V074T016 V074P022

[Minute]

... lasciandoci reggere dalla Provvidenza per mezzo della Chiesa come un morto, lasciandoci portare e maneggiare ovunque si sia e comunque si voglia, non saremo mai uomini spirituali.

Senza badare alle doti personali di chi ha autorità. E penseremo: questo lo fa Dio: questi che parla è la voce di Dio.

E penseremo: noi siamo il giumento della Divina Provvidenza. E quando riterremo per certo ciò che ci viene comandato o che si desidera desidera è la migliore e più perfetta cosa che si possa fare, ancorché paia, o sia veramente il contrario.

Questa è la mente dell’Istituto.

E quanto più ci polveri l’Autorità porrà apparisse imperiosa, rigorosa, severa, di cattivo umore e mai soddisfatta e forse anche ingiusta, e più noi ci polverizzeremo in Essa e per Essa, con la divina grazia, e penseremo che noi non siamo più di noi, ma della S. Chiesa e del Papa e dei Vescovi, e penseremo umilmente e caritativamente che tali prove veramente ce le meritiamo e che, a fiaccare il nostro orgoglio, ci vorrebbe assai e assai più, e che niuno meglio ci conosce dei nostri Superiori, noi o miei figli, non e stretti ai piedi della Chiesa e di ogni Superiore…

E quando davvero ameremo la S. Chiesa quando anche, se sotto la mano della S. Madre Chiesa ci annichileremo, quando così a Dio così piacesse e ci annichileremo in tutto e tutti vivremo di questo desiderio ardentissimo di annichilirci e di patire con Essa e per Essa, giojendo e vivendo e morendole ai piedi di amore.

Poiché non è vero sincero e verace amore e stare stare con la Madre Chiesa e col Papa e coi Vescovi, quando perché Essi ci accarezzano e ci benedicono o perché essi…

E il Signore da più anni mi dà la dolce consolazione che un nostro caro Sacerdote attenda abbia la cura spirituale dell’una e dell’altra Casa di dolore.