V075T057 V075P085
(Da Copia dattiloscritta)
A Sua Eccellenza Rev.ma Mons, Giuseppe Fabbrucci
Vescovo di Fidenza
Tortona, il 28 Settembre 1929.
Eccellenza Rev.ma,
sia lodato Gesù Cristo!
Vostra Eccellenza voglia scusarmi il ritardo a rispondere alla venerata Sua del 23 corr.
Il Cav. Campari non ha scritto ma venne a Tortona il 24 corr. mentre ero assente, e mi lasciò copia delle lettere di Fratel Dameso.
È bene Vostra Eccellenza sappia che ho sempre consigliato il Campari a cedere completamente l’Opera ai Fratelli della Misericordia. Anzi, mesi fa, mi sono attivamente adoprato a rimetterlo a buoni rapporti con Fratel Damaso; - e quei religiosi furono così indotti a riprendere l’Opera che già avevano lasciata, mettendo per condizione che il Campari desse loro mano libera, limitasse la sua attività alla raccolta dei fondi necessari.
Sempre ho detto al Campari di ritirarsi in terza o quarta linea, e di stare alla piena dipendenza di Fratel Damaso.
E così egli aveva promesso; ma in realtà, vuol sempre essere lui e vuol fare lui; nel suo giornaletto non fa che parlare di Campari: pare abbia un bisogna di parlare di sé. È più di vent’anni che lo conosco, - pur troppo è ancora quello!
Pel suo passato e pel suo stato presente ritengo che da sé non potrà fare, - l’Opera finirebbe non so come. Egli poi è affetto da accentuata mania di… [vi è il foglietto tagliato]
…rarsi dei Fratelli della Misericordia mi fa pensare che li abbia stancati, e si comprenderebbe perché gli dicono di dirigere l’Opera a suo talento.
Ma se il Cav. Campari li lasciasse veramente liberi, spererei che essi, ad una preghiera di Vostra Eccellenza la riprenderebbero.
V075P086
Considerazioni di delicatezza ed altre buone ragioni mi hanno sempre portato a dichiarare al Campari che non avrei potuto accettare la sua opera.
Anzi, siccome a Roma, a Senigallia e altrove so che mise avanti il mio nome, da far credere ciò che non è, l’ho pregato di astenersi dal venire da me, anche perché fa perdere troppo tempo. - E mi fo ardito dire in Domino a Vostra Eccellenza che non mi sentirei d’andare d’accordo col suo sistema. L’Opera è bella e santa, ma così, com’è presentata da lui, mi pare, a dir poco, una ampollosità: molta apparenza e poca sostanza.
Come mai, egli da anni, da per Opera Nazionale (? ) Istituti Orfani dei Marinai un’opera che tuttora consiste in un solo ragazzo? e che in tutto non ha che 14 bambine?
Parla di “Istituti Orfani” e non ha nessun Istituto proprio, ché anche le 14 bambine sono in altro Istituto di Suore.
Quel suo citare frequente il Santo Padre e altre personalità producendo documenti che, talora, sono una vera forzatura, facendo dire più che non dicono, non è né serio né leale.
Se la esiguità dell’Opera che egli dà per Nazionale (senza autorizzazione alcuna), e di Istituti Orfani, che non esistono, venisse a scoprirsi, a che figura esporrebbe lo stesso Santo Padre e i Vescovi? - Tutto questo io non ho lasciato dal dirglielo a Roma, mesi fa, presente il Prof. Bondioli del “Corriere d’Italia”, suo amico.
A me pare che le vere opere di Dio non vadano avanti così, ma in umiltà, preghiera semplicità e grande rettitudine.
Perdoni Vostra Eccellenza la libertà della presente, ma ho scritto a cuore aperto; - e tutto ciò che non fosse secondo la carità, prego il Cuore adorabile di Gesù che lo abbruci.
Bacio con profonda venerazione il Sacro Anello, e La prego di volermi benedire.
Di Vostra Eccellenza Rev.ma
Umile servo in Gesù Cristo e nella Santa Madonna.
Sac. Luigi Orione dei Figli della Div. Provv.za