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[Minuta - da copia manoscritta, vi sono correzioni ed aggiunte autografe di Don Orione]

Giunto qui il 2 c. m. per assumere provvisoriamente la Direzione della Casa Famiglia "Giostra", mi sono presentato al Sig.r Segretario del Sotto-Comitato.

Dal quale fui Da lui sono stato informato della situazione dell'Istituto con una breve, ma chiara racconto esposizione dei fatti che condussero l'ex Direttore e l'Assistente ad abbandonare la Congregazione l'Istituto stesso.

Mi chiamò che già I fautori principali del grave atto di insubbordinazione, commesso dagli alunni, sono stati allontanati, lasciando al mio giudizio ulteriori necessarie espulsioni dimissioni di orfani.

Dallo stesso Sig.r Segretario fui poi presentato al Sig.r Presidente, Avv. Pirrotta, il quale non fece che ripetermi il racconto della crisi passata, notando però mi fece notare che gli sarebbe assai rincresciuto le si da se si fosse dovuto chiudere l’istituto la Casa Famiglia.

Da ambedue fui assicurato del loro appoggio ed aiuto in ogni bisogno.

La sera, dal entrai alla Direzione della Giostra, accompagnato ancora dal Sig.r Segretario, il quale mi fece visitare dei nella visita ai locali, facendomi mi fece notare i bisogni di restauri del locale stesso.

Alla Al ritorno dal lavoro, vidi i giovani; i quali mi si dimostrarono rispettosi. ma poco disciplinati Dopo cena li feci chiamai uno per individualmente in Direzione, per conoscerli e farmi conoscere.

Presi nota dei loro desiderata, e delle loro lagnanze, promettendo il mio interessamento a loro riguardo, in ogni cosa che fosse trovata ragionevole.

Come frutto delle osservazioni che ebbi modo di fare in questi primi pochi giorni di direzione, sento il dovere di esporre quanto segue:

Riguardo alla disciplina, pur tenendo conto della vita che i giovani conducono per la maggior parte della giornata, fuori dell'istituto, trovo che essa lascia molto molto a desiderare; in fatti, secondo l'orario non si esigeva mai il silenzio eccettoché nella notte: non hanno l'abitudine di mettersi ordinati in fila per le varie operazioni necessarie, e i giovani considerano l'istituto come un albergo, al quale hanno diritto: ci stanno per pura convenienza, non affatto per amore.

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Si chiama Casa Famiglia, ma tutto c'è eccetto che l'unione morale e la vita di amore e di onesto vivere civile ed educato proprio di una vera famiglia.

Quanto a moralità il Marabotto mi disse che è peggio di una caserma di soldati.

Moralità. - Un gravissimo inconveniente ho notato a questo riguardo per la disparata età degli orfani il quali, secondo me, non dovrebbero avere meno di quindici quattordici anni. per essere accettati in questo istituto

Il contatto continuo che gli alunni hanno nelle officine con giovani delle officine spesso corrotti delle officine nel più grave doloroso senso della parola, rende il compito morale del Direttore di una gravezza grave importanza.

Noto quindi che parecchi alunni si rendono qualche volta troppo liberi nel parlare.

Ripresi, qualche volta perché cantavano canzonette poco modeste decenti, se ne meravigliavano, come pure si meravigliò un giovane perché gli ritirai un libro immorale, dicendo che prima non erano osservati ripresi conessi ripresi, per queste simili mancanze.

I giovani sono ora 24, dei quali due studenti, uno che già fece le tecniche a San Remo, e l'altro che vorrebbe fare le tecniche. Ce né‚ uno di undici anni che dovrebbe ancora frequentare le elementari non tutti sabato consegnarono le paghe; ora

Tutti vanno al lavoro, eccetto due, uno malato, D'Andrea che ha l'asma, e non può fare lavori faticosi, l'altro è il Ferrara venuto da un Istituto di Modena, e vuole studiare.

   Fui due altre volte dal Presidente. Ci stanno per convenienza non per amore.

   Non hanno modo di essere occupati: promisi loro di fare scuola di qualche materia che li avesse ajutati per la loro arte.

La domenica avevano una libera uscita ciascuno per conto loro:  questa domenica avranno una passeggiata collettiva insieme con me.