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[Autografo di Don Orione per terzi]

                            I. M. I.                                                                        +

Ill.mo e Rev.mo D. Carlo Pavione,

Eccole le mie osservazioni.

Ho ceduto a Don Orione, che ha accettato come da lettera del Rev.mo Can.co D. Olivati mi venne notificato il 28 / 10, quanto a me può spettare sul Castello di Mornico, a queste condizioni: - che mi sia rifuso il denaro che io ho impiegato nella compera del Castello e mi sia retribuito, se non l’opera, almeno il guadagno fatto e colla celebrazione delle messe, predicazione ed altro dato sempre a favore della Casa per ben quattro anni compiti.

Il primo denaro Le potrà risultare da nota che é in mano di Don Orione, avvertendola che desidero che a questo denaro siano inserite L. 1000 prese da me dal Rev.mo D. Bottaro per pagare residui di debiti lasciati per i lavori del Castello come potrà vederne nota che è pure nelle mani di Don Orione; la somma del secondo denaro la lascio libera per la determinazione alla prudenza di V. Sig. e di chi la coadiuverà, osservandole che questo denaro son costretto a domandarlo per mettermi almeno a posto e poter dare da mangiare a’ miei uomini, perché dal primo denaro cioè di quello che è stato impiegato per la compera del Castello non ne sono padrone e non ne posso disporre, ma debbo rimetterlo a quelli dai quali l’ebbi.

E questo è il motivo per cui propongo a Don Orione che faccia l’imprestito da qualche privata persona, perché io non posso promettergli dilazione di denaro che non è mio, e anche perché, facendo la rinuncia di quanto a me spetta sul Castello, debbo togliere ogni mio diritto; e non solo debbo, ma anche voglio, perché mi sia anche tolta ogni responsabilità di una cosa a cui più non appartengo per l’amministrazione.

Dalle due diverse carte che Le presenterà Don Orione vedrà la mia gestione a Mornico dal primo Ottobre 1896 a tutto oggi. Risulterà da esse un debito di lire 1400 circa; ma io Le posso assicurare che questo debito per niente esiste e calcolato quello che è in cassa, già in casa e i crediti, quasi totalmente scompare. Di più se a Mornico non vi fossero state passività lasciate dai lavori di restauro, dai giovani di Tortona che hanno qui passate le vacanze e dalle spese del primo anno di Collegio, non sarebbe per certo comparso passivo, come posso assicurare non sarà per l’avvenire tanto più che vien ceduto a     











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beneficio del Collegio il pingue beneficio di Don Domenico, e adiacente al Collegio è stata piantata una vigna di mille e trecento barbatelle e pel numero crescente di giovani.

Faccio poi osservare che l’anno scorso gli interessi, la ricchezza mobile, le imposte ecc. furono quasi tutte pagate da me solo quindi in quest’anno scolastico per i primi di aprile non vorrei avere io più alcun dovere.

Ho promesso poi di rimanere alla direzione del Collegio fino al primo Marzo, sperando però di essere aiutato da un assistente e da un maestro, mentre invece mi trovo ancor solo; per cui debbo domandare che mi si accorci la mia dimora qui, perché certo dovendo aprire alla Malaspina pel 1° Marzo, anzi essendo già fin d’ora al possesso, dovrei qualche volta, anzi spesso, correre colà a dare disposizioni, il che non potrò fare se rimarrò nella presente condizione; quindi o cessione al primo gennaio o aiuto.

Io però desidererei di allontanarmi il primo gennaio e perché é appunto da questo periodo che comincia il secondo trimestre e perché il beneficio di Don Domenico Mugni si cederebbe per detto tempo.

Però decida secondo la comodità di D Orione


Di Mornico li 6 / 12 - '97.


Sac. Paolo Albera