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[Da Copia manoscritta - Autografo di Don Sterpi]

Al M. Rev.do Signor

Arciprete D. Alessandro Balbi

Stazzano

         Tortona, 5. V. [1]915.

Rev.mo e caro Sig. Arciprete,

Ricevo la Sua lettera che ha la data di jeri.

Veramente la mia a Lei non mi pareva fosse tale da provocare questa sua lettera. Tuttavia e specialmente per quanto si riferisce alle mie azioni, mi è assai facile sbagliare; se qualche cosa ho scritto che Le avesse potuto recare disgusto, Le chiedo quindi scusa. Nella mia diceva: togliere il dissenso, non parlavo di comporlo.

Forse non si valutò abbastanza tale espressione.

Comunque, per andare colla bella sincerità del Signore, Le dico che la Sua lettera, caro Sig. Arciprete, e nella forma e nello spirito, se ben comprendo, mi fa sentire, o mi mette moralmente in una posizione, che io dovrei astenermi senz’altro da più occuparmi della faccenda. Per me non ho difficoltà veruna a sospendere tutto. E disporrò di quei due straccioni della Divina Provvidenza come il Signore e i Superiori mi suggeriranno. E farò le cose in modo che Ella, mio caro Sig. Arciprete, non ne avrà nessun dispiacere, ma tutto sarà in grande pace e carità , aiutandomi Iddio con la sua grazia.

Che se avessi ancora ad interessarmene, Le dico con molto rispetto, ma con uguale franchezza cristiana, che intenderei sempre di attenermi ai criteri già in breve, ma chiarissimamente detti nell’altra mia lettera del 3 corr. di volere esaminare cioè la situazione dopo aver assai pregato: di non condannare, né togliere nessuno, senza prima averlo bene sentito e avergli data tutta la libertà di difendersi, senza timore di trovare in me preoccupazioni a suo danno: di trattare la cosa non tanto da Superiore ma da Padre - con molta carità e serenità di spirito in Gesù Cristo - e anche i cambiamenti che occorreranno farli con molta riverenza verso le anime di quei piccoli figli e con grande carità nel

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Signore. Se si può fare così, caro Sig. Arciprete, bene; se no, nulla si aspetti da me.

Piuttosto con dolore e con carità verso tutti, amerò ritirarmi, che prendere disposizioni, agendo in altro modo, a meno che non intervenga l’ubbidienza dei Superiori. Per me sarebbe andare contro coscienza e non lo posso. Quanto all’andare Lei dal Novello Vescovo: questo mi farebbe anzi piacere: io so bene chi Egli è, e lo spirito che lo guida. Lei mi usi solo la carità di portargli le mie due lettere.

Gesù Cristo Signor Nostro tolga dalla presente ogni espressione che fosse contraria alla sua carità e al suo spirito. L’erba si secca e il fiore dell’uva cade, ma la carità del Signore dimori in noi e tra noi in eterno. - Preghi per me e mi abbia sempre per suo aff.mo in Gesù e Maria SS.

     Sac. L. Orione