V070T128 V070P157
[Manca l’originale]
Rev.mo Signore,
La sua carissima lettera mi ha fatto cascare, come suol dirsi, dalle nuvole.
Credevo che il Lipari, già riabilitato, celebrasse Messa, mentre invece, anziché celebrare, trovasi di fronte ad un veto abbastanza difficile a superarsi.
Le confesso sinceramente di non aver mai visto così apertamente l’Opera di Dio nella conversione delle anime, quanto in questa del Sacerdote Lipari; e l’aver trovato un angelo di carità nella persona di V. S. senza che se ne offenda la sua modestia, sciogliendo il grave problema della situazione della donna e dei figli, è stata un tratto della Divina Provvidenza, che ha spianato così la via alla grazia.
Queste difficoltà sorte ora, sono senza dubbio, le ultime prove che desidera il Signore, e bisogna che si faccia da tutti a gara perché il demonio non la superi.
Ecco intanto i miei divisamenti. Innanzi tutto debbo dire che la riabilitazione del Lipari è stata affidata a me dal S. Ufficio: “remittenda prudenti arbitrio et coscientia r. p. d. Amministratoris Apostolici Mazariensis” con la sola condizione però che rimanga presso i Salesiani “quatenus Sacerdos Antonius Lipari penes Patres Salesianos maneat, et mulier alio in loco maritus”.
Posto ciò, il Lipari riabilitato starebbe in codesta Diocesi, od anche in altra, non come incardinato, giacché sempre ratione tituli dipenderà dalla giurisdizione di questa Diocesi, ma come prete estraneo, che dimorerebbe costà , o altrove, per ragioni speciali. Sicché la responsabilità