V072T059 V072P061

[Minuta]

+       Anime e Anime  

Messina, il 22 Gennajo 1911

Caro D. Contardi,

Accadde col sarto ciò che io prevedeva: voi e Fra Gaetano siete ancora un po’ poeti e troppo semplici, e, quando le cose le vedete, voi già le credete fatte.  

Bisogna andare più cauti e con meno leggerezza. Io non credo che D. Sterpi possa in due o tre mesi mandarvi un sarto che poi, a quella distanza se non facesse bene, o non gli piacesse, sono spese sovra spese.

Bisogna andare adagio, un'altra volta, e prima provvedersi: fare come fanno i servi che generalmente non si licenziano da un padrone, se già non ne hanno un altro.  

Sono contento del calzolajo, meno male che c'è il calzolajo! Io vi direi intanto di riprendere le trattative col sarto di Codevilla: domandandogli se è stato malato, che non vi ha risposto, e vedere se potete riattaccare le pratiche, perché dubito assai assai assai che Sterpi possa provvedere né ora né mai. Vi parlo chiaro per non darvi delle illusioni: pensateci un po’ al da fare davanti alla Madonna.  

Questa settimana verrà un orfano del Patronato, il fratello di Putortì; vorrebbe fare il falegname, mettetelo con  Fra  Gaetano, e prendetelo alle buone. È fuggito da S. Ferdinando, ma non è cattivo.  

Il povero D. Sterpi è malato e gravato di molti debiti e un po’ abbattuto; ora non so come e quanto possa fare per il sarto.