V074T123 V074P183
[Minuta]
È
vero che il Sac. Paolo Cassola è andato a S. Alberto, mandato dal
Vescovo come reggente, e nello stesso tempo come superiore d’una
piccola
casa di eremiti dell’Opera,
e quindi
ed è vero che io era
tenuto a soccorrere
ho detto che avrei soccorsa questa in caso di bisogno, ma, avendo
egli fatte molte spese di cui non si riconosce affatto
in alcun modo la necessità od il bisogno, a mia insaputa e anche
contro la mia espressa proibizione, - non mi tengo obbligato a
risponderne.
Fino
all’agosto
dalla primavera dell’anno scorso quando
a S. Alberto non c’erano che io non conosceva che il debito
non sapeva altro fuorché esisteva un debito presso i Sig.ri
Lorini, Noli e Carlone e qualche cosa che si doveva dare a De Grandi
di Varzi, e, pure constatando già che il Don Cassola faceva spese
eccessive gli ho proibito nel modo il più assoluto di fare ulteriori
spese senza permesso, dicendogli che non le avrei pagate, e lui mi
ha assicurato
che non ne avrebbe più fatto, e che i frati erano tenuti in modo che
bastavano a sé.
Non
mi tengo quindi obbligato alle spese non conosciute
autorizzate o posteriori o ignorate
fino ad oggi
ignorate fino ad oggi e di cui solo ora mi si presentano le liste.
Che
sono le seguenti - Una ricevuta d’aver pagato £. 740.85 di debito
a suo fratello, per
essere ricevuta, senza
debito che io e tutti abbiamo sempre ignorato e del quale debito non
esiste che né
neppure ha presentato lista né libretto, per cui non so
neppure chi a
risulta neppure per quale reale obbligazione sia stata fatta detta
ricevuta di
S.