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[Da copia dattiloscritta - con correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione]
Prova
ne sia che, ora che
tutto taceva, nei passati giorni, Sua Eccellenza Rev.ma Mgr.
Arcivescovo di Manfredonia, in occasione della visita pastorale a San
Giovanni Rotondo, andò al convento, abbracciò e baciò il padre, e
disse, in privato e anche pubblicamente, che si sarebbe interessato
perché al padre fossero ridate le facoltà. È evidente che
l’Arcivescovo non avrebbe, di sua iniziativa, tenuto quel contegno,
né dette quelle parole, se non per aprire un nuovo stato di cose, di
cui Egli, certo, doveva sentirsi sicuro.
Ed altro, per divina bontà, mi pare di conoscere in Domino, ma non dico, anche perché tu, o fratello, purtroppo non sei spiritualmente preparato a riceverlo, e, forse, ne abuseresti in senso malo: non bisogna gettare le perle ai cani!
Pel Padre bisogna lavorare stando in ginocchio, umili e fidenti ai piedi della Chiesa, e lavorare con le mani giunte, oh sì! lavorano anche le mani giunte, e come! e non c’è altra buona via, né altra via voluta dal Padre; - se è vero che Egli è un buon servo di Dio, non può volere altra via; - altro che ricatti e pubblicazioni scandalistiche! queste non sono mai le vie di Dio, ma sono vie detestabili!
Quindi comprendi bene che, se la pubblicazione avvenisse, non solo ti graveresti la coscienza di un’immensa responsabilità, ma, ripeto, comprometteresti irreparabilmente quella stessa causa che dici di aver tanto a cuore, mentre ora essa va avviandosi bene. Né, dopo tutto questo, puoi essere affatto in buona fede!
Ed ora lascia ti dica che mi fu riferito, (e ne ebbi tanto dolore!) che, purtroppo, tu non cammineresti più, anche dal punto di vista morale, sulla diritta via dei Comandamenti di Dio. E come tutta questa lettera, così particolarmente questo ti scrivo con cuore di sacerdote e con l’antico affetto, non per confonderti, caro Brunatto, ma come ad anima, a me carissima, a cui ho sempre anelato fare del bene nella carità di Gesù Cristo, memore e
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grato del beneficio da te ricevuto.
Ti supplico quindi, o caro fratello mio, per le viscere di Gesù Cristo e di Maria SS., Madre di Dio e nostra, di piangere con lagrime di sincero pentimento sui tuoi peccati, di lavarli con una buona confessione che sia il principio di una nuova vita, vita morale e veramente cristiana: rompi ogni brutta catena, vedi di pregare, di frequentare i Sacramenti e di riparare quanto più puoi ai mali della vita passata.
Dammi ascolto, Brunatto, dammi ascolto! Tua madre quante volte mi ti ha raccomandato! e Le ho promesso che avrei sempre cercato di farti del bene, fraternamente!
Ti
scrivo alla buona in
fretta ma,
col cuore in mano, come ho sempre fatto, ma dammi ascolto, caro
figliuolo
mio, dammi ascolto!
E il Padre ti riceverà ancora!
Mai mi sono dimenticato di te all’altare di Dio! mai ho dimenticato tua madre, e la ricordo ogni volta che prego per la povera madre mia.
Nel nome e per l’amore della tua madre terrena e per l’amore dell’altra comune e venerata Madre, la Santa Chiesa, ti scongiuro di non rigettare la preghiera di questo povero prete.
Scusa
la fretta; ti scrivo che sono qui con oltre 50 miei cari sacerdoti,
convenuti a Roma da ogni parte, anche dall’estero, per gli Esercizi
Spirituali, per l’acquisto del Santo Giubileo, come
pure per fatto di amore e devozione a S. Padre.
Essi si valgono dei momenti liberi dalle prediche ed esercizi di
pietà per venirsi ad aprire con quello che amano come padre delle
loro anime. E quando tornerai anche tu ad aprirmi l’anima tua?
Allora confonderemo insieme le nostre lagrime, troverai sempre le
braccia aperte e la gioia e quella
la pace che solo
dà ai cuori pentiti la misericordia e la grazia di Gesù Crocifisso.
Scrivimi una buona parola, e raccomandami al Signore e alla Santa Madonna.
Aff.mo tuo in Gesù Cristo
F.to Sac. Luigi Orione
della D. P.