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[Minuta]

Riservata e personale.

Al Rev.do Don Bruno

Direttore a Cova.

Mandami il tuo preciso indirizzo.

         Anime e Anime!

        Tortona, il 19 Ottobre 1925.

Carissimo Don Bruno,

La grazia e la pace di Nostro Signore siano con te e con tutti codesti cari figliuoli.

Don Gatti é giunto, ed io ho pure ricevuto le tue graditissime lettere con ogni migliore notizia.

Et Deo gratias di tutto.

Sto preparandoti l’aiuto che mi richiedi, e già forse sarebbero partiti, se il Senatore fosse stato prima a Torino. Ora vi é tornato; già fu da Lui Don Gatti, e attendo che venga Don Adaglio, il quale si trova presso Torino con la sua famiglia che abita colà . Egli ebbe incarico di trattare col Senatore la nostra Convenzione per Cafarnao dal lato non morale solamente, ma anche quanto a condizioni nostre. Per Rodi non s’è combinato nulla: mi regolerò di quanto farà per Cafarnao.

La bozza di Convenzione che il Senatore ha mandato per Cafarnao non fu trovata sufficiente dai maggiorenti del Consiglio.

Si parla di tante buone cose, ma nulla ci si dice quanto a retribuzione. - Ora bisogna anche su questo riguardo, mettere le cose ben in chiaro, perché non voglio che i nostri poi si paghino di loro mano, e correre pericolo di fare dei ladri.

Perché, in realtà, capiterebbe poi così: che quando non si dà nulla, uno si paga da , e si finisce spesse volte di diventare o, almeno, di passare per ladri valendosi del diritto della legittima compensazione.

Or ecco che, mentre scrivevo queste parole, é giunto Don Adaglio, il quale mi dice che il Senatore Schiapparelli, oltre a dare viaggi e vitto, sarebbe disposto, se si chiede, a dare alla Casa Madre un compenso di £. 1000 annue per persona e di £. 2000 pel Direttore. - In realtà é cosa insufficiente, mi pare.

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Bisogna che pensiamo bene ai casi nostri: Noi dobbiamo pensare a creare un personale nuovo, mantenere probanti, novizi: vestirli, farli studiare etc.

Poi, per mandarli, bisogna provvederli di scarpe, di biancheria di abiti, e ci si spende dietro a ciascuno più di qualche migliaio di lire. Poi, quando uno s’invecchia, o per malattie, infortuni etc si rende inabile al lavoro, lo si rimanda a Tortona o in altre case della Congregazione, malato, vecchio, inabile etc. perché venga curato e assistito e mantenuto.

Cosa si fa con £. 1000 all’anno oggi?

Si chiede personale. Ma come si può crescerlo, formarlo, mantenerlo il personale, se quelli validi al lavoro non vengono in aiuto e nulla o poco mandano alla Casa Madre e al Noviziato?

Bisogna - di necessità - che ogni religioso faccia come fa chi é padre di famiglia: deve cioè guadagnare tanto da poter mantenere uno o due figli della Congregazione cioè novizi o studenti o eremiti giovani, per avere poi sempre il personale fresco, pronto, abile, adatto.

E poi ci deve essere un margine che vada per quando uno si rendesse inabile al lavoro o vecchio.

Perché poi me li buttano qui su le braccia, come limoni spremuti, quando, per inabilità o malattia, non servono più nelle varie Case, e ci vogliono spese per cure, assistenza. Di più: quando noi assumiamo dei giovani, come Villanucci ad es. come si fa a dare loro solo oggi £. 1000 all’anno?. Sembreremmo sfruttatori di orfani, li disgusteremo e poi finiranno di abbandonarci e li perdiamo nel più bello. Oppure, oltre le £. 1000, dovremmo, di nascosto, pagarci da noi non dando più i conti esatti? cioè: o facendo figurare di meno, o mettendo delle spese in più? Il ché é cosa che non mi va.

Domani, anche stando nei limiti dell’onesto, scoprono magari qualche cosa, e si finisce di passare per ladri. Che ne dici?

Pensa un po’, se, dopo che ci si rimette la vita, si debba correr debba correr rischio ancora di passare per ladri. Tu scrivi che attendi con ansia i nuovi assistenti maestri.

Certo, farò di tutto per mandarti dell’ajuto, ma, come si può essere incoraggiati a mandare del personale formato e con diploma, quando non si dà che £. 1000 all’anno?

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A Don Gatti io ho dato £. 500 tolte al pane di questa povera Casa: egli si é dovuto comprare parecchie cose e un soprabito: ha celebrato per più mesi secondo l’intenzione di codesti ottimi Padri Francescani, che lo ospitarono ha dovuto fare diverse spese: lui ed io fummo a Torino più d’una volta (e sono £. 50, almeno, per solo viaggio).

Ora é andato a Torino, ha dato i conti e gli hanno detto: Grazie! et satis.

È bello; ma per chi ha da vivere, non per chi deve ancora rimetterci fin la elemosina delle Messe.

Ripeto: non intendo di lasciarti imperfetto, e anzi ti darò tutto l’ajuto possibile, - però non posso mandarti maestri diplomati perché, anche avendoli, bisognerà che, allora, prima pensiamo alle nostre case qui prima che a quelle degli altri.

Di più: non allarghiamo oltre i nostri impegni: per Mangarli, se avranno bisogno di braccia da lavoro, se le provvedano e se le paghino.

Noi dobbiamo pensare che dobbiamo perpetuare la Congregazione, e prima di tutto, andare là dove possiamo avere i mezzi per mantenere i Noviziati e probandati. Ti pare?

Quindi tu fa costà dove sei quanto più potrai, ma non sciuparti e non allarghiamoci costì di più, perché la Congregazione non intende di fornire un personale che verrebbe lì, a sacrificarsi, senza speranza di potere neanche dare aiuti sufficienti per creare man mano altro nuovo personale che, noi invecchiando e cadendo, valga a sostituirci almeno, se non ad allargare di più (come si dovrebbe) le tende della Divina Provvidenza.

Questa lettera é riservata a te solo: tu la leggi due o tre volte, e poi me la rimandi, per raccomandata. Essa ti dice il nostro pensiero per tua norma.

Tu sii prudente con tutti. Vedi di sapere che condizioni hanno col Professore codesti fratelli delle scuole cristiane. - Però senti tutto e taci su tutto questo, né esprimere giudizi.

Vedi di diventare molto prudente: cortesie molte con tutti e a tutti, però parla poco e ascolta molto: fidati poco poco poco.

Rileggi le tue lettere che scrivi ad altri che a me, per poter correggere qualche errore di forma che ti sfugge pel molto lavoro.

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Ti farò sapere chi mando, e quando é che partirà (se é uno) o partiranno se potranno essere in due. Non temere per tutte le cose che ti scrivo.

Penso che i patti che il Senatore vuol fare per Cafarnao, siano gli stessi che fa per Rodi.

Dice che fa così con tutti: con i Salesiani e con i fratelli delle scuole cristiane, ma ritengo che poi questi, o prenderanno altro dagli alunni, o avranno sussidi dal Governo, oppure succederà che metteranno poi spese in più, per fare la legittima compensazione.

Noi dobbiamo fare così?

Proprio che non mi andrebbe affatto.

Scrivimi dunque qualche cosa subito, per…