V076T207 V076P168

[Minuta]

Eccellenza Rev.ma,

Riferendomi a Sua venerata lettera che riguarda diretta a Tortona forse di forse una dozzina di che riguarda la nota persona:

I. Mi fò dovere far conoscere che io non ebbi dall’America alcun documento da trasmettere ai parenti della defunta Maestra o da altri.

Ho ricevuto una procura e di essa mi a me intestata ed io della quale avrei dovuto servirmi di essa per fare girandola per non venire come pensavo fare, il che poi non mi un atto da trasmettere costà per evitare di venire io in persona personalmente, - ma mi é stato impedito per sopravvenuta situazione volubilità e mutazione del Tizio.

II. Prego V. Eccellenza di credere che il mio silenzio da me tenuto specialmente con la Eccellenza Vostra non va non è affatto da ritenersi mancanza di rispetto e dirò, di venerazione e conosco V. verso la dignità e verso la Persona della Ecce di V. Ecc. né va interpretato disinteressamento del doloroso caso.

Domani in Paradiso si vedranno le cose come stanno.

Conosco V. Eccellenza da molti anni attraverso qualche Suoi antichi condiscepoli di studi a Roma e poi conosco le sue opere pubblicazioni e lavori, assai prima che Ella fosse chiamata a Roma e ne ho avuto sempre concetto altissimo concetto.

Dei lapsi come forse V. Eccellenza che sono con me non ne parlo e non ne scrivo, specialmente se danno dolori perché questi sono per me. Se dovessi Credo siano più di quaranta. Ora.

Non intendo con questo scusarmi i miei peccati e deficienze in tutto che posso aver mancato.

Quanto all’individuo egli lasciò il posto, che la Divina Provvidenza gli aveva dato, con sentimenti non buoni deciso di venire in Italia.

Portò con sé Sciupò molto danaro in un modo indegno.