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Molto Rev.do e Carissimo Confratello,

Al ricever la Sua lettera, e più a rivedere in immagine le sembianze del mio Venerato Padre, mi son sentito un brivido in tutta la persona. Dal giorno che ebbi con Lui una lunga conversazione nel marzo 7 o 8 del 1939 in via Sette Sale a Roma, la di lui figura l’ho sempre viva nel cuore e nella memoria, e sento un gran rimorso nel non aver corrisposto prontamente all’invito. Per tanti incidenti non saputi da me superare, sono ancora nel mondo! Che sbaglio! E vocazione allo stato religioso l’ho avuta sempre, fino dall’età di dieci anni. Preghi per me e faccia pregare i suoi confratelli il Nostro venerabile Padre perché mi ottenga dal Signore il perdono al mio rifiuto. Ho grande paura di perdermi, per non aver corrisposto alla Grazia!

Le invio delle lettere che mi sono rimaste, riserbando solo per me una piccola immagine, ove il Venerato Padre appose un piccolo motto. Da queste lettere si comprende il cuore che Egli ebbe, e quanto affetto mi dimostrava. Queste lettere scritte di propria mano le ritenga pure perché, morendo io, chissà in quali mani andrebbero a finire: e sarebbe un peccato sperderle: son vere reliquie!

Quando ebbi la fortuna di parlare col Ven. Padre, capii, compresi che ero alla presenza di un Santo, tutto pieno di Carità e misericordia.

Io lo invoco, lo prego, e ora più che mai lo supplico, perché mi ottenga il perdono dei miei peccati e la speranza certa nella salvazione dell’anima mia! - Io non sono dei suoi confratelli per vincolo di Congregazione, ma lo sono con l’affetto e la riconoscenza. Anzi venendo a Roma (ove ho tanti nipoti e nipotini, uno dei quali frequenta le scuole al San Filippo) verrò a trovarla e a sentire la nostalgia per non essere effettivamente del Vostro numero.

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Beati loro che hanno scelto l’ottima parte! - Desidero essere al corrente un po’ della sua Famiglia, e del processo canonico della beatificazione. Ho diffuso l’immagini inviatemi ed ho consigliato tanti a ricorrere al Venerato Padre nei loro bisogni spirituali e temporali. Mi ottenga, anche a me, tranquillità di animo e speranza nella misericordia di Dio. Aiutatemi anche Voi, cari confratelli. Il Vostro Padre ascolterà senza dubbio le suppliche dei Suoi figli.

Per il momento cesso di scriverle: forse in seguito potrei anche farmi vivo per narrarle qualche grazia, che son sicuro di ottenere.

Con tanti ossequi e auguri di pace e bene.

Aff.mo in X.sto

     Don Gioacchino Sottani

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         Anime e Anime!

        Tortona, li 6 Genn. 1939.

Caro fratello nel Signore, [Don Gioacchino Sottani]

Pax et charitas Christi!

Don Sterpi mi passò la vostra buona lettera, e Deo gratias!

Nel Nome di Dio Benedetto Vi accolgo, molto di buon grado, in questa umile Congregazione, anzi già Vi destino a Villa Moffa (Bra), dove farete dieci giorni di raccoglimento spirituale e poi la prima prova di 6 mesi, - dopo il Noviziato.

La prova di 6 mesi può essere anche altrove, ma i primi giorni è bene li passiate a Bra, patria del Cottolengo. Vi ci troverete bene.

Non badiamo agli anni, - io sono assai più vecchio di Voi: pensiamo a tesoreggiare il tempo, che al Signore piacerà di ancora concederci, per amare e servire a Gesù Cristo e la Sua Chiesa, in umiltà grande e fervore di carità, e lietamente.

Non domando né alla vostra Curia né ai due Vescovi, e nessuno saprà del Vostro desiderio.

Portatevi il celebret, con le facoltà di udire le confessioni e di predicare, e il nulla osta del vostro Vescovo.

Pregate per me, e N. Signore ci conforti di una grande benedizione.

In Gesù Cristo e nella Santa Madonna aff.mo quale un fratello

     Don Orione

     della Div. Provvidenza

Sappiatemi informare.