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        PICCOLA OPERA DELLA          DIVINA PROVVIDENZA               TORTONA               Anime e Anime !                                     21.  5.  930.                      Al Distinto Signore                      Sign. Emanuele Brunatto                      via Tibullo, n� 11 - R O M A               Caro mio fratello in Ges�,    La grazia grazia del Signore sia sempre con noi!    Ricevo la vostra di ieri - sono giunto a casa appunto ieri, pieno di stanchezza e di fastidi, ma di tutto sia benedetto Iddio!    State tranquillo che vengo, - dovr� giungere all'ultimo mo- mento, ma vengo.    Per�, quanto dolore provo nel vedere che voi non volete perdo- nare al fratello, che pure vi ha rilasciato una dichiarazione, stesa o, almeno approvata e gi� accettata da Voi!    A me pare che in questa causa voi non siate cristiano; Ges� dice di perdonare, e di fare del bene a chi ci fa del male.    Caro Emanuele, perch� dunque non volete perdonare? Perch� mai non rimettete, nel nome di Ges�, la querela, e non componete in pace codesta causa? Io indegnissimo Servo di Ges� Cristo,             vengo nell'amore Suo e pel bene nostro, vengo ancora a pregar-                   vene, e Ve ne supplico con cuore ardente di sincera amicizia e                                   da umile Sacerdote. Oh quanto desidero vedervi agire da cristiano                                       verace e da vero francescano. Deh, caro Emanuele, non date luogo                                                 al diavolo ne' a chi vi attizza, ma al povero prete, il quale ha                                                                 sempre pregato per voi, e che solo vuole il vostro bene.                                                                                    Datemi ascolto, caro Emanuele, - io spero in Dio di fare ancora                                                                               a tempo - datemi ascolto!                                                                                                                                  Perch� volete dubitare di me, che non v'ho desiderato che                                                                                                     del bene? Che se voi andate contro un fratello ( Aluffi ) per                                                                                                           arrivare a certe personalit� della Chiesa, ( come ripetute volte                                                                                                                         avete detto ) vi ripeto che Voi siete ben lontano dallo spirito                                                                                                                                 che deve animare un figlio dalla Santa Chiesa, e fate un gravis-                                                                                                                                                                                                 V073P180                                                                                                                                                                         simo male. E il nostro San Francesco di cui vi dite seguace, certo                                                                                                                                                                               non avrebbe agito cosi. La base della sua predicazione, come di                                                                                                                                                                                         tutta la sua vita religiosa, era la sottomissione assoluta e incon- dizionata alla Chiesa Romana; la necessit� di chiudere gli occhi sulle mancanze proprie degli individui e che non ledono punto la essenza dell'istituzione; e, per conseguenza immediata di questa sottomissione, un profondo rispetto verso le Autorit� della Chie- sa e gli ecclesiastici, gurdando alla loro missione sacra e non         ai metodi, che potessero alcuna volta sembrare o essere sbagliati,               ne' alle deficenze o alle qualit� delle persone. Mio caro Ema-                           nuele, fu evidentemente rispondendo a questa missione, e ad altre                               simili, che San Francesco, nel suo testamento scrisse quelle mi-                                         rabili parole: ""Il Signore mi diede e mi da' tuttora tanta fede                                                 nei Sacerdoti, che se anche mi perseguitassero, io, per cagion del                                                       loro carattere, vorrei tuttavia ricorrere ad essi"". E aggiunge-                                                                 va: ""Essi e tutti gli altri voglio temere, amare ed onorare come miei signori. Non voglio in essi considerare alcun peccato, per- che' veggo in loro il Figliolo di Dio, e sono miei signori. ""    Ora tu, fratello, perch� tanto insisti e meni scandalo in chi ti avvicina inveendo, come talora fai, contro sacerdoti e Prelati, e tanto cosi incessantemente e da anni trascendi, lontano dal ve- ro spirito di Ges� Cristo e di S. Francesco? Perch� , se mai fos- sero vere le cose che dici con tanta passione e violenza,- per- ch� dico, non sai distinquere le cose dalle persone? Ma non pensi al danno che fai alle anime? Quante volte te l'ho detto! E perch� vuoi tanto addolorare la Santa Chiesa e il cuore del Nostro Santo Padre ?.    Ma non sai la maledizione che cade sempre su chi affligge la propria Madre ? E la Chiesa non � la Madre della tua fede e del- la tua anima ?.    E poi � veramente indegno che, mentre tu non vuoi dare in pasto al pubblico le miserie ( se mai vere ) dei tuoi fratelli,- e rappresentare come peccatori preti e prelati, tu sei, o figlio mio, tanto lontano dalla vera vita cristiana!   E non ti dico di pi�: entra in te, e vedi la miseria che sei, e poi oserai langiare la pietra contro i tuoi fratelli ?.    Caro Emanuele, non ti scrivo cos� per confonderti, oh no! ma                                                 V073P181 come figlio carissimo voglio ancora un'ultima volta richiamarti allo spirito vero di Ges� Cristo e del Padre San Francesco.    Emanuele, fratello in Ges� Crocifisso, le lagrime dei tuoi pec- cati non sono vere n� il tuo cuore appartiene a Dio n� tu alla Chiesa, se vai avanti in codesto processo. Potrai ingannare gli uomini ma bada che non ingannerai lo Spirito Santo: non ti ripeto altra gravissima parola, che gi� ti ho scritto altra volta. Ti supplico nel Signore: prega umiliati, purifica la tua disonestissi- ma vita, pensa seriamente a te, o dolcissimo fratello: mena sul serio una vita di penitenza, una vita cristiana, e attaccati alla orazione e alla Santa Madonna. Questo ti dico nel Sgnor No- stro Ges� Crocifisso, nel nome suo, io, vilissima creatura, ma amico sincero, ma padre della tua anima.    Ti chiedo umilissimamente perdono di avere usato qualche parola che potrebbe offenderti, se tu non mi conoscessi: e prego Ges� che tu non te l'abbia a male. Sappi, figlio mio, che io conosco, per divina misericordia, la tua condotta, non per ci� che so da te, ma per divina misericordia di Ges�, e so di fare la volont� Sua scrivendoti.     Ascoltami, caro Emanuele! E la santissima benedizione di Dio sar� sopra di te. E cos� la Santa Madonna ti benedica!          Tuo umile servo e fratello in Ges� Crocifisso                                     Sac. ORIONE d. D. P.