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[Minuta]
…Al Missionario un palpito di commozione e di rispetto.
Dai
più recessi
remoti recessi della memoria, ancora mi balzano vivi i profili dei
Missionari Sacerdoti e dei Chierici che quand'ero studente a Torino a
Valdocco, da
Don Bosco
venivano là ai piedi di Maria Ausiliatrice a prendere la benedizione
della Madonna e l'ultima benedizione e l'amplesso e il bacio santo
dell'addio dal Venerabile Don Bosco e poi da quel santo che fu Don
Rua.
E
non è senza pianto che penso col cuore ai nostri fratelli che sono
Missionari al Rafat, in Palestina, là nella valle dove Sansone ha
sbaragliati i Filistei e agli altri nostri che sono in Argentina e
nel Brasile, la dove corrono i serpenti, che pur ci vengono nel
in casa.
Io
me li vedo davanti a
cavallo
non solo a San Paolo tra i nostri connazionali o al Marcos - Paz,
nella Provincia di La Plata, non solo a Rio de Janeiro tra la
gioventù strappata alle carceri e al vizio, nell'interiore del
Brasile, al Minas Gerais a cavallo con la carnagione abbronzata colla
barba fluente e il Crocifisso sul petto, arditi come i garibaldini
delle fede e della carità, con quel non so che di virile, di
venerando, di apostolico, che traspare da chi ha fatto della vita una
missione di
il sacrificio e l'olocausto più alto più augusto, dopo aver
navigato su mari sterminati, su fiumi sterminati tra boschi
sterminati, in mezzo a selvaggi armati ancora di clava e adorni di
diademi di piume.
Sul volto del Missionario risplende come un raggio di predestinazione e nel suo sguardo una luce grande di pace.
Che cosa è mai l'abbraccio di un Missionario! Non dimenticherò mai l'addio al nostro Padre Mario Ghiglione.
Io
Ero andato a Mar de Hespanha per rivedere ancora una volta prima di
partire per l'Europa quei nostri fratelli. P. Mario mi volle
accompagnare per un pezzo, fino a S. Pedro. Là vi è una chiesa
mezza
fatta
non del tutto ultimata, ma così squallida.
Quanto è commovente la partenza dei Missionari!