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                  +                                                                                 V. GG. M. D. Bosco!

Augusto mio,

Mi ricordasti la morte del Padre nostro, fratello! quanto è dolce e soave il ricordo di un padre.... Don Bosco!... e perché il cuor mio non si scioglie in pianto in pensando a quegli che mi fu benefattore, al padre che avviò l’incauto mio piede pe’ sentieri del sapere e della virtù? Che più volte mi strinse al suo petto, quando a Lui mi confessavo? Le mie lagrime bagnarono le sue guance, mi sentiva tutto infuocato… Oh sì! se provai un non so che di celeste anche in questa valle di pianto, tutto sai, tutto lo debbo a Don Bosco. Appresso al santo avello nel giorno dell’anniversario pregalo pel fratello tuo, - digli che ancora l’amo, che mi voglio far santo per essergli degno figlio, digli... oh! tutto digli; offrigli tu per me ancora una volta questo cuore e questa vita; la consacri Egli a Dio. Non posso trovarmi, come nel decorso anno, a rendergli un manifesto tributo del figliale mio amore; ma tu deponi questa lettera su quella tomba essa è bagnata, bacia l’effigie sua: baciala e spargivi per me una lagrima!

Mi sento ora in dovere di esprimerti un pensiero di non poca importanza: ascolta e ponderalo. -- Augusto mio, saprai che…vederti nel prossimo anno in Seminario. Attento bene al grande passo che sarai per fare. Se non ti sentissi chiamato, per carità! non farti prete: meglio la morte, che sacerdote scandaloso. Che se poi ancor senti la vocazione allo stato ecclesiastico, come finora dimostrasti, pensa se devi renderti prete in Diocesi od in congregazione, o in qualche altra religione. Consigliati col tuo confessore: pensavi molto e pensavi bene. Sai inoltre che devi fare? Apri al Signor D. Berto tutto il cuor tuo... ma prima di lasciar l’Oratorio, innanzi di abbandonare Don Bosco per entrare in Seminario fatti certo - fatti certo se Iddio a questo stato ti chiama.

Colla preghiera e con i consigli, intimamente persuaso che il Signore ti vuole in quello stato, in cui senti che ti vorresti trovare al punto di morte; proponi di abbracciarlo e di non lasciarti smuovere da vana velleità di mutare, di persistere ad ogni costo: ne vada la vita. Se, come mi hai manifestato, il Signore ti ha largita una speciale e preziosa vocazione deh! te ne prego, non rigettarla, sforzati di corrispondervi e non badare ai parenti.     















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I congiunti ed i genitori sono un grande ostacolo in materia di vocazione qual è la tua: essi, non lo so, non te lo permetteranno giammai; ma ricordati che chi chiama è Dio, e se Egli ti chiama, resisti [Egli ti] somministrerà la necessaria forza per vincere. Io ti consiglierei; se, come ti dissi, ancora nutri il vivo desiderio di cui nelle scorse vacanze mi parlasti, di tacere affatto coi parenti di ciò che in te senti, poscia, questa primavera, ti manderò io una lettera, in cui, scusandoti di voler continuare gli studi costì fatti, ti faciliterai la via per giungere al tuo santo fine.

A qualunque stato religioso Iddio ti chiami, sappi che per essere sacerdote secondo il cuore di Dio a Lui solo deve tendere ogni nostro sospiro, e la vita di Cristo deve esser la sola regola del viver nostro. A nulla ti gioverà l’abbracciare la carriera ecclesiastica, se avanti a Dio non ti solleverai dalla sfera de’ più , né il cuor tuo deve appagarsi della semplice apparenza. Fratello mio, ci vuole santità e santità di opere, né io pr ed il raggiungere la santità senza aver il cuore infiammato di amore divino e senza camminare sulle orme di Cristo: è assolutamente impossibile. Né questo ti sgomenti; la santità non vive solo nei deserti né solo si acquista con grandi penitenze.

Tu pure sarai santo qualora il voglia e con ben poco. Sforzati di fare con perfezione anche i più minimi tuoi doveri e [non di semb]rar singolare, ma di esserlo: di fare cioè per Dio e con ogni perfezione ciò che suol farsi per abitudine; di far poco, ma di farlo bene. Per te, sta certo prego, non essere peròavaro nel ricambiarmene. Continua nella visita a Sant’Anna e falla pel tuo fratello... Quell’altare sai, oh se mi è caro!... Sovra quella sacra mensa, due anni or sono, alcuni amatissimi miei condiscepoli sacrificavano la loro vita pel moribondo D. Bosco, ed io aveva la consolazione di servire a quella S. Messa in cui si offriva a Dio la vita pel più caro de’ padri.

Mi hai parlato dell’Assunta, sì spero di venire... ma non c'è più di carta in bianco e dovrei dirti ancora tante cose. Ma già non passeremo più le vacanze assieme, mi spiegherò in un’altra mia. Favorisci di mandare a Tallacchina a Foglizzo un biglietto e domandargli se ha ricevuto o no la mia lettera di risposta. Nel rispondermi mandai la sua risposta.

Pel 1° Marzo verrà Pietro accompagnato dal padre, ricordati di consolarlo nel miglior modo, insomma fa tu la parte mia.      
















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Riveriscimi tanto tanto il Signor D. Berto, digli che non posso per ora rispondere, ma appena sarà possibile, digli che lessi e piansi! Riveriscimi il Signor D. Trione, sia proprio e salutandomi Sala digli... Ma basta: addio adunque, sta sempre buono, scrivimi

ed in G. C. [aff.mo fra]tello


Orione L.

Di Seminario il 28 Genn. 1890