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[Per la Madonna Da A. l, - la Opera della Divina Provvidenza
Tortona Maggio e Giugno 1911]
Il nostro pellegrinaggio alla Madonna SS. di Caravaggio
Il 26 dello scorso Maggio verso le sei del mattino un lungo treno partiva dalla nostra Tortona diretto a Caravaggio.
Erano centinaia e centinaia di divoti Pellegrini che colla benedizione di Sua Eccellenza Monsignor Vescovo, guidati dai Reverendi Parroci venivano da ogni paese delle vallate della Scrivia, del Grue e fino dalla lontana Borbera, ed erano diretti a venerare la Vergine SS. apparsa nel 1432 su quel di Caravaggio vicino a Cremona. A Voghera il treno si raddoppiò, poiché là erano già pronti che aspettavano altre centinaia di Pellegrini
delle vallate del Curone, della Staffora e fino della Trebbia.
Preghiere e lieti cantici risuonarono lungo il tragitto.
Ma lasciamo la narrazione al corrispondente del "Popolo" che volle fare il resoconto del Pellegrinaggio.
Scrive pertanto il "Popolo":
Pellegrinaggio diocesano a Caravaggio
Esito trionfale.
È con la più viva compiacenza, che scriviamo queste parole care, le quali corrispondono alla verità.
Il nostro Pellegrinaggio Diocesano alla Madonna di Caravaggio ebbe un esito veramente trionfale, superiore di certo alla legittima aspettativa dell'organizzatore Don Luigi Orione.
Ci perdoni l'illustre Monsignore se noi lo chiamiamo ancor oggi semplicemente così: Don Orione, come l'abbiamo chiamato nella nostra giovinezza, e come suole ancora chiamarlo tutto il popolo nostro, che lo conosce, lo ama, lo venera.
Furono circa mille e cinquecento i pellegrini, che dai più remoti angoli della Diocesi risposero all'appello di Don Orione.
È certo uno spettacolo consolante in questi tempi di tanta indifferenza religiosa il vedere una moltitudine così grande di gente d'ogni condizione ed età recarsi in devoto pellegrinaggio al Santuario della Madonna, non curando i disagi di un lungo viaggio e vincendo non lievi sacrifici.
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A Caravaggio
La banda civica ci aspettava alla Stazione per accompagnarci ai piedi della Madonna, dove ricevemmo le più festose accoglienze dai Sacerdoti addetti al Santuario.
Don Orione salì tosto l'altare che s'innalza maestoso nel centro della basilica, protetto dalla cupola superba ricca di ori, di gemme, di marmi, per cantare la Messa solenne. I nostri Pellegrini a stento si inoltrarono nella calca ondeggiante e tumultuosa, che già stipava il Santuario immenso, per assistere al divino Sacrificio, che per loro s'innalzava a Dio Padre Onnipotente.
La nostra permanenza a Caravaggio segnò per noi una vita di spirito intensa.
Colà non basta più la bella divozione raccolta e quieta, che
si esterna in altri celebrati Santuari. A Caravaggio la fede prorompe dal petto di migliaia e migliaia di Pellegrini tumultuosa, solenne, fortemente sentita, come un fiume straripante, a strappare, quasi con dolce violenza, dalle mani della Madonna Santa le sue grazie e benedizioni.
E la Madonna sorride in un trionfo di ceri e di ricchezze a tutta quella folla di suoi devoti, che Le passa dinanzi in un moto convulso pregando, piangendo, gridando.
Ed altri benedice, altri esaudisce, e tutti consola di vere consolazioni soavi.
IL ritorno.
Sabato mattina dopo la S. Messa, celebrata per noi dal Rev.mo Canonico P. Alessandro Guffanti, dopo il discorso detto con calore ed unzione dal Prevosto Don Balduzzi di Casei Gerola, Don Orione sale sul pulpito per gli ultimi avvisi e ricordi ai pellegrini, e quindi si pone alla testa del pellegrinaggio e noi si ritorna con nel cuore un colmo di affetti cari e di preziosi proponimenti.
A Treviglio si ridiscende dal treno per venerare la Madonna del Pianto, e sentire da Don Orione uno di quei suoi discorsi, che inondano l'animo di fede e di entusiasmi.
A Milano ci si prepara una gradita sorpresa. Mentre si stava raccolti sotto le volte del Duomo meraviglioso, ecco apparire l'Eminentissimo Cardinale Arcivescovo, accompagnato da Don Orione e da altri Sacerdoti, il quale dal pulpito rivolse ai pellegrini la sua parola improntata a grande praticità, stabilendo un indovinatissimo parallelo tra la Madonna della Fonte a Caravaggio e la Madonna dell’Albero a Milano.
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Alle due si riparte: e dopo una corsa sfrenata attraverso la ubertosa campagna lombarda, mai conturbata dal più lieve incidente, il treno riversa alle stazioni di Bressana, Lungavilla, Voghera, Pontecurone e Tortona, tutta quella fiumana di popolo devoto che aveva portato a Caravaggio.
Ade
Ed ora che aggiungeremo noi?
Innanzi tutto siano lode e grazie al Signore e alla Madonna SS. per quel poco di bene che si è potuto fare.
Uno speciale ringraziamento vada ai quei Rev.di Sacerdoti che a Caravaggio ci hanno accolto tanto festosamente, ai RR. Parroci e Sacerdoti e a tutti che con tanto slancio ci hanno coadiuvato; e anche un ringraziamento sia diretto a voi, o cari Pellegrini, che colla vostra devozione avete edificati quanti vi hanno osservato e nel viaggio e durante la permanenza a Caravaggio, e nelle diverse fermate di Treviglio e di Milano.
Il frutto del buon esempio nessuno lo può calcolare se non il Signore, perché è Egli solo che scruta i cuori; e voi, o cari Pellegrini, la predica del buon esempio l'avete fatta.
Se piacerà al Signore, secondo il solito degli anni scorsi, pel 29 di Agosto faremo un altro Pellegrinaggio, non più a Caravaggio, ma ad un Santuario ugualmente caro e venerato: il Santuario della Madonna SS. della Guardia, sul Monte Figogna.
A Caravaggio eravamo mille e cinquecento, alla Guardia, se il Signore ci aiuta e la vostra buona volontà, saremo tre mila.
Arrivederci adunque alla Madonna della Guardia.