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[Per la Madonna Da A. l, - l’Opera della Divina Provvidenza - 19 Settembre 1913]
Il pellegrinaggio alla Guardia
presso Genova, promosso dall'Opera della Divina Provvidenza, è riuscito anche quest'anno ad una grande dimostrazione di vitalità della fede cattolica della nostra Diocesi di Tortona.
Eravamo un mille e quattrocento pellegrini, guidati da venticinque Sacerdoti e Parroci.
E tutti si avvicinarono ai Sacramenti, e furono ore di intimo gaudio ai piedi della Madre del Signore. La vetta del monte Figogna vide ripetersi una di quelle manifestazioni religiose che lasciano l'animo ripieno di meraviglia e di commozione.
Erano vecchi, sorretti da nodosi bastoni, ma giovani di fede: erano schiere di giovanetti che nell'alba rosea della vita venivano a trarre dalla dolce visione di Maria quel vigore che è scudo di illibatezza. Vi erano vecchierelle di settanta e più anni, venute a piedi per tutto il giorno avanti e tutta la notte pei sentieri tortuosi dei monti, da San Sebastiano Curone e da Varzi fino a Serravalle Scrivia, a prendervi il treno speciale dei pellegrini: ed esse salivano ancora ardite per la cinquantesima volta la santa montagna, pregando.
Vi erano uomini dai validi toraci, fiorenti di robustezza: lavoratori delle officine e del campo colle rughe sulla fronte onorata e i calli sulle mani.
Su l'erta del monte ebbi a compagno un operaio dello Stabilimento Alfa di Tortona, che mi raccontava di essere caduto da tale altezza da dovere restar morto o rovinato per sempre; ma in quell'istante aveva invocata la Madonna, e ne era rimasto illeso così da poter riprendere subito il suo lavoro. Egli veniva ad appendere un voto all'altare della Vergine miracolosa.
Col pellegrinaggio erano giovani di belle speranze, pieni di intelligenza, studenti della Facoltà di medicina alla R. Università di Pavia, i quali, preso d'assalto il monte, e giunti in poco più di un'ora al Santuario e sul mezzodì, andarono a prostrarsi al tribunale di misericordia, e poi a ricevere il Sacramento dei forti, per trarre da Lui, che letifica la gioventù, la forza morale di portare il nome loro puro da viltà e da vizi, e puro trasmetterlo colla fede delle loro madri a chi li seguirà nella vita.
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E come descrivere lo spettacolo dell'illuminazione della Val Polcevera, la sera della vigilia?
La illuminazione.
Era un incanto: una meravigliosa notte stellata, e di stelle parea brillasse il mare tremolante di leggera brezza: e le ciminiere e le antenne del porto parean selva luminosa.
E tutta Genova superba levava la fronte coronata da mille e mille luci: e le colline del Garbo e della Costa e di Geminiano e di Fegino e le valli tutte della Polcevera e della Varenna erano un mare, un paradiso di luce.
E che dire delle palazzine sparse dei villeggianti, e delle borgate e delle chiese? Pur esse erano in gran pavese e illuminate nei modi più geniali e sorprendenti; attraverso il folto dei verdi castagni, e giù giù sino all'estremo orizzonte, sino ai paeselli inerpicati lontano tra i più remoti angoli dell'Appennino.
Immensi falò ardevano sui monti, e pure i forti dei Tre Fratelli parevano in fiamma.
E, nell'azzurra notte, tutta la montagna risuonava di canti e di inni devoti; sinché verso la mezzanotte uscì dalla basilica la processione aux flambeaux, ripetendo con fede vivissima la più affettuosa testimonianza d'amore alla Celeste Regina dei Liguri. E, in alto, un cielo effuso, azzurro; una miriade di stelle fulgenti! O tenera Madre, o Stella del Madre, dà luce di carità immortale al mio petto che vigila!
A l'alba della festa.
Al sorgere dell'aurora salivano ancora per i mille sentieri, e comparivano e scomparivano dal fondo delle valli e sui fianchi del monte, file interminabili di persone.
E un suono giocondo pur saliva dai campanili delle trentasei parrocchie, saliva festoso e argentino in alto ed echeggiava a gloria nella gloria del sole: ed era un inno solo che portava alla Vergine Benedetta il saluto di tante popolazioni: era il palpito di amore e della terra e del mare e del cielo!
Slancio di pietà
La vasta basilica superbamente decorata, era stipata da una folla immensa. Sul grande altare la statua di Maria Santissima della Guardia appariva circonfusa di gloria: le splendeva sul petto luminoso un medaglione di gemme valutato per settanta mila lire.
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Si celebrarono in quel giorno forse cento messe; e la comunione era distribuita ininterrottamente da tre Sacerdoti all'altare maggiore, ed anche ad altri altari.
Alle sette vi fu la funzione speciale del nostro Pellegrinaggio Tortonese. Disse la messa Don Orione, che alla comunione generale parlò dell'Agnello di Dio che cancella i peccati del mondo. Poscia diede i ricordi ai pellegrini, e rivolse parole di grazie e di lode alla Masseria, e di conforto a tutti a peregrinare durante la vita pel Paradiso.
Alle dieci vi fu la grande solennità con musica.
Disse un mirabile discorso il Professor Barbieri: il fine poeta che in mirabili versi cantò le fulgide glorie di Maria. E la Messa solenne la cantò Mg.r. De Amicis, il Vicario Capitolare di Genova; ma la voce sua sapeva di pianto! E anche noi Tortonesi abbiamo pregato insieme con Lui che la Madonna consoli il Santo Padre, e la vedovata Chiesa di Genova, e custodisca e salvi la Città del mare, che è sua.
Dopo la Messa si formò il corteo per la solenne processione colla statua miracolosa della Madonna.
Momenti di emozione: visione di tenerezza.
Lungo la via serpeggiante della montagna la processione andava svolgendosi, ed era uno spettacolo commoventissimo: Maria Vergine veniva portata su quella vetta, sovra cui Essa è apparsa la prima volta il 29 Agosto del 1420, al pio Pareto.
E molti dei nostri pellegrini vollero baciarla quella terra benedetta, ubi steterunt pedes Eius: ove la Madonna ha posato i suoi piedi immacolati, e parea non sapessero più distaccarsi di là.
Alla Cappella dell'Apparizione abbiamo salutata la dolce Madre del Paradiso: scintillante d'oro, nel suo manto azzurro, Ella ci parve una visione: la Madonna santa volgeva sulla folla immensa lo sguardo dolcissimo! E poi ancora scendendo, mentre Essa già rientrava nel Suo Santuario, ci volgevamo commossi a rimirarla ancora, quasi ad invocare un'ultima grazia, una benedizione pei nostri cari.
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Dammi la mano tua, Madonna santa,
menami via con Te, voglio star teco,
dove il tuo riso eternamente incanta,
dove del mondo non arrivi l’eco!
Voglio venir con te! son troppo solo
al mondo, e la mia vita è troppo vota;
portami in alto, sempre in alto...
Amore al Vescovo.
E quando, nel ritorno, il lunghissimo treno passò avanti a Stazzano, tutti i pellegrini si affacciarono agli sportelli del treno, e, pieni di affetto, con slancio unanime ed imponente, si diedero a sventolare i bianchi fazzoletti verso la palazzina di Monsignor Vescovo, il quale già aveva benedetto il nostro pellegrinaggio. E a Lui e al Vescovo Ausiliare, Monsignor Viganò, vollero mandare il più riverente e filiale saluto. E allorché
sulla villa vescovile videro innalzarsi una bianca bandiera, i pellegrini rinnovarono frementi di gioia lo sventolio, commossi sino alle lacrime, e molti si andavano segnando di croce parendo che di lassù i due venerati Vescovi stendessero verso di essi la mano benedicente. E ritornarono alle loro case felici!
Efficacia morale del culto alla Madonna.
Oh quante famiglie devono alla Madre di Dio la pace, l'amore, la concordia.
Se la divozione a Maria non avesse fatto altro che asciugare le lacrime di tante madri, di tante spose, di tante anime tradite: non basterebbe per benedirla?
Viva la Madonna della Guardia!
Ringraziamenti.
E vivi ringraziamenti vadano al Caro Rettore del Santuario, D. Malfatti, e ai Cappellani suoi coadiutori: ai R.R. Parroci e Sacerdoti della Diocesi di Tortona, e a quanti concorsero alla buona riuscita del Pellegrinaggio.
Che la Madonna Santissima ricompensi tutti largamente e in terra e in cielo!
A ricordo del pio pellegrinaggio venne accettato gratuitamente, ai piedi della Madonna, un giovinetto per l'Istituto della Provvidenza di Tortona.
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Egli è di Livellato, la parrocchia più vicina al Santuario, e la patria di Benedetto Pareto, il fortunato a cui è apparsa sul Figogna la SS. Vergine.
E così sono già tre i grandi Pellegrinaggi promossi dall'Opera della Divina Provvidenza ai piedi della Celeste Regina dei Liguri: e anche tre sono i fanciulli accolti nel nome della SS. Vergine sotto le ali della Divina Provvidenza: Parodi Pietro di Giacomo, Scotto Giulivo di Pietro e Scotto Giovanni di Giovanni Battista.
Essi sono venuti a noi proprio dai piedi della Madonna della Guardia, e speriamo, vorranno essere il ricordo più bello dei nostri Pellegrinaggi.
Et Deo gratias!