V075T062 V075P092
Roma, 1 Marzo 1930.
Cara Iole,
ho ricevuto la tua buona lettera che mi ha riempito il cuore di gioia, perché ti vedo buona e disposta a ricevere la grazia del Signore, che salverà la tua anima ed anche in questa vita non mancherà di consolarti largamente.
Ho tardato un po’ a rispondere, perché l'attesa ti preparasse a trovare meno duro quello che sto per dirti.
Non ho nessun desiderio di farti soffrire, anzi non c'è nulla di più doloroso per me che il sapere che tu soffri per causa mia. Eppure è necessario: anche Copello quando ti ha operata ti ha fatto soffrire: ed ora stai meglio.
Così farò io anche se, dopo tanti anni, privandomi sia pur soltanto della tua fraterna e in qualche occasione veramente materna tenerezza, mi sembrerà, come sembrò a Sant'Agostino e sembrerà anche a te, che mi venga strappata una parte di me stesso.
Tu sai che ti avevo accennato alla mia intenzione di consacrarmi interamente al Signore: è quello che, con la sua grazia, ho maturato in me ed ho deciso di fare.
Non c'è “egoismo” in questa decisione per me non prima di sofferenza - forse pari alla tua - ma piena anche di tante consolazioni.
Dalla decisione presa ne consegue che non potremo più a lungo né vederci, né telefonarci, né scriverci. Non temere che se mi sono deciso a questo è perché so che c'è chi si occuperà di te quanto e meglio di quello che avrei potuto fare io stesso: è N. S. Gesù Cristo, per amore del quale rinunzio a te e a tante altre cose.
Egli si servirà dei suoi servi per giungere sino a te ed io ho pregato Don Orione di occuparsi della tua anima, ed Egli mi ha promesso di prendere a cuore come avrei potuto fare io stesso.
Pregherò anche mia sorella di confortar la tua solitudine e di vederti spesso: ad entrambi di trovare qualche occupazione e qualche affetto che riempia il vuoto della tua esistenza, che le piccole commissioni quotidiane e i divertimenti non bastano a liberare dallo sconforto e dalla malinconia.
V075P093
Ma quand'anche tu, per soffocare il dolore, per paura di soffrire, ti buttassi a capofitto nei gorghi del piacere, compatirei il tuo accecamento, soffrirei, ma non dubiterei, perché Cristo, che è nato nel tuo cuore, anche se volessi ucciderlo, rinascerà sempre.
Tu però non giungere a questo: pensa che anche con questo soffriresti di più e più acerbamente, perché con disperazione, mentre accettando serenamente questa sofferenza che il Signore ti manda ti purificherai per renderti degna di una vita migliore, che anche tu, come me, stai per cominciare.
Non preoccuparti neanche per il materiale; manterrò le mie promesse e continuerai a vedere mia sorella colla quale potrai confidarti anche su questo.
Ed ora coraggio, cara figliuola, e avanti! C'è un campo immenso davanti a me: tante lacrime da rasciugare, tanti cuori da confortare, tante anime in cui accendere la fiamma della fede e dell'amore.
C'è un lavoro enorme da compiere, c'è da combattere duramente e a lungo; c'è da costringere la nostra società riottosa a cambiare il suo volto e a rinnovarsi in Cristo. Non vorrai tu nel tuo piccolo, aiutarmi da lontano in questa opera di bene?
Coraggio, cara figlia, come voglio d'ora innanzi pensarti, perché sei la prima anima che ho potuto riaccostare al Signore e perché in Lui ti ho rigenerata, coraggio - ancora pochi anni di lavoro e conquisteremo un premio eterno, il solo premio che possa darci la felicità vera e duratura secondo le aspirazioni del nostro incontentabile cuore.
La benedizione del Signore sia con te, come io non cesserò di domandargli.
Franco
V075P094
[Sullo stesso foglio Don Orione, di suo pugno, scrive quanto segue]:
Anime e Anime!
Roma, il 1 Marzo 1930
Buona figlia di Dio,
La voce del Signore si farà sentire a Voi: - sarà voce grande, piena di luce divina e di misericordia: ascoltatela, e seguite il Signore che è Padre.
Prego per la vostra anima: Vi conforto e benedico.
Don Orione
Signora Iole Lombardi
via Ippolito d'Este, 3 / 9
Genova