V071T018 V071P025
[Minuta - da copia manoscritta, vi sono correzioni ed aggiunte autografe di Don Orione]
Giunto qui il 2 c. m. per assumere provvisoriamente la Direzione della Casa Famiglia "Giostra", mi sono presentato al Sig.r Segretario del Sotto-Comitato.
Dal
quale fui
Da lui sono stato informato
della situazione dell'Istituto con una breve,
ma chiara
racconto
esposizione
dei fatti che condussero
l'ex
Direttore
e l'Assistente ad
abbandonare
la
Congregazione
l'Istituto stesso.
Mi
chiamò che già
I fautori
principali del grave atto di insubbordinazione,
commesso
dagli alunni,
sono stati
allontanati, lasciando al mio giudizio ulteriori necessarie
espulsioni
dimissioni di orfani.
Dallo
stesso Sig.r Segretario fui poi presentato al Sig.r Presidente,
Avv. Pirrotta,
il
quale
non fece che ripetermi il racconto della crisi passata, notando
però
mi fece notare
che
gli sarebbe
assai
rincresciuto
le
si da
se
si fosse dovuto chiudere
l’istituto
la
Casa Famiglia.
Da ambedue fui assicurato del loro appoggio ed aiuto in ogni bisogno.
La
sera, dal
entrai
alla Direzione della Giostra, accompagnato ancora dal Sig.r
Segretario, il quale mi
fece visitare dei
nella
visita
ai locali,
facendomi
mi fece notare
i
bisogni
di restauri del locale stesso.
Alla
Al
ritorno dal lavoro, vidi i giovani; i quali mi si dimostrarono
rispettosi.
ma
poco disciplinati
Dopo
cena li
feci
chiamai
uno
per
individualmente
in Direzione, per
conoscerli
e farmi conoscere.
Presi nota dei loro desiderata, e delle loro lagnanze, promettendo il mio interessamento a loro riguardo, in ogni cosa che fosse trovata ragionevole.
Come frutto delle osservazioni che ebbi modo di fare in questi primi pochi giorni di direzione, sento il dovere di esporre quanto segue:
Riguardo
alla disciplina, pur tenendo conto della vita che i giovani conducono
per la maggior parte della giornata, fuori dell'istituto, trovo che
essa lascia molto
molto a
desiderare;
in fatti, secondo l'orario non si
esigeva
mai il
silenzio
eccettoché nella
notte:
non
hanno l'abitudine di mettersi ordinati
in
fila
per
le varie operazioni necessarie, e i
giovani
considerano l'istituto come un albergo, al quale hanno diritto:
ci stanno per
pura
convenienza,
non affatto per amore.
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Si
chiama Casa Famiglia, ma tutto c'è eccetto che l'unione morale e la
vita di amore e di onesto vivere civile ed
educato
proprio di una vera famiglia.
Quanto
a moralità il Marabotto mi disse che è peggio di una caserma di
soldati.
Moralità.
- Un gravissimo inconveniente ho notato a questo riguardo per la
disparata
età degli
orfani il
quali, secondo me, non dovrebbero avere meno di
quindici
quattordici anni.
per
essere accettati in questo istituto
Il
contatto continuo che gli alunni hanno
nelle
officine
con
giovani
delle officine spesso
corrotti
delle
officine
nel
più
grave
doloroso senso
della parola, rende il compito
morale
del Direttore di
una
gravezza
grave
importanza.
Noto quindi che parecchi alunni si rendono qualche volta troppo liberi nel parlare.
Ripresi,
qualche
volta
perché
cantavano canzonette poco
modeste
decenti,
se ne meravigliavano, come pure si meravigliò un giovane perché gli
ritirai un libro immorale,
dicendo
che prima non erano
osservati
ripresi conessi
ripresi, per
queste
simili
mancanze.
I
giovani sono ora 24, dei quali due studenti, uno che già fece le
tecniche a San Remo, e l'altro che vorrebbe fare le tecniche. Ce né‚
uno di undici anni che dovrebbe ancora frequentare le elementari non
tutti sabato consegnarono le paghe; ora
Tutti
vanno al lavoro, eccetto due, uno malato, D'Andrea che ha l'asma, e
non può fare lavori faticosi, l'altro è il Ferrara venuto da un
Istituto di Modena, e vuole studiare.
Fui
due altre volte dal Presidente. Ci stanno per convenienza non per
amore.
Non
hanno modo di essere occupati: promisi loro di fare scuola di qualche
materia che li avesse ajutati per la loro arte.
La
domenica avevano una libera uscita ciascuno per conto loro: questa
domenica avranno una passeggiata collettiva insieme con me.