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[Bozza di stampa, con correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]
Papa.
Importante
Sanno i miei fratelli della Divina Provvidenza le disposizioni date sin dallo scorso agosto, agli Esercizi Spirituali, in merito alla lettura di certi giornali che, pur volendo passare per cattolici, non sono in tutto col Papa.
Dopo,
venne la nota Avvertenza dell’Acta Apostolicae Sedis, che non
riconosceva come conformi alle direttive pontificie e alle norme
della lettera del S. Padre all’Episcopato Lombardo, (1 luglio
1911), i giornali: l’Avvenire d’Italia, Il Corriere di Sicilia,
Il Momento, il Corriere d’Italia, l’Italia ed altri dello stesso
genere. La S. Congregazione dei Religiosi infine ha pure inviato ora
una lettera circolare, proibendo ai Religiosi la lettura di detti
giornali, e
aggiungendovi il Messaggero Toscano edito
editi dalla stessa
Società così detta del trust.
Oltre
ciò
che
quanto
già presso di noi è stato stabilito, avanti che la S. Sede uscisse
in documenti di importanza sì grave, mi tengo in dovere di
dichiarare per il buon esempio e perché si sappia anche
pubblicamente,
che vogliamo
i
nostri devono
mantenere posizione netta:
nessuno degli ascritti alla Piccola Opera della Divina Provvidenza,
sia Sacerdote, Chierico, Eremita o Laico, deve permettersi di leggere
tali giornali i quali hanno tanto amareggiato il cuore del S. Padre,
anche dopo quella loro infelice dichiarazione, la quale non ha
è
piaciuta
affatto soddisfatto
alla
S. Sede, che dovette uscire con la circolare ai Religiosi. E faccio
obbligo ai Superiori dei nostri Istituti di allontanare chi
abitualmente li leggesse e di evitarne
la lettura anche non abituale.
Lontano da noi chi non la pensa col Papa: chi vorrebbe porre a fondamento della nostra vita, privata o pubblica, principii che non sono in piena armonia con la dottrina e le direttive del Papa.
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Sieno
pure persone autorevoli, giornali ben fatti, con freschezza di
notiziario e bella veste tipografica: - per le stesse ragioni si
dovrebbe prendere il Corriere della Sera che, tecnicamente è
giornale ben fatto. Ma, allora, dove si arriva?
Ah!
pur troppo che
si è giunti
a tal punto
segno
che molti hanno vergogna di dire che stanno in tutto col Papa!
Dobbiamo cercare la purezza della dottrina e lo spirito di schietta
romanità: il resto è di ben secondaria importanza.
Dobbiamo farci apostoli di schietta romanità, ed esigere che i nostri giornali ci diano pane e non sasso o scorpione.
La
fede è il nostro
primo tesoro, e la Santa Chiesa di Roma, dopo Dio, il nostro più
grande amore, poiché in Essa è la Sede Apostolica,
che è la colonia di verità l’opera di Dio sulla terra.
Per la purezza della fede e della dottrina della Chiesa diamo bando a tutti i giornali che non sono col Papa: cerchiamo d’impedire che le ree dottrine penetrino nell’anima dei nostri alunni, dei nostri amici.
A tali giornali si chiuda senza complimenti la porta: nolite recipere in domum (11, Ioan. 10). Così si è col Papa.
Vostro affez.mo in G. C.
Sac. Luigi Orione
della Piccola Opera d. Div. Provvidenza.
[Bozza di stampa]
Siamo
sordi quando alcuno ci parli senza Papa, o
non chio
esplicitamente in favore del Papa e della dottrina sana ed esatta
della Chiesa;
costoro non sono piantagione del Papa ma maligni germogli di eresia
che producono frutto mortifero. Quelli che non sono concordi in un
solo cuore coi Vescovi e col Successore di San Pietro, per me sono
colonne sepolcrali e tombe di morti, su le quali sono scolpiti
soltanto i nomi degli uomini vani che portarono con ipocrisia il nome
di cattolici; poiché come in realtà essi non partecipano al calice
della Madre Chiesa e del Vicario di Cristo, così, affetti da
malattia difficilmente curabile, c’è da temere assai che muoiano
nella impenitenza, e non partecipino alla resurrezione della vita
eterna dell’anima e del corpo nella incorruttibilità dello Spirito
Santo, essi che sono i corruttori della pura fede per la quale Gesù
Cristo fu Crocifisso, - e che vanno macchinando con molte astuzie
contro la Santa Chiesa di Roma.