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[Da Copia dattilografata in lingua spagnola con aggiunte di Don Orione - traduzione in italiano]

Pietà: - Il giorno del ritiro mensile, stabilito dall'articolo 53, non si è fatto durante vari mesi.

Nell'anno del Congr. Eucaristico non si fece collettivo, ma individuale.

Durante più di un anno la Comunità stette senza confessore ordinario; art, 39 - mancanza, riparate ora dopo vivi e ripetuti richiami dei membri.

L'anno scorso p. Contardi, poi p. Picabea, 6 quadre, salesiano, poi p. Montagna; il confessore ordinario ci fu sempre; qualche volta non veniva perché esse non andava. Non è per la pressione di loro: I sacerdoti in casa, compreso il p. Generale - malgrado avessero il confessore di comunità, esse andavano fuori.

Disciplina: - Stabilendo l'articolo 4 che la Compagnia deve mantenersi in devota dipendenza dalla gerarchia ecclesiastica e l'articolo 33 che si può ricorrere sempre ai Superiori Maggiori, fu tuttavia definito di alto tradimento l'atto di un membro che per risolvere un caso di coscienza nel quale si trovava coinvolto a causa di ordini ricevuti, ricorse al rappresentante del Papa.

Questo non è vero ed è falso su tutta la linea.

Continui e scandalosi alterchi, qualche volta davanti a collaboratori ed impiegati, turbano la carità e la pace del Cenacolo; si è smarrito non solo il senso religioso e cristiano di quella virtù, ma persino le regole della più elementare educazione, mancando del tutto all'articolo 76.

In un primo tempo qualche caso avvenne: hanno mancato alcune che sono ancora in casa e hanno mancato altre che ora sono fuori. È un po’ nel carattere di qui di alzare la voce.

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Queste gravi mancanze non sono represse né corrette dalla autorità mancando così all'articolo 75.

Non sta vero: perché le correzioni furono fatte, ma prudentemente, e non nel momento degli animi riscaldati ma dopo - mentre esse avrebbero voluto che seduta stante etc.

In più occasioni si ostacola la pratica della obbedienza per la contrarietà di ordini simultaneamente ricevuti o in altri casi per l'impossibilità morale e materiale di adempiere obblighi dei quali non sono state date né previste le possibilità di esecuzione, contravvenendo all'articolo 36.

È il principio sbagliato: devo giudicare io il superiore sono creduti ordini dati; viene una occasione straordinaria e il superiore. Esse non chiarificano perché sarebbero venuti fuori fatti ridicoli. La istruzione del superiore era di fare del meglio. Si è sempre avuto riguardo di non aggravare - eccetto per Sofia però essa non faceva sapere il tempo che le occorreva per la scuola.

Si manca all'articolo 37, che dice: “I Superiori sorveglino perché gli orari siano osservati” e invece il concetto dei Superiori e dei Sudditi è di essere elastici per motivi di apostolato.

Bisogna leggere anche l'articolo che viene dopo.

L'art. 110 riguardo alle opere dice: “Si facciano, con la condizione che siano ben fatte e opportune, ecc.” e in cambio si eseguiscono senza preparazione, coordinazione, né opportunità, cosa che impedisce la loro efficacia scalzando anche l’art. 107 che dice: “le loro attività di evangelizzazione e assistenza siano coordinate” e l'art.167: “Ordinare localmente e in umiltà l'apostolato”.

Sono esse che ostacolarono e hanno dato tante grane e fastidi. Il governo ha fatto le cose con preparazione: sono loro giudizi di volere tutto secondo loro criteri. Però se c'era qualcuno che voleva sempre fare del nuovo erano proprio loro.

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Si manca all'art. 69 che dice: “Cavino dall'esperienza propria e da quella degli altri insegnamenti per non cadere negli errori del principio” perché le opere nuove non si edificano con prudenza e umiltà sopra l'esperienza negativa e qualche volta dolorosa del passato; vi sono errori nei quali si insiste continuamente senza tenere in conto il criterio locale.

Giudicare, giudicare, giudicare. Modi rustici della f. e scatti - nel concetto d. f. avrebbe voluto che fosse fatto tutto sotto un governo. sono cose che bisogna lasciare al controllo del superiore. Sono articoli così elastici che si possono tirare a piacere, quando non c'è l'occhio sereno.

L'artic. 112 domanda l'accordo tra quello che si predica e quello che si fa tra teoria e la pratica, ed è precisamente una delle mancanze maggiori il disaccordo tra la regola e la vita.

Quando c'è mal animo si trova crepe in tutte le parti. C'è la questione del mal volere. - In qualunque cosa non ci vuole disfattismo, ma buon volere, perché con la migliore volontà non sempre la pratica raggiunge l'ideale propostoci.

Mancando all'art.101 vi è trascuratezza per le attenzioni e le cure verso i malati, che hanno sofferto qualche volta per la deficienza di assistenza spirituale e fisica, sia per la inettitudine della persona scelta come infermiera o perché non si era fatta la sua elezione. non sta vero, anzi si abbondò. La questione della infermiera non sta, ci fu sempre. Fecero gli auguri a 15 dottori, e qui non sono in 15. Vedere i conti: quante medicine. Prima aveva una della sua: Amalia, poi Blanca, poi ancora Amalia.

L'eccessivo ed assillante lavoro fa sì che i membri impieghino frequentemente ore della notte per terminarlo; alcuni vi furono, che durante varî mesi e persino un anno intero hanno riposato solo da due a quattro ore ogni notte, costretti da chi li caricava di tanto lavoro a contravvenire così all'art. 60 che regola il sonno.

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in tutto si riferisce al caso di Sofia. Essa trasgrediva la regola e di nascosto stava levata: si seppe molto dopo. Era la stessa Aug. che spingeva Sofia, in più casi. Anzi fu avvertita e le fu tolto il lavoro.

Lo spirito di critica ha in alcuni membri veri professionisti mancando all'art, 73 e 78.

Ait latro ad latronem. Ce n'è una, Teresa: è un carattere difficile e fu più e più volte ripresa. Anche nelle famiglie non tutti sono uguali, per questo non vuol dire che tutte siano così.

Vi sono Direttori di iniziative che non danno conto periodicamente dei loro bilanci ai loro superiori mancando all'art. 20 e membri che spendono senza criterio né economico né religioso e fanno spese personali con fondi di iniziative.

Si tratterebbe di un vestito. È il mal volere ed è quella che esse volevano che fosse segretaria. È cosa che non si spiegherebbe, se non sapendo che la A. voleva governare attraverso la bella vita. Esse volevano sapere tutto vedere tutto dirigere tutto.

Governo - Le riunioni regolamentari del Cenacolo non si fanno contravvenendo all'art. 93, dando motivo a mancanza di coordinazione fra le iniziative e impedendo il loro migliore sviluppo e funzionamento da una parte e rallentando la disciplina dall'altra, giacché ogni membro si trova per forza obbligato ad agire per conto e rischio proprio contravvenendo agli articoli 107 e 66.

Si facevano si riferiscono durante il Congr. Eucaristico però se ne parlava. Se mancava la forma, c'era la sostanza.

Dette Iniziative hanno funzionato svincolate e senza i suoi corrispondenti consigli, richiesti dall'art. 166, (c) non ostante le insistenze del governo di gruppo nell'affermare il suo regolare funzionamento, finché, a causa di una riunione agitata dovette il Consiglio riconoscerlo, perché gli fu dimostrato all'evidenza.... che neppure erano designati i membri componenti di detti Consigli di iniziative.

Alcuni si sono formati altri si sono cambiati.

Non divincolata, no. Il presidente di gruppo era Cordova e non poteva presiedere per motivi di salute

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L’art, 164 dà al Consiglio del Cenacolo quattro incarichi cioè: 1° esaminare e discutere i bilanci del Cenacolo. 2° deliberare l’approvazione dei bilanci delle Opere. 3° esaminare le proposte che devono essere presentate al Governo. 4° Designare l’economo del Cenacolo. Ebbene - Le consigliere non possono adempiere il loro mandato, - perché nel primo incarico e nel secondo non furono consultate, la qual cosa si spiega giacché‚ la medesima Segreteria non è al corrente dello stato finanziario delle Opere (artic. 73) e in quanto al terzo incarico neppure conosciuto l’ordine del giorno che mai è preparato. Quando, in seguito a ripetute proteste, si ottiene che diano l’elenco degli argomenti da trattarsi, non ne è possibile la discussione, perché la Superiora non sa informare praticamente sopra di essi. In quanto all’ultimo incarico mai furono consultate le Consigliere sulla nomina della Economa perché la Segretaria designò se stessa contrariamente agli artic. 163 e 164.

Non sta vero. Era una necessità, voleva governare mentre ha scritto al centro quando una di esse, la Amalia, si rifiutò da economa.

È sufficiente far presente che l’attuale Superiora che dopo tre anni che sta in carica, non ha ancora imparato la lingua del paese e domanda per la prima volta e in pubblico al Superiore Generale come si fa una riunione e questo viene spiegato a lei dal Superiore in forma diversa da quella indicata nell'art. 93.

Contro Penco. Hanno adoperate le costituzioni come arma. Se lo sapesse don Giovanni, certo ne starebbe male.

Le riunioni del Gruppo si effettuano senza i prevî ordini del giorno, cosicché non essendo al corrente degli argomenti da trattarsi e non essendo informati i componenti del Gruppo su di essi, il Governo prende decisioni inadeguate e incoerenti che non servono nella loro applicazione pratica.

Bisogna vedere i verbali.

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Quando un membro del Governo rinfaccia a questo la mancanza di funzionamento durante due anni, facendo notare ad ognuno il proprio misconoscimento delle rispettive responsabilità, anche riconoscendo questo irrimediabilmente la sua mancanza, non volle lasciare notizia di ciò nel verbale. Non ostante la protesta del membro per questa lacuna, tutti fanno silenzio, e quando fu richiesta la lettura esatta del verbale corretto, si constata che, per la seconda volta, si è tornato a nascondere la verità, accusandolo di insinuazioni che non pensò fare. Ad una terza richiesta di rispettare la verità del verbale, il Presidente del Gruppo risponde che non si può dire la verità, perché è troppo brutta.

Osservandosi che non fu vissuto lo Statuto dell’Associazione, e chiedendosi il suo compimento viene classificato lo Statuto dal Superiore Generale " funzione legale " che non è necessario tenere in conto.

Il Presidente del Gruppo non ha funzionato nel suo carattere di Presidente perché è fisicamente e moralmente incapace per la sua carità; difatti, giunto il momento di esercitare le sue responsabilità, le declina alle Paoline che devono mettere tutto il loro impegno per difendere esteriormente lo scarso credito che ancora conserva la Compagnia.

Esiste uno sbagliato criterio amministrativo, morale ed economico, che invece di pensare alle gravi obbligazioni che pesano ancora sulla Compagnia, sperpera fondi in spese futili e divertimenti contravvenendo all’artic. 170.

No.

È anche da tenersi in conto la inesattezza nelle registrazioni e le grandi spese conglobate, che non si specificano.

contro Terrugia? Perché Terrugia? era venuto al posto di supino, non era contabile - la storia del pranzo.

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Rispetto alle anime: L’articolo 112 dice: “Avvicinarsi alle anime in ginocchio...”

Ciò non ostante, le anime non solo non si rispettano, ma si apprezzano secondo il maggiore o minore profitto materiale o monetario che possono dare. Si abusa della buona volontà e accondiscendenza di amici e collaboratori sopraccaricandoli di lavoro, alcune volte umilianti.

No

Così si spiega il cambio continuo di persone che per un po’ abbracciano la vita della Compagnia e spariscono poi fatto l’esperimento.

Non si prendono in considerazione le necessità e le sofferenze spirituali dei membri della Compagnia, che si definiscono invariabilmente per crisi; senza ascoltarli nè darvi importanza.

No.

È da lamentare la poca discrezione dei Superiori che fanno allusioni dentro e fuori della Comunità su motivi privati ed intimi di lagnanze, che le anime hanno fatto prima confidenzialmente.

Sono esse.

Molte anime che, nonostante la loro buona volontà, non hanno potuto sopportare tante contrarietà e dovettero abbandonare la Compagnia, mal comprese nella loro decisione, sono finora considerate incostanti e mancanti di vero spirito buono.

Alcuni membri che fanno domanda di vita costituzionale sono considerati ribelli e disfattisti, facendo loro intendere chiaramente che se non approvano lo stato attuale delle cose è meglio che se ne vadano, e le insistenti dichiarazioni al riguardo creano per loro un ambiente difficile e delicato nella Comunità che, nella sua maggioranza, ignorava questa situazione.

La domanda di vita costituzionale è definita, in altra occasione, dall’Autorità maggiore attuale di Buenos Aires, come sintomo di mancanza di fervore, concetto condiviso poi dal medesimo Superiore Generale.

Il Governo assicura che si devono lanciare nuove iniziative, ma nello stesso tempo crea ed approva due campagne importanti: giornate per la diffusione del Vangelo e delle Epistole di San Paolo rispettivamente, che richiedono ambedue speciale preparazione, propaganda, conferenze, ecc. oltre membri disoccupati e di responsabilità coi quali non si conta.

Si disse, o l’una o l’altra. Se ne è fatta una e non l’altra - quella del vangelo un anno prima.

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Stando la Comunità in queste lamentabili condizioni, il Superiore fonda i “Fedelissimi” (oblati e terziarî) e facendogli osservare questa sproporzione di membri che non permetterà di corrispondere alle necessità spirituali di questo nuovo gruppo di anime, per mancanza di preparazione in chi deve assumersi l’incarico, rispose che non importava e che si tirerebbe avanti fino a quando fosse possibile occuparsi di esse come era doveroso.

Prima tutti d’accordo, poi no - la morale è che voleva dirigerle lei: tutto crolla se non c’era lei e Sofia.

Quanto si vuole la vita dell’organismo religioso come tale, e una mano ferma che lo guidi, il Superiore Generale risponde che se i membri arrivano ad essere individualmente perfetti, la loro condotta chiamerà al dovere i Superiori.

Una discussione a tavola, la messa. Altra volta brontolavano che non si faceva niente, che si moriva quando si fa qualche altra che si faceva troppo.

Inconsciamente si esige dai membri l’eroismo di vita, ma praticamente si pongono nell’impossibilità di fare il semplice dovere.

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Desideriamo realizzare l’ideale di vita religiosa e dell'apostolato sociale al quale ci siamo consacrate nella Compagnia di San Paolo per la vocazione alla quale Iddio ci ha prescelto, ci rivolgiamo a Vostra Eccellenza e filialmente, con tutto rispetto esponiamo:

1. - Che desideriamo vivere vita veramente religiosa nella osservanza reale e concreta delle nostre Costituzioni.

2. - Che desideriamo che la nostra azione di apostolato sociale si realizzi, nella pratica, conforme al criterio di organizzazione reale che dettano le nostre Costituzioni.

3. - Che desideriamo che ci mettano in condizione di compiere anche al cospetto degli uomini le responsabilità assunte al cospetto di Dio.

Vedendo che non ostante la buona volontà collettiva, le deficienze sopradette perdurano ci permettiamo rincorrere al paterno e sollecito intervento di V. Eccellenza e con filiale devozione baciamo il Sacro Anello e chiediamo una Sua particolare benedizione.

(seguono 4 firme)

Buenos Aires, 27 di Giugno del 1935.