le tue carte, la prima è giunta che io non stavo in Victoria.

Capisco che ad Itatì avrai trovato più calore, ma già dicevi saperlo, quando tu stesso hai scelto di venire ad Itatì.

Del resto è un calore asciutto, e non umido come qui: ci stanno gli altri, e molti secolari, bisogna che sappi sopportarlo, e fartene un mezzo di penitenza, - poiché è nulla in paragone di quello che meriteremmo di soffrire pei nostri peccati.

Hai poi il grande vantaggio di trovarti in un Santuario di Maria, dove la tua anima può trovare il più grande conforto.

Tu scrivi che sei in agitazione: caro mio, non in commotione Dominus!

Don Orione non ti ha chiamato quando eri a Nueva Pompeia, appunto perché sapeva che tu eri in tempesta, e che il tuo cuore non era spiritualmente preparato. - Del resto, invece di tenere quel tuo contegno e di menare tanto male la tua lingua, il tuo dovere era di andare tu da lui in persona, o almeno con una umile lettera, perché tu sai bene il male che hai fatto.

Non so come tu abbia l’ardire di lamentarti di lui, che non ha fatto altro che aiutarti da Venezia in poi, e tu comprendi meglio e più che io qui non ti dico.

Questo non lo dico per confonderti, ma perché tu riconosca la carità che il Superiore ha sempre avuta verso di te.

Ancora ora egli sta compiendo a tuo riguardo il suo dovere con tatto e prudenza per non rovinarti; ma ogni pratica vuole il suo tempo, e tanto più il tuo caso, che è molto delicato.

Tu hai bisogno di rientrare in te stesso e di pregare; prega anche per me la SS. Vergine di Itatì, ed io pregherò per te.


Tuo aff.mo in Gesù Cr.