V072T047 V072P051
[Minuta]
Tortona, 25 Aprile 1918.
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Riservata alla Persona
Caro Sigr. Economo, [Ravazzano]
Ho ricevuto jeri sera la Sua gradita lettera, di cui La ringrazio,- Le avrei risposto subito, ma ebbi una riunione fuori di casa, che finì tardi, e non potei.
Se
nella
forma o nella sostanza
ho mancato a parlarLe l’altro jeri
così, con sincerità di cuore e con affetto in Gesù Cristo Le
chiedo perdono.
È per me una gioia nel Signore poter fare questo atto.
Ho
creduto doverLe parlare direttamente
per
evitare
e
non scrivere o mandare dei terzi per troncare ogni possibile
equivoco.
Ho l’anima profondamente addolorata per Lei, e per ogni equivoco o intoppo al bene non glie lo nascondo. Lei non me ne faccia una colpa. Non Le serbo nessun rancore del Suo atteggiamento verso questa Casa, per grazia del Signore, - prego anzi sempre e faccio pregare per Lei.
Però
non so come Lei possa continuare ad andare avanti e
continuare a celebrare messa
per i tribunali, dal momento che mi scrive che si è messo senza
sotto intesi a disposizione di Mgr. Vescovo, che non vuole che si
vada per i tribunali.
Creda, se non amassi fraternamente l’anima Sua e anche il Suo Istituto, non Le parlerei così chiaro. Le ripeto che io fui e sono sempre nelle mani del Vescovo interamente...
V072P052
Tortona, 25 Aprile 1918.
Riservata
Caro Signor Economo
Ho
ricevuto jeri
sera la Sua gradita lettera, di cui La ringrazio di cuore. Avrei
voluto risponder subito, ma fui fuori di casa e
non ritornai che alle 10 1/2.
Se
l’altro jeri
ho mancato nel parlarLe così
a quel modo, sinceramente e con affetto in Gesù Cristo Le chiedo
perdono.
È anzi per me una gioia nel Signore poter fare questo atto.
Quando
ho trasmesse le lettere, che Lei mi ha
scritte
scrisse, al Vescovo, e ogni qual volta che dovei parlargli di Lei,
Egli mi
può essermi testimonio del
modo pieno di rispetto che ho usato verso di Lei, e del piacere che
ho sempre sentito e mostrato ogni qual volta
che ebbi per Lei più che rispetto, e, malgrado la nostra vertenza,
dove ho potuto far rilevare del bene che
è
in Lei e nel Suo Istituto, io
l'ho fatto sempre.
Ho
l’anima, è vero, profondamente
addolorata
pel
Suo atteggiamento verso questa povera
Casa, e ancora oggi non so capire come Lei abbia
possa fare quello e come
si senta di continuare a tirarmi davanti ai Tribunali, mentre Lei sa
bene le cose come stanno; ma non Le serbo rancore, anzi prego, e sto
facendo pregare per Lei.
È
questa una prova che Dio mi manda, e
solo
mi addolora di vedere che è proprio Lei a fare questa parte; ma sia
fatta la volontà del Signore!
Ho creduto doverLe l’altra mattina parlare direttamente, e non scrivere e non inviarLe dei terzi, per troncare ogni possibile equivoco. Lei si è rimessa al Vescovo, - io mi…