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[Minuta]

+        Pax Christi.

Veneratissimo Vescovo e Padre nel Signore,

Chi scrive è un Sono Un povero Sacerdote, amico di vari conosciuto da parecchi amici Vostri e anche benché indegno da quel dolcissimo Vostro fratello che fu Monsig. Scalabrini.

Da qualche tempo anno tengo dietro alle opere della mente e della pietà di Vostra Eccellenza, e sono ammirato della grande umiltà e carità Vostra per cui.

Ora vengo in Domino a Voi, compreso da un senso profondo della mia indegnità e da un grande amore di Voi e del nostro Santo Padre.

Permettete Mi metto in ispirito ai piedi di Vostra Eccellenza: ed oso farLe una preghiera. So che Vostra Eccellenza sta per mettere fuori pubblicare uno scritto su questioni assai delicate e che e mi pare, per quel poco che so e conosco del S. Padre che ciò sia per dare a lui dargli recargli un una grande dolore amarezza. Dico questo perché dagli estratti del Vostro scritto già pubblicati per i giornali.

Anche l’Osservatore Romano che si specchia di questi giorni ha fatto sentire già questo disgusto.

Ora io Vi prego e Vi supplico di non metterVi al pericolo di dare dolori al S. Padre. Se lo scritto Vostro fu visto e approvato da Roma allora fate, che Dio lo benedirà, ma se mai non fosse stato veduto da Roma avvenuto, caro Eccellenza, non lo pubblicate, o ritiratelo, se già l’aveste pubblicato fatto pubblico.

Non badate a ciò che dirà il mondo. Date l’esempio dell’amore di un buon Vescovo al mondo al S. Padre: più che tutto da Voi si aspetta questo.

Vi scrivo dopo aver Ho pregato tanto prima di scriverVi e vi scrivo con amore grande. Voi poc’altro vivrete, state unito al Papa, mettete…