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[Minuta]
+ Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam.
Et portae inferi non praevalebunt adversus Eam.
Roma, I° Agosto del 1914.
festa di S. Pietro in vinculis.
Miei Carissimi fratelli e figliuoli in Gesù Cristo e in Maria SS.
Anche quest'anno, la infinita bontà di N. Signore ci concede la grazia insigne di poter fare i Santi Spirituali Esercizi.
Benediciamo e ringraziamone dal profondo del cuore il Signore e cominciamoli nel Suo Nome Adorabile.
A me poveretto non è dato trovarmi insieme con voi sin dal primo giorno, benché lo abbia da lungo e vivamente sospirato. Ma sia fatta la S. Volontà del Signore!
Confido col Suo aiuto di trovarmi per altro insieme con voi tutti, o fratelli e figliuoli amatissimi, fra qualche giorno, e intanto mi tengo e cercherò di tenermi unito a voi almeno in ispirito.
Sento tuttavia doveroso inviarvi alcune parole di paterno affetto in Gesù Cristo e di conforto a cominciare bene questi Santi Esercizi, e a tesaurizzare di questa insigne misericordia del Cielo verso di noi e di tutta la piccola nostra Congregazione.
Lo scopo dei nostri Esercizi, come voi ben sapete, è di conoscere noi stessi e rinforzarci nella vocazione religiosa di servire Iddio, di servire il Suo Vicario in terra il Papa, e di servire la Santa Chiesa, Madre delle nostre anime e della nostra Fede, e servire Iddio, il Papa e la Chiesa con cuore generoso, come soldati e come figli devotissimi, e dirò di più come ci fossimo proprio venduti alla causa di Gesù Cristo, alla sua gloria, e alla causa del Papa e della Chiesa.
Per conoscere, col divino aiuto, noi stessi, non cercheremo se gli altri siano stati difettosi o no, ma penseremo ai nostri difetti, e proprio a conoscere noi stessi. Pensare agli altri sarebbe fuori del nostro scopo.
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Pensiamo
dunque a noi,
ai nostri proprî
mancamenti, i quali, fossero anche piccolissimi, devono sempre essere
materia di grande umiliazione e dolore!
Dunque, prima cosa: pensiamo a noi: rientriamo in noi! Pensiamo seriamente a conoscere e a riformare e a rinnovare in Gesù Cristo noi stessi: rinnovarsi in Cristo, cioè nello amare e nell'imitare sempre di più e più da vicino Gesù, Signore Nostro Crocifisso!
E conserviamo, o carissimi figli della Divina Provvidenza durante tutti questi Esercizi (come poi sempre) la mente e l'animo sereno e umile, abbandonato nelle mani della Provvidenza del Nostro buon Padre il Signore, e nelle palme delle mani materne della Madonna SS., - e ciò per non dare luogo a tentazioni o a scoraggiamenti funesti, pure nei nostri peccati.
E quanto al cuore esso cerchiamo sia ricolmo di dolore e di amore di Dio: sia pieno di compunzione! E deponiamolo subito cioè sino dall'aprirsi dei Santi Esercizi ai piedi di Gesù e della SS. Vergine e vuotiamolo il cuore ai piedi del Signore e del Confessore, supplicando la divina bontà di riempircelo di santo timore e amore di Dio e di amore alla Chiesa e alle anime, dicendo al Signore con Davide: Cor mondum crea in me, Deus! Et spiritum rectum innova in visceribus meis!
Se ai Sacerdoti, per i primi tre giorni piace meglio astenersi dal celebrare per loro maggiore computazione, lo facciano. E chi vuole celebrare, lo faccia.
Dopo i primi tre giorni tutti celebrino, secondo l'intenzione che riceveranno dal Sigr. Don Sterpi. Così gli altri che per i primi tre giorni volessero astenersi dal fare la S. Comunione lo facciano. E chi invece desidera farla, la possa fare.
Raccomando un grande raccoglimento di sentimenti e di spirito. Impongo, in virtù di S. Obbedienza, il silenzio il più assoluto, e da questa obbedienza del silenzio riserbo solo a me di dispensarvene.
Questa obbedienza, in ogni modo, e per qualunque evenienza, dura quanto durano i S. Esercizî. Quando vi capitasse qualche vera necessità di dover parlare, si faccia nel più breve modo, e a voce bassa.
Allontanate ogni pensiero che non riguardi Dio l'anima e la eternità.
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Non pensate ad altro che a darvi tutti al Signore e al servizio della Chiesa: noi dobbiamo essere come gente venduta a Dio e alla Santa Chiesa. Questo è lo spirito della Congregazione: siamo tutti venduti in anima e corpo a Dio e al Papa per le mani della Madonna SS. nostra Madre.
Pregate molto e umilmente che Iddio abbia misericordia di noi, e che possiamo essere i facchini della Fede, i facchini di Dio e della S. Chiesa di Roma i facchini delle anime che Gesù Cristo acquistò con Suo Sangue Divino.
Umiliamoci, ma andiamo negli Esercizi con sentimenti di fede e di fiducia di farci santi, e di lavorare a salvarci l'anima, a salvare le anime, e a glorificare il Signore, e consolare la Madre Chiesa!
La Confessione fatela bene, e magari generale o annuale, e fatela al più presto!
Mettetevi bene, bene nelle mani della Madonna: Essa è tutto per noi: Essa vi ajuterà!
Nei Santi Esercizi si deve gettare il fondamento della propria santità: questo sia il principale pensiero che vi deve predominare nel cominciarli.
La vocazione a cui Iddio misericordiosissimo ci ha chiamati è grande, e vuole cose grandi!
Coraggio dunque, o miei cari figliuoli: la Madonna SS. e S. Giuseppe e i Beati Apostoli Pietro e Paolo e tutti gli Angeli i Santi vi aiuteranno.
Pregate, pregate assai: il Signore non ci abbandonerà! Egli, il Signore e la SS. Vergine i Santi nostri ci aiuteranno, se noi pregheremo, se noi pregheremo ci aiuteranno ad ottenere in grande fervore a servire a Dio a cui abbiamo l'ineffabile consolazione di essere consacrati, e a ritemprarci come il ferro nella fornace!
È questo, o miei fratelli e figli in G. C. è questo il tempo prezioso di riscaldarci come il ferro nel fuoco, ricevendo la forma che Dio vuole da noi, per servire e per morire fedelmente per Lui e per la Sua Chiesa. Se intendiamo essere davvero i figli della Divina Provvidenza e formarci allo spirito della nostra Congregazione sacrifichiamo tutto a Gesù, nostro Dio, non ritenendo più nulla di noi stessi; che non sia suo: siamo figli e soldati:
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siamo venduti in anima e corpo a consumarci nella carità e fedeltà di Gesù Cristo e della Chiesa di Roma, e delle anime del prossimo nostro.
E cominciamo dalla pratica: facciamo a Dio e alla Chiesa il sacrificio dell'amor proprio e domandiamo a Gesù Crocifisso lo spirito di morte a tutte le cose visibili e a noi stessi.
E pregate, o miei figli, anche per me che possa una volta convertirmi al Signore, e non esservi di scandalo, ma di aiuto a farvi santi.
Metto me e voi tutti ai piedi di Gesù Crocifisso e nelle palme delle mani della SS. Vergine.
Questa lettera si legga due volte - al principio degli Esercizi e la sera del 2do giorno, quando spero che tutti siano arrivati.
Il Signore vi dia la sua benedizione e sia con voi tutti la Sua pace, la sua grazia e misericordia. La SS. Vergine Immacolata apra il Suo manto e tutti ci accolga sotto il Suo Manto Celeste e Materno. Tutti i Santi Nostri Protettori tutti i Beati del Paradiso e tutti gli Angeli del Signore vi assistano e vi difendano e vi consiglino.
E pregate per me.
Un'opera di grande carità ci fanno quelli che ci dettano gli Esercizi: pregate anche per Essi.
Vi benedico tutti nel Nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo e della Madonna.
E sono il vostro aff.mo in Gesù Cristo Signor Nostro e in Maria SS.
Sac. Luigi Orione della Divina Provvidenza
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I. M. I.
Roma, 18 Settembre 1914.
Carissimo Don Sterpi,
Grazie della corrispondenza che mi manda.
Ho veduto il Cardinale De Lai, che mi trattò gentilissimamente. Dopo parlato col Santo Padre, egli provvederà per me; ed io farò il divin volere, qualunque sarà.
Domani aspetto di essere ricevuto da Sua Santità; poi ripartirò per Besana Brianza per Carzano, prov. Milano, dove aspetterò le disposizioni della Santa Sede.
Le serva ciò di norma per mandarmi la mia corrispondenza, finché‚, trovandomi a posto almeno per qualche mese, potrò farla indirizzare colà.
Stia bene e preghi per me.
Ho veduto le loro opere qui in Roma, e mi sarà sempre caro l’ottimo Don Orione, che fa tanto bene.
La saluto e benedico con tutti i suoi.
L’aff.mo in X.sto
+ Pietro Viganò
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I. M. I.
Stazzano 7 Settembre 1914.
Carissimo Don Orione,
Le scrivo per ringraziarlo di tutte le gentilezze usatami in questi giorni.
Ho ricevuta la benedizione del novello Pontefice per Monsignor Bandi; grazie.
Egli va peggiorando ed è impossibile salvarlo senza un miracolo.
Si aspetta sempre di momento in momento la crisi, che è differita dalla sua fibra robusta, ma non può tardare, tante sono le cause che la precipitano.
Per questo motivo non le telegrafai di venire: mentre la sua venuta si sarebbe al più dovuta limitarsi al vederlo.
Io mi metto nelle mani di Dio, non sapendo che vorrà Egli fare di me, ed avendo anche veduto, per esperienza, che non tutto quello che brucia è fuoco.
Stia bene e preghi per me. Io pure la raccomando al Signore con tutte le di lei opere, che tanto mi sono care.
L’aff.mo in X.sto
+ Pietro Viganò