V071T049 V071P060
Congregazione di Carità di Venezia
Istituto Manin Maschile
Scuole professionali - Venezia
Direzione
Venezia lì 2 Dicembre 1924
+ Anime e Anime!
Nobile Signora,
La ringrazio, la pace e i celesti conforti che dà il Signore siano con Lei e con i Suoi Cari!
Ho ricevuto a Tortona la lettera di Vostra Signoria, e la ho gradita assai insieme con i ricordi del compianto Sig.r Conte, Suo Zio. Di tutto La ringrazio. Quanto ai ricordi, se potesse favorirmene ancora una decina almeno, mi farebbe cosa desiderata.
È vero che qui ai miei Sacerdoti di Venezia ci ha pensato a dar li la di Lei sorella Madre Collio, ma vi sono parecchi Istituti che ne resterebbero senza.
V071P061
Però neanche vorrei che Ella ne privasse persone care al Sig.r Conte. Insomma, Le sarò tenuto se potrà, senza disagio, inviarmene a Tortona alcuni altri.
Le ho fatto mandare qualche foglietto dell'Opera della Divina Provvidenza, e ne ho promesso qualcuno anche alla Sorella Sua di qui. Sono giunto a Venezia dopo la mezzanotte e stamattina, detta la Messa, e prima ancora di andare da Sua Eminenza il Card. Patriarca sono andato dalle Dame del Sacro Cuore. Mi pareva un vero dovere. E mi sono trattenuto per forse più di un'ora con quella buona figliuola, che è veramente una Religiosa di ottimo spirito. - E ho cercato nel Signore di confortarla, quantunque non ne avesse bisogno, tanta è la Sua uniformità e rassegnazione alla santa volontà del Signore.
Abbiamo parlato del caro defunto, e, benché Essa fosse stata di tutto informata, pure sono lieto che la bontà di Dio ha dato a me di poter venire in persona a soddisfare ad ogni santo desiderio di Essa, e a dirle in ogni particolare la preziosa morte del povero Sig.r Conte; dico povero nel senso più dolce e cristiano, che Egli diversamente, era ricco di fede e di amore di Dio molto più che non fosse umanamente di sostanze.
A Madre Teresa, come già dall'anno scorso avevo in segreto manifestato che il Loro Zio era ormai come un vero Religioso, legato tutto a Nostro Signore e alla Santa Chiesa di Gesù Cristo, così stamattina Le ho detto a che scopo dovranno servire quelle
L......, che Egli ha lasciato per me. Esse vanno per le Missioni che tengo in Brasile, dove è morto missionario il P. Augusto, perché, dove il Fratello si è fatto vittima di carità, la memoria di Lui resti in benedizione. Egli ebbe sempre pel P. Augusto come una venerazione, e lo ricordò anche su quel letto di morte. Il Conte era devotissimo della Compagnia di Gesù per mille motivi, ma anche perché ad Essa era appartenuto il fratello
Augusto. Così era felice di avere una Nepote Suora, e tra le Dame del S. Cuore.
Il Conte aveva pel Cuore di Gesù specialissima divozione. - Quando si trattò di dare il nome all'Istituto di Castello, io lo interpellai, e fu Lui a chiamarlo Istituto del Sacro Cuore per Artigianelli. Tante e tante cose belle e sante del Sig.r Conte non si sanno, e molte non si sapranno che in Paradiso; ma io non so se la Santa Sede abbia avuto un soldato più fedele e un servitore più devoto.
V071P062
Ella, Signora Contessa, mi offre intenzioni di S. Messe a suffragio di Lui; Le sono tenuto come a una carità: parecchi miei Sacerdoti non hanno applicazioni di Messe.
Noi non essendo preti diocesani, e non avendo che qualche parrocchia, restiamo senza applicazioni, perché i Vescovi, ed hanno ragione, prima le danno ai loro preti, e noi non osiamo chiedere: prendiamo quelle che la Divina Provvidenza manda.
Fra non molto sarò a Roma. Ella mi farà conoscere quando è che desidera che io faccia il giuramento che lo Zio Suo ha dato a Lei metà della somma che era alla Banca di Roma, che io, per la verità, ne farò anche mille di giuramenti.
Ella Sig.ra Contessa, veda pure, per il più alto bene della concordia e unione di cuori, di addivenire (se sotto ogni riguardo sarà possibile) ad un accomodamento che sia equo, ma quanto ad Alberto, se ne stia tranquilla che né lui né Angelo mi pare poterLe dire che non saranno scritti nel libro dei morti che di qua a molti anni, e Iddio li benedirà tutti e Due.
Ella si tranquillizzi, Le dico in Domino, e veda di conservarsi per essi e per la Sua figliuola, e viva piena di confidenza nel Signore.
Ora Le do una buona notizia - qualche giorno dopo ricevuta la Sua lettera, me ne giunse una della Contessa Caterina, - una buona lettera. Era scritta qualche giorno innanzi del funerale della Trigesima, ed essa mi invitava a S. Severino e a casa sua per quel giorno.
Solo spedì la lettera a Roma, dove non ero, e da Roma me la rimandarono a Tortona, e così mi giunse con tanto ritardo. Evidentemente m'è parso di notare in quella lettera un desiderio in essa di parlarmi, perché insisteva ad invitarmi da Essa.
In questi giorni Le risponderò scusandomi, e non lascerò dal dirLe una buona parola nel Signore, perché Essa addivenga ad un accomodamento. Non le scrivo da Venezia affinché non abbia a supporre che lo faccia per ispirazione di questa Loro Sorella Religiosa. Se Ella, Sig.ra Contessa, avesse a scrivermi, indirizzi a Tortona, dove sanno sempre ove sono.
Domani sera, se Dio mi dà grazia, spero di essere a Modena e posdomani a Imola. Poi vado a Genova, Sanremo e Tortona, - dove sarò lunedì per l'Immacolata.
Che la dolcissima e tenerissima Madre del Signore, sia la Sua consolazione e la Guida celeste dei Suoi Figliuoli. La devozione a Maria Santissima è mirabile a rassicurare e confortare le anime. Coraggio dunque nella Madonna! Ave Maria, e avanti con umile fiducia nel Signore.
La benedico in Gesù Cristo con tutti i Suoi Cari.
Dev.mo servitore
Sac. Luigi Orione d. D. P.