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[Lettera dattiloscritta di terzi con aggiunte di Don Orione]

         I. O. I. C.

         Tortona, 3 ottobre 1927.

Rev.mo Don Cremaschi,

Scrivo con una delle quattro macchine dattilografiche che abbiamo qui a Tortona, una delle quali il Sig. Direttore manderà alla Villa Moffa. “Domani, mi ha detto poco fa, è San Francesco, dobbiamo avvicinarci a Lui nella santa povertà”.

Poiché in Tortona ne abbiamo quattro, non è bene che si spendano altri soldi a tale scopo.

Nello stesso tempo non sa come risolvere il caso di quei due che dormono ancora di fuori, vuol dire che se Lei ha qualcuno da mandare a Tortona, può farlo liberamente.

Chiami ancora il Baraldi e gli faccia subito tutte le osservazioni che Lei lamenta nella lettera.

Gli dica che se non può osservare le regole di codesta casa, deve, per conseguenza, andare in un altro posto. Riuscendo ancora una volta vane le Sue buone e paterne parole, lo mandi pure a Tortona senza veste.

Capisco che Baraldi converrà toglierlo dal (Noviziato).

Il Cianfelli Loreto (se non erro a scrivere il nome), venuto dalla Colonia di Roma, è anche per il Sig. Direttore una nebulosa. Questi La prega a non fidarsi di nessuno.

Accolga i saluti del Sig. Direttore e i miei devoti ossequi.

Devotissimo

     Sac. Domenico del Rosso

     O. D. P.

               V074P099

P. S.:

Manda subito Cenci a Venezia, Istituto Manin con tua lettera a Don Pensa, che lo passi il Cenci all’Istituto Artigianelli, come già sono inteso con lo stesso Don Pensa, che fu qui con D. Gigi l’altro jeri.

Per sabato 8 corr. manda qui Don Sparpaglione.

Mandami subito la intera nota di quelli che sono alla Moffa.

È giunto Cappelli.

Benedico

     D. Orione

     d. D. P.