V072T238 V072P183
[Minuta]
+ Pax Christi.
Veneratissimo Vescovo e Padre nel Signore,
Chi
scrive è un
Sono
Un povero Sacerdote, amico
di vari
conosciuto da parecchi amici Vostri e anche benché
indegno
da quel dolcissimo Vostro fratello che fu Monsig. Scalabrini.
Da
qualche tempo anno
tengo dietro alle opere della mente e della pietà di Vostra
Eccellenza, e sono ammirato della grande umiltà e carità Vostra per
cui.
Ora vengo in Domino a Voi, compreso da un senso profondo della mia indegnità e da un grande amore di Voi e del nostro Santo Padre.
Permettete
Mi metto in
ispirito
ai piedi di Vostra Eccellenza: ed
oso farLe una preghiera.
So che Vostra Eccellenza sta per mettere
fuori
pubblicare uno scritto su questioni assai delicate e
che
e mi pare, per quel poco che so e conosco del S. Padre che ciò sia
per dare
a lui dargli
recargli un
una grande dolore
amarezza. Dico
questo perché dagli estratti del Vostro scritto già pubblicati per
i giornali.
Anche
l’Osservatore Romano che
si specchia
di questi giorni ha fatto sentire già questo disgusto.
Ora
io Vi prego e Vi supplico di non metterVi al pericolo di dare dolori
al S. Padre. Se lo scritto Vostro fu visto e approvato da Roma allora
fate, che Dio lo benedirà, ma se mai non fosse stato
veduto da Roma
avvenuto, caro Eccellenza, non lo pubblicate, o ritiratelo, se già
l’aveste pubblicato
fatto pubblico.
Non
badate a ciò che dirà il mondo.
Date l’esempio dell’amore di
un buon Vescovo al mondo
al
S. Padre: più che tutto da Voi si aspetta questo.
Vi
scrivo dopo aver
Ho pregato tanto prima di scriverVi e vi scrivo con amore grande. Voi
poc’altro vivrete, state unito al Papa, mettete…