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Tranquilli Secondino

Pescina, 29 Luglio 1918.

Caro Don Orione,

vi scrive Tranquilli e non vi chiede il favore di leggerlo, perché n'è sicuro.

Non so che cosa dire. Se non avessi riguardato sempre il vostro tempo come prezioso vi racconterei ciò che m'è accaduto da quando venni via da San Prospero.

Voi che dalla conoscenza di un'anima potete arguire quali saranno le sue sorti in dati casi, (e conoscete la mia anima e sapete che mi son trovato solo, che a volte ho patito la fame, a volte il freddo), potete immaginare che cosa io sia diventato.

Poiché malgrado certe ombre e certe incoerenze, voi non potete negare che io sia sincero parlando di me.

Oh perdonatemi, padre!

Ecco che parlandovi di nuovo, io non sono coerente: io credo, (lo credono tutti che mi conoscono), di essere socialista e dianzi vi ho parlato di anima e di perdono!

Ah preferisco essere un materialista incoerente, ché quando, giorni fa, riandavo con la mente i capisaldi del marxismo, e mi intrattenni sui fini ultimi dell'uomo e della società, sentii tanto gelo, tanta desolazione e con terrore m'accorsi (ah! che materialista!) m'accorsi che la mia nuova fede mi avrebbe senz'altro condotto al suicidio appena che un dispiacere un po’ forte m'avesse percosso.

Temevo il bivio ed ecco che vi sono sospeso ed ho paura.

" In certi casi della vita si salva soltanto chi ha un figlio, chi ha un padre, o chi crede in una vita ventura."

Mi sono ricordato che un giorno voi scrivendomi mi chiamavate figlio ed io, padre.

Ho ricercato tra le mie carte le vostre lettere e le ho rilette tutte ed ho pensato tanto, ed ho sentito sempre più in me, nella parte più profonda di me, il gelo, ed ecco che vi scrivo e tremo.

Padre, la mia salute è rovinata, i miei studi sono rovinati, io voglio ancora riedificare, riedificare, riedificare!

Aiutatemi!

Ripetetemi le parole della speranza, riconducetemi alle acque vive della vita.

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Nell'immenso gregge che vi precede, curate la pecorella che barcolla sui limiti del precipizio.

Oh aiutatemi! Mandatemi lontano da questo clima che mi ha rovinato la salute, da quest'ambiente che mi ha rovinato gli studi: dove è caldo, dov'è quiete.

Non sono credente, non mi mandate tra fedeli; non sono miscredente. Vorrei essere scettico e non posso: il mio pensiero non vuole dubbi, non vuole essere indifferente.

Ma nello sforzo gli manca il coraggio.

Tronco qui, ché vi annoio. Un'ultima grazia: credetemi.

Saluti come una volta

Vostro

Secondino Tarquilli

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[Minuta - autografo di Don Orione]

.....per rinserrarmi a una più alta visione de la vita e considerare gli avvenimenti da un punto più eccelso, da dove appariranno, è vero, un po’ più piccoli di dimensioni, ma se ne scorge anche le supreme vette oltre le terrene basi. - Dà una forma netta e precisa a quanto hai in animo di fare, attento ai malsani contatti intellettuali; leggimi col cuore e non cogli occhi.

Tu sei per me un interrogativo, che ogni giorno diventa per me più grande e impressionante.

Molte ragioni non mi permettono di darvi una risposta.

Tu hai davanti un gran bivio - un tremendo bivio - con un'idea molto eletta della vita.

Tu dici io non sono più quello...-- (vedi p. 101*)