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[Per la Madonna - Da A. l, l'Opera della Divina Provvidenza - Tortona, 25 Dicembre 1908]

Cosa s'è fatto?

Direte che vi abbiamo fatto sospirare il giornaletto e le notizie dell'Opera della Divina Provvidenza, e, veramente, voi avete ragione, o miei cari cooperatori e ottime Benefattrici; ma d'ora innanzi saremo puntuali, e sarete compensati perché ho da dirvi molte cose che certo vi porteranno grande consolazione.

E, per cominciare dalla Casa di Tortona, vi dirò subito che, se veniste a Tortona, vedreste che in questo frattempo di silenzio tra noi, qui s'è lavorato; si è lavorato in senso spirituale e si è anche lavorato pel buon andamento materiale della Casa: si, credetelo: qualche cosa con l'aiuto di Dio si è fatto; anzi vedrete che molto ha fatto di nuovo e di bello e di bello la mirabile e dolce provvidenza del Signore.

Pensate: nel giro di pochi mesi, la Casa della Divina Provvidenza è sorta quasi a nuovo, e si è ingrandita più del doppio, di modo che potremo un altr'anno, a Dio piacendo, accogliere molti fanciulli di più; ed ora non siamo che a metà, è quello che verrà dopo!

A conti finiti, tra il comprato e il fabbricato sarà una bella somma, si capisce press'a poco un'ottantamila lire. Intendo bene che voi mi direte: «ma poi Lei come farà?... e poi chi pagherà?»

Eh via! - non mi disturbate per ora: sono debiti, è vero, ma lasciatemi fare, - lasciatemi un po’ andare avanti alla buona, senza tanti calcoli umani: in Domino, in Domino! senza tanta carta e penna e calamaio: Si digitus dei est hic, lasciatelo un po’ libero questo dito: se mostra di essere il dito di Dio, non bisogna legarlo: dove finisce la miseria mia, là comincia la ricchezza della Provvidenza infinita del mio Dio, del nostro Padre celeste.

Intanto, per la maggior gloria del Signore, bisogna fare un gran debito, un santo debito, magari di centomila lire: poi una grande, una bella e devota statua bianca della Madonna Santissima che coroni il santo debito, che troneggi su questa Casa che è Sua, che vegli sopra tutti noi della Provvidenza che siamo suoi, figli suoi, roba sua, tutta sua: e vegli e domini, dolce Madre e Regina celeste, su tutta quanta la Città di Tortona, -

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coi raggi di grazie che le piovono dalle mani piene di misericordia, e la fronte dolcissima e divina coronata di stelle scintillanti, nella oscurità delle notti, e..

«E poi?»

Poi, o amici miei, non temete; per ora si tira avanti alla meglio, si fa come fa il vapore: puf! puf! e puf! - poi la Madonna Santissima della Divina Provvidenza provvederà.

Essa sa che vogliamo fare del bene: che Le vogliamo bene, molto bene: e anche

Essa ci vuole bene, molto bene, quindi... quindi Essa da buona Mamma pagherà!

A suo tempo... quando avremo capito che da noi nulla possiamo: che la Divina Provvidenza è tutto, allora tra la Madonna Santissima e forse,... qualcuno anche di voi, o miei cari Benefattori, si pagherà questa piccola miseria di debiti, e si pagherà dell'altro ancora...

La Casa era stretta; le domande di giovanetti poveri da ricoverare sono molte, e crescono ogni giorno: perché non salvarli? Sono figli di Dio anch'essi: sono poveri fanciulli che, abbandonati, finirebbero forse in galera o in un ospedale: perché non salvarli?

- dobbiamo salvarli! -

Chi di voi non mi vorrà dare una mano, non vorrà dare una mano insieme colla Madonna SS. per pagare i nostri debiti, e fare del bene?

Tutti mi aiuterete, non è vero?  e chi non lo può colla borsa, preghi e preghi per noi: quello che non possiamo noi, lo farà Iddio!

Intanto... macchina, avanti!

Avanti: in Domino! in Domino! in Domino semper!

Sac. Luigi Orione

dell'Opera della Divina Provvidenza.