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Fratello!


Venne la mamma: volea parlare, non poté ... mi guardò e pianse! - Le sue lagrime mi diceano più di qualunque parola, il suo pianto esprimeva l’ambascia del suo cuore che chiedea conforto.

L’anima si conglutinò colla sua, il duolo del cuor mio s’unì al suo pianto! Fratello! - La madre, ch’io vidi piangere, fu da te trafitta nel centro degli affetti ove ha sua sede l’amore d’una madre!-- RIMARGINA, LA CRUDA FERITA!

Non vi ha età, né condizioni veruna che ti sciolga dal dovere di rispettare ed onorare i genitori. Questo dovere è la base della società, questo rispetto è il simbolo del timore di Dio, questo onore è il più evidente segno dell’amore che loro porti.

L’amore dei genitori è sacro quanto l’amore di Dio, il rispetto che loro devi è sì perfetto quanta è la tua venerazione alla legge del Signore.

Ogni uomo deve rispettare il Signore e venerarne i precetti, così ogni figlio deve ubbidire alla natura ed al Signore che gli comanda di onorare, sovvenire e consolare i genitori. Infatti i genitori ti han data la vita, sono i tuoi primi amici, e verso loro sei tenuto nel maggior modo a gratitudine, a rispetto, ad amore, ad indulgenza, a venerazione. Chi dice: Aspetterò a rispettare il padre e la madre quando sarò fuori di casa, va contro la ragione giacché questo è disconvenienza, è scortesia, è stoltezza, è colpa.

Quel figlio che per piacere ad un’altra persona fuori di casa, sia chi si sia, non ha il coraggio di onorare e rispettare i suoi genitori; anzi ha la temerità e l’audacia d’insultare a sua madre, è mente pusillanime, ha peggior cuore di una tigre, è indegno di chiamarsi uomo.

Se sapessi di avere un tale parente, piangerei sul miserando suo stato, ma non potrei compatirlo: sarebbe indegno della mia ed altrui compassione.

E con ragione: chi si fa tristo e severo censore di qualche difetto di sua madre non è degno di compatimento; nella sua azione mostra in se stesso di non essere perfetto. Quel figlio che per rispettare i genitori esige che siano perfetti, è un superbo ed un ingiusto.

Tutti desiderano di essere amati e rispettati, anche tu lo brami, ma dimmi, sei tu forse senza difetti?, sei tu irresponsabile?      














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Ah! fratello, fratello! - minore qual sono, dovrei chiederti scusa di così parlarti, se sotto questo abito venerando che vesto, non palpitasse un cuore che vive della vita de’ suoi cari genitori, che dividendo con i fratelli il gaudio partecipa ai loro disgusti. Un cuore che ammira nei genitori la potestà di Dio e con rispetto la venera; un cuore che amando i fratelli, detesta e sdegna la loro sconoscenza.

Un cuore che a tempo e luogo sorge e sa vendicare l’insulto di un fratello alla madre, col temprarsi a più nobile e santo amore inverso di essa. Un cuore, che non temendo l’ira e la temeraria bile di veruno, saprà sempre combattere la nera e mostruosa ingratitudine di quei figli che invece di benevolenza ed amore, danno ai genitori insulti e lagrime! un cuore, che, con rispetto, saprà por freno a chicchessia osasse vilipendere ed insultare la madre mia.

Se hai cuore, pensa che facesti e che ti proponi di fare: e piangi! Sarà un fratello che dividerà le lagrime col fratello, che ti scrive piangendo perché veramente ti ama! Se l’età e l’inclinazione del tuo cuore ti determinano al matrimonio, invoca il Signore nella scelta di quell’anima che dovrà essere la compagna per tutta la vita: ma ricordati che sono i genitori queglino che del Signore fanno le veci. Essi soli possono darti un buon consiglio su questa scelta, perché, credi a me, non vi sarà mai persona che più di tua madre ti ami. Quelli che ti parlano in una maniera diversa dai genitori, sono le persone che non vogliono il tuo bene, ma il loro; esse cercano la loro utilità e non la felicità della tua vita.

Detesta i loro discorsi, abborri la loro compagnia: questo è il miglior modo di non lordare l’onor tuo e di tua famiglia. Allontanati, se no il peccato attirerà sul tuo capo la maledizione di Dio. Non disgustare i tuoi genitori! Entri nell’anima tua questo mesto pensiero:

- Quei canuti capi che mi stanno dinnanzi, chi sa se fra poco dormiranno nella tomba? -

Ah! finché hai la sorte di vederli, onorali e procaccia loro consolazione nei mali della vecchiaia, che sono tanti!

La loro età, li inclina già troppo a mestizia, non contribuire mai ad attristarli! Fa che la tu vista la rianimi e li rallegri. Ricordati, fratello, che le benedizioni d’un padre e d’una madre, per un figlio riconoscente sono sempre sancite da Dio.      














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Non desidero risposta basta che mi risponda il tuo cuore generoso, della madre mia. La pace del Signore Addio.

Tuo fratello


Chierico Luigi Orione di Gesù


Di Seminario - Tortona 8 aprile 1890.