V070T202 V070P211
[Manca l’originale]
[1890 - '92]
Stamattina prostrato all’altare
Per te, Mamma, pregava il buon Dio
Quando vidi a me innanzi volto
Sorridente d’amor l’angelo mio
E una rosa porgendomi e un giglio
Benedisse alla Madre e al Figlio
Del giardino del cielo sono fiori
che di Lima la Rosa t’invia
l’angiol disse a fra cento fulgori
m’additò poi dei Santi la via.
Vidi il cielo e fra l’altro ravviso
per te un trono lassù in Paradiso
Non mi dite che bello é l’azzurro
e leggiadro è il rubino dell’onda
non mi dite che l’alma al sussurro
di dolcezza soave s'inonda
non v’ha lingua che al vero vanti
le bellezze che brillan nel cielo.
Vidi in Dio virginei cori
ch’intessavan corone di fiori
e dall’angiol splendente qual sole
mi fur volte ancor queste parole:
“Tai ghirlande ingemmate di stelle
cingeranno le tue sorelle
Pel Papa lassù in cielo s’attende
a un gran trono che d’oro risplende
e la mamma l’attende Maria
che ridendo a me innanzi venia
A lei porsi la rosa e il giglio
giacché m’ama e mi veglia qua[l figlio.]
Gradì il dono la Vergin Regina
e stendendo la mano divina:
Benedico alla Mamma ed ai figli,
a Lei rosa e a voi Vergini i figli.
Benedico alla mamma e le svelo che l’attendo con me lassù in cielo.
Chi sei tu che dall’ombra del tempio
ove fosti novel Samuel
sorridendo d’amor ti contemplo
V070P212
quale giglio su candido stel
Non mi dican che bello è l’azzurro
e leggiadro è il rubino dell’onda
Non mi dican che l’alma al sussurro
di dolcezza soave s’inonda
la bellezza che brillati in viso
mi dà il bello del Paradiso.