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[Minuta]

+       Sia lodato Gesù Cristo.

      Noto, Orfanotrofio Agricolo della Immacolata,

        il 19 Luglio 1913.

Molto Rev.do Signore,

Voglia scusarmi il ritardo: ho dovuto portarmi un po’ di qua e un po’ di là in prov. di Cosenza, prima a Cassano Ionio e altrove, e non ebbi proprio tempo.

Scriverò un po’ disordinatamente e in fretta, ma tanto da farmi comprendere e mettere un po’ a posto, un po’ se Dio voglia se Dio voglia, questa dolorosa vertenza, in Nomine Domini.

E dichiaro prima di tutto, come ho sempre ho sempre detto, che io ho ricevuto dalla Signora Ved. Riccardi £ 1500, - che saranno appunto un quattordici anni fa.

Questa somma essa me la diede tutta in una volta e me la portò nell’Istituto mio di Tortona. Ed essa La Signora usò, però, nel darmela, tali espressioni che io, e allora e poi sempre e tutti i miei religiosi, ritenni che misi a parte si trattasse di tale una offerta.

La Signora Onde i miei Religiosi ed io abbiamo sempre ritenuta come nostra insigne Benefattrice detta Signora, - e come tale oggi e sempre (qualunque cosa avvenga) sarà voglio che sia ritenuta, e si pregherà sempre per Essa.

Sarà stato quel suo modo di esprimersi in quel momento di soddisfazione un lapsus linguae?, io non so: forse internamente sarà non intendeva che fare un prestito grazioso; ma, Ella mi insegna che de internis non judicat neque Ecclesia.

Fatto sta, lo creda, che Essa si è espressa in modo che io e chiunque - non l’avrebbe intesa diversamente che di una elargizione. Al punto che ricordo bene che io Le dissi se ci metteva l’obbligo di farle di bene in vita o in morte.

E benché Essa mi abbia detto di no, io più e più volte in questi anni ne domandai notizie di Essa, e nessuno me le seppe mai dare, e ciò feci appunto per conoscere se mai fosse morta, e fare per Essa ciò quei suffragi che, anche senza obbligo di giustizia, facciamo per tutti i Benefattori di qualche conto quando muojono.

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Aggiungerò, per far breve, che Essa mi disse che provava una la più grande consolazione, e alcune altre parole che non si possono capire intendere, quando è un solo prestito e non è si può una vera offerta.

A parte poi i quattordici anni, senza mai un una parola sola di richiamo, che direbbero pur qualche cosa.

vale il dire è forte l’argomento che essa non si sarebbe mai spogliata del fatto suo, finché viveva, perché poteva averne bisogno. Quanti ci sono che pure inter vivos fanno il loro bene, e pure pure possono, dopo, dopo cadere in povertà e in bisogno materiale!

Del resto ma forse è proprio il caso di essa che ha lasciato, mi dissero, già tutto ad altri, o quasi.

Ma io non devo entrare in questo.

La mia profonda persuasione e il pieno convincimento che tuttora fu ed è in me - non affatto scosso - è che sia stata una propria offerta.

Badi che, dopo, appena dopo scritto a Lei, io trovai nella corrispondenza che mi era giunta da Reggio, e che io avevo non avevo ancor letto per subito scriverle, una lettera della Signora, scritta in momenti di troppa, mi pare, con un po’ di eccitazione.

Ebbene, questo che Le scrivo - cioè del mio reale e pieno convincimento, - è resta sereno dopo avere bene letta e meditata in Domino quella lettera.

Io non ho mai ricordo di avere mai fatto né permesso che si facesse citare nessuno alcuno, stando al Vangelo, e forse non fu mai citato; ma, qualora lo fossi, malgrado tutto il rispetto a detta mia Benefattrice, dichiaro che mai non potrei mai dire diversamente.

E, se qualora il nipote Suo di Lei, Generale, si presenterà e degnerà sentirmi mi sentirà, credo non potrà darmi torto.

Mi sbaglierò? Può essere. Ma, e non potrebbe anche essa sbagliarsi la Signora?

Perché non sentirmi? Dopo tutto si tratta di £. 1500, perché non sentirmi? Se tutti quelli che offrono danno

Perdoni, caro Sacerdote, questa forma un po’ forte: ma Iddio, nella Sua carità, abbruci tutto ciò che è contro la Sua carità. Ma Lei, che avrebbe fatto al posto mio?

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Non meno, certo, di supplicare - (così io parlai al Don Codevilla) di essere personalmente sentito, pronto a fare qualunque viaggio.

Del resto, è bene Ella sappia anche che, appena la Madre del Don Codevilla mi disse che la Signora Riccardi aveva versava in qualche necessità, io subito io dissi che, come io ero stato da essa aiutato, noi così avremmo avrei ajutato e quanto più largamente. E lo dissi ripetei anche, e lo scrissi, al D. Codevilla.

E, in questo senso, io feci pure delle proposte, che ancora oggi ignoro se esse siano giunte alla Signora Riccardi.

E, dopo la Sua pregiata lettera, Molto Rev.do Sig. caro Sacerdote, avendomi il Signore mandato un po’ di provvidenza, ho scritto a Tortona che si inviino a Lei £. 500, che Ella riceverà presto, se non le ebbe ancora, da rimettermi alla detta nostra Benefattrice.

Come ho già detto agli altri, così ripeto a Lei, Rev.do Signore: io sarò felice di dare ad Essa, non solo £. 1500, ma anche di più, se Dio, come confido, mi ajuta, ed essa ne avesse davvero bisogno.

Ora vado raggranellando altro po’ di denaro, e, in settembre, o forse prima, Le farò tenere altra somma. Essa ha generosamente aiutato me, ed io sono felice ben consolato di ajutare Essa. Anche il Ven.le Don Bosco ed altri facevano così.

Di detta Signora io riportai e porto tuttora molta e profonda stima e gratitudine, malgrado la sua lettera.

Ma quello che ho scritto è la verità.

E non per mancare di riguardo, ma perché Lei mi disse essere Suo confessore, permetta che Le accenni qui ad un fatto che non mi parve bello, nel Signore.

... quello che la Signora mi ha scritto, e che io ebbe ebbi dopo avere scritto a Vostra Signoria. Perché essa trov

Se il Nipote Generale mi sentì vor si presenterà e mi sentirà Egli sarà il, sono persuaso che non potrà darmi torto.

Del resto, è bene che Ella deve sappia che appena il la Madre del Rev.do D. Codevilla me ne parlò, io dissi che come la Sig.ra Riccardi aveva aiutato noi, e noi avremmo aiutato Essa.

E in questo senso io feci delle proposte, che alle quali non mi si rispose.

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E, dopo la sua, avendomi il Signore mandato un po’ di aiuto, disposi che subito fossero inviate £. 500 alla Sig.ria Vostra per la nostra.

Dopo essermi consigliato con avere esposto il caso a persone dotte e pie, e anche con ad eminente personaggio a Milano domandai, come tutti mi dissero, di parlare direttamente con Essa. Dato il caso strano, e la entità della somma, tutti mi dissero essere questo ne’ miei diritti, e anche un vero dovere.

 Anche il mio Superiore Diocesano disse che non mi si doveva concedere poteva negare questo. Ebbene, lo crederebbe? neanche ciò non mi è stato permesso. Allora proposi io al D. Codevilla che una formula: dava la mia parola, anche con dichiarazione per iscritto, che mai a persona avrei detto d’aver io vista la Sig.ra Riccardi: poi, non essendomi mai passato per la testa la velleità di conoscerne il domicilio, proposi che ci vedessimo o a Pompei, nella sacristia del Santuario, o dai figli dei carcerati, o nel parlatorio, presso codeste orfanelle, o anche a Pagani da S. Alfonso o a Napoli, (poiché mi dissero che i Codevilla che essa stava vicino a Pompei). E anche questo non mi fu concesso.

Ma comprenderà che io non voleva sapere dove Essa stesse; ma solo esporle e ricordarle tutto certe sue espressioni.

Benefattrice, perché come dissi, al D. io sarò ben lieto di darLe non solo le £. 1500 ma anche di più, se Dio mi aiuta ed Essa ne avrà bisogno.

Essa ha aiutato me, povero figlio della Divina Provvidenza, ed io ho aiutato Essa, tanto che in settembre e forse prima riceverà altra somma.

Io di quella Signora portai e porto ognora molta stima e profonda gratitudine. Però non posso a Lei che mi disse di essere Suo confessore tacere un fatto, che non mi parve né cristiano né buono.

Io domani, dopo essermi consigliato con persone pie e dotte ed anche a Milano con eminente personaggio domandai di poter scrivere parlare o almeno scrivere direttamente a detta Signora.

Sempre Tutti mi dissero che ques, dato il caso strano, questa era ne’ miei diritti e

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un dovere per me.

A parte i quattordici anni, che dicono pure qualche cosa a mio favore, senza che Essa mai si facesse viva. Né vale ciò che quanto fu scritto che cioè essa mai si sarebbe spogliata, mentre potendone avere bisogno, dacché inter vivos. Quanti ci sono che offrono prima di morire, e pure potendone dopo cadere in bisogno.

Ebbene questo mio Anche il mio Superiore Diocesano mi disse che si doveva concedermi questo. Ebbene ciò mi fu impedito.

Allora proposi al D. Codevilla che io avrei dava la mia parola e una dichiarazione in iscritto che mai avrei detto d’aver visto la Sig.ra Riccardi: di più, per ma

... io ritenni allora e sempre che fosse una vera elargizione.

Sarà stato un suo lapsus linguae: non avrà voluto inteso internamente fare quello, ma de internis, Ella comprende, non judicat neque Ecclesia.

Essa mi si espresse in modo che io non poteva intenderla diversamente e, credo che nessuno l’avrebbe intesa in modo diverso. Al punto che ricordo bene che io le dissi se dovevamo dunque farle del bene, di se ci dava obbligava a dire Messe. Ed essa mi...

volendone io affatto conoscere l’indirizzo proposi io il modo di vederci: cioè sarei venuto a Pompei e ci saremmo trovati o all’Istituto figli dei carcerati, o all’orfanotrofio femminile o in sacristia - oppure a Napoli, o a Pagani da S. Alfonso.

Del resto Essa stessa non si pare abbia appunto fatto questo col nipote se non con altri.

Chiamato a giurare io Il dire che essa credes La mia profonda convinzione fu ed è questa, e, chiamato a giurare, io non dev non potrei giurare diversamente, malgrado…

Io, vede, non ho timore delle Autorità Ecclesiastiche, tanto che per mezzo del Prof. Fornari (prima che Lei mi scrivesse) mi rivolsi a Mgr. Silli, al quale la commissione poi non fu fatta, perché mi si disse che stava facendo gli Esercizi Spirituali.

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... non sia stato portato a conoscenza della Signora tutto quello che ho fatto per addivenire ad un abboccamento.

Perché allora bisognerebbe concludere l’una delle due: o che Essa è molto strana (e allora?) o che Essa teme e fugge il confronto.

Mi perdoni sa, Rev.do e caro Sacerdote, ma io non voglio, no, offendere la buona Signora, scrivo così per dirLe che, per non venire a quella conclusione offensiva ma logica conclusione, mi sono persuaso sempre più che Essa ignorasse la mia legittima richiesta.

E che il D. Codevilla, nel riferire, non sia sempre stato troppo sereno, lo constatai dalla Sua lettera, in merito, al Rev.mo Mgr. Boveri, Vic. Gen.le di Tortona, e che Mgr. Vicario, dopo avermi sentito, volle gentilmente leggermi. In essa si tacevano tutte le mie proposte fatte, proposte…

Mi dica: Lei, al mio posto, avrebbe domandato meno di ciò che sempre ho domandato io?

Non ho mai detto che presenti erano due Sacerdoti; ma che, appena la Signora uscì, nel porticato dell’Istituto di S. Chiara passeggiavano due Sacerdoti. - Io subito dissi loro le espressioni con le quali la Signora mi consegnò il danaro, esattamente.

Ad uno di questi diedi, anzi, subito £. 1000 delle 1500 ricevute.

Ora Essi sono ottimi preti: uno fu messo dal Santo Padre Rettore di un Seminario di Reggio Calabria, è Mons. Paolo Albera, - e l’altro è ancora a Tortona.

Orbene tutti e due potran sono ricordano benissimo quanto sentirono subito da me, e anch’essi portarono l’impressione come di una vera elargizione.

Ed io, lo creda, caro Signore, non ho detto un et di più.

... esonerò, e mi rispose che non provava una la più grande consolazione nel fare. Ora non si comprende la più grande consolazione in un prestito, come mi disse lo stesso Mgr. Boveri, Vic. Gen.le di Tortona, al quale ho esposto la cosa quando D. Codevilla.

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... che Mgr. Vicario trovò ragionevolissime per non dire eccessive, onde mi diede pienamente ragione.

Lei mi dice, caro Sacerdote, che la Signora Riccardi potrebbe rivolgersi alle Autorità Ecclesiastiche; ma dunque Lei ignora che io fui già chiamato dalle Autorità, e che mi diedero ragione.

Ma dunque non fu la Signora Riccardi che incaricò il D. Codevilla di fare quell’atto? Veda, caro Signore, dalle…