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[Minute]
... lasciandoci reggere dalla Provvidenza per mezzo della Chiesa come un morto, lasciandoci portare e maneggiare ovunque si sia e comunque si voglia, non saremo mai uomini spirituali.
Senza badare alle doti personali di chi ha autorità. E penseremo: questo lo fa Dio: questi che parla è la voce di Dio.
E
penseremo: noi siamo il giumento della Divina Provvidenza. E quando
riterremo per certo ciò che ci viene comandato o che
si desidera
desidera è la migliore e più perfetta cosa che si possa fare,
ancorché paia, o sia veramente il contrario.
Questa è la mente dell’Istituto.
E
quanto più ci
polveri
l’Autorità porrà
apparisse imperiosa, rigorosa, severa, di cattivo umore e mai
soddisfatta e forse anche ingiusta, e più noi ci polverizzeremo in
Essa e per Essa, con la divina grazia, e penseremo che noi non siamo
più di noi, ma della S. Chiesa e del Papa e dei Vescovi, e penseremo
umilmente e caritativamente che tali prove veramente ce le meritiamo
e che, a fiaccare il nostro orgoglio, ci vorrebbe assai e assai più,
e che niuno meglio ci conosce dei nostri Superiori, noi
o miei figli, non
e stretti ai piedi della Chiesa e di ogni Superiore…
E
quando
davvero ameremo la S. Chiesa quando
anche,
se sotto la mano della S. Madre Chiesa ci annichileremo, quando così
a Dio così
piacesse e ci annichileremo in tutto e tutti vivremo di questo
desiderio ardentissimo di annichilirci e di patire con Essa e per
Essa, giojendo
e vivendo e morendole ai piedi di amore.
Poiché
non è vero
sincero e verace amore e
stare
stare con la Madre Chiesa e col Papa e coi Vescovi, quando
perché Essi ci accarezzano e ci benedicono o perché
essi…
E
il Signore da più anni mi dà la dolce consolazione che un nostro
caro Sacerdote attenda
abbia la cura spirituale dell’una e dell’altra Casa di dolore.