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[Minuta]

Ill.mo Sig. Conte,

Ho meditato sulla Sua lettera, ed ho avuto modo di conferire, su quanto Ella mi scrive, anche con i miei Colleghi.

Io sarei venuto in questo pensiero. Senta: Ella affidi il figlio ci conosce e noi ormai conosciamo il Suo figliuolo, la sua indole e quello che può fare: lo affidi a noi per sempre, noi ne caveremo tutto quel meglio che potremo.

Ma lo terremo caro in Congregazione, come nostro confratello, cercando di ingentilirgli l’animo e di curarlo e averlo caro, vedendo in lui la im un’anima grande capace di una elevazione e di sviluppo consolanti.

Cosa ne dice, caro Sig. Conte?