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[Minuta]
Amiamo il Papa!
Amiamo il Papa! Come è dovere dei figli amare il padre, così è dovere dei cattolici amare il Papa.
Amiamo
Il Papa perché
Egli
è il Vicario di Gesù Cristo in terra e il Capo supremo infallibile
della Chiesa: è il vero nostro
Padre della Fede e delle anime nostre.
Amiamo il Papa! Egli è condotto e ispirato dallo Spirito Santo.
I giudizi del Papa non hanno nulla di comune co’ giudizi precipitosi e riscaldati degli uomini di partito.
Il
Papa è la
pietra
base morale e inconcussa non soltanto della Religione
Chiesa e della Religione, ma anco della società umana, ed è Lui che
affranca la Chiesa da ogni errore, e la sua infallibilità su quanto
si riferisce alla fede e ai costumi si congiunge alla infallibilità
di Cristo Dio!
E
sin anco alla vigilia della sua morte, Gesù Cristo con
dà a Pietro e
suoi successori,
cioè al Papa, l’ufficio di
confermare nella fede i suoi fratelli.
E dopo la resurrezione, quasi sul lasciare gli Apostoli, Gesù conferisce a Pietro e à Suoi Successori il potere promesso, e lo costituisce Pastore de’ suoi agnelli e delle sue pecorelle, ciò di tutto il mistico ovile della Chiesa.
E
così Pietro
cioè
il Papa è il Pastore Capo
supremo
universale!
Amiamo il Papa!
Allorquando sorgono questioni religiose intorno alla fede è con giudizio del Papa...
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...
e tenere fermamente la tua comunione, cioè vale
a dire
l’unità
della Chiesa Cattolica”.
Sempre
lo stesso San Cipriano nel suo Trattato dell’unità della Chiesa,
dice
scrive: “Chi abbandona la Cattedra di Pietro, sopra cui la Chiesa è
stata fondata, può egli mai presumere di essere ancora nella
Chiesa?” Sant’Ambrogio (IV secolo) dichiara che “Ubi Petrus,
ibi Ecclesia” - “dove è Pietro, ivi è la Chiesa”, e che
“dalla Sede di Pietro emanano i diritti di comunione su tutti i
cattolici”.
S.
Gerolamo (secolo…) ci
insegna
così scrive a Papa San Damaso: “Io sono unito con Vostra Santità,
vale a dire colla Cattedra di Pietro: io so che sopra di questa rocca
la Chiesa fu edificata: chi non raccoglie con Voi, disperde: cioè,
chi non appartiene a Cristo, è un anticristo”.
Ottato
Millevitano (secolo…) così incalzava Parmeniano, scismatico
donatista, il quale pretendeva rimanere cattolico senza sottomettersi
al Papa, come fanno
pretendono oggidì democristi
così
quelli della Lega Democristiana che in queste
ultime settimane
questi giorni si riunirono a Congresso a Bologna, i quali pure -
insieme con altri modernisti e semi modernisti di mia conoscenza -
pretendono rimanere cattolici senza dover stare in tutto, che
riguardi la fede e la morale, col Papa. Diceva dunque Ottato a
Parmeniano: “Tu non se così audace da negare, che la Cattedra fu
dapprima conferita a Pietro nella città di Roma, dove Pietro sedette
qual Capo degli Apostoli... a ciò per mezzo di Lui, l’unità
potesse
della Cattedra potesse conservarsi da tutti, e gli altri Apostoli non
potessero pretendere di avere ciascuno la sua cattedra. Così che
quegli fosse scismatico
e peccatore, il quale volesse collocare un’altra Cattedra in
opposizione all’unica.
Una sola adunque è la Cattedra, che è la prima proprietà della Chiesa”.
San Prospero (V secolo) nel suo Carme de Ingratis, così canta: Roma, la sede di Pietro, la quale, essendo divenuta il capo dello onore pastorale a tutto il mondo, tiene per mezzo della religione tutto ciò che non possiede colle armi.
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E san Pietro Crisologo (V secolo) Vescovo di Ravenna, e a noi servi della Divina Provvidenza particolarmente caro, così scrive ad Eutiche, monaco di Costantinopoli: “Io ti esorto ad osservare con obbedienza le cose scritte a te dal Beatissimo Papa della città di Roma, poiché il Beato Pietro, il quale vive e presiede nella sua sede, presenta, a coloro che la cercano la vera fede”.
Non
rimane perciò
alcun dubbio: fino dai primi secoli il Vescovo di Roma, cioè il Papa
Romano
Pontefice
fu ritenuto il centro della
fedeltà
dell’unità cattolica.
In
breve
Prima del secolo ottavo, cioè prima di Fozio tutta
quanta la Chiesa
riconosceva senza contrasto nel Vescovo di Roma il proprio Capo e
vincolo d’unione avente per divina istituzione autorità suprema di
magistero e ministero non solo sopra i singoli Pastori, considerati
ad uno ad uno, ma
sopra tutti
anche insieme raccolti.
Ond’è che se vi è cosa storicamente indubitata è questa che il Vescovo di Roma, qual Successore di Pietro, fu sempre venerato da tutta la Chiesa pacificamente come il Padre, il Maestro e il Giudice inappellabile della fede, il centro della unità cattolica, a Cui tutti, - Pastori e fedeli, - debbono riverenza ed ubbidienza esterna ed interna per guisa che, chi è separato, nella fede e nella morale, da Lui, cessa di appartenere alla Chiesa di Gesù Cristo.
Chiniamoci davanti al Papa riverenti, e seguiamolo.
Egli ha le parole di vita eterna.
Da
quel dì che S. Pietro stabilì la sua sede in Roma, tutte le Chiese
d’Oriente e d’Occidente tennero volto ad Essa i
loro
lo sguardo e la riconobbero loro Madre e Maestra.
Mi è impossibile citare tutte le testimonianze di Santi e di Vescovi dei patriarchi insigni d’ogni genere che mostrano come tutta quanta la Chiesa di Concili particolari e generali, di scrittori ecclesiastici e degli stessi eretici, e d’altri monumenti gravissimi
A
lei devono
deve ricorrere ogni altra chiesa; ossia i fedeli tutti di qualunque
parte essi siano: per mezzo di Lei i fedeli d’ogni paese sempre
hanno conservato le tradizioni degli Apostoli.
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… che
è oggi il Successore di San P Pietro non avrò bisogno d’altro per
persuadermi che egli ed io abbiamo le stesse idee e gli stessi
sentimenti in tutto ciò che riguarda la religione e la morale
(fratello di S. Ambrogio).
Il
Papa ora
ritenuto quale
fu riconosciuto centro dell’unità cattolica sempre, anche
nei
sin dai primi secoli del cristianesimo, tanto in oriente come in
Occidente.
S.
Ireneo, discepolo di San Policarpo Vescovo di Lione del II° secolo,
e Primate delle Gallie, affermava: “che
tutti
i fedeli, di qualunque luogo, debbono
mettersi d’accordo
colla Chiesa a
cagione
di Roma pel
suo preminente principato. A Lei deve ricorrere ogni altra chiesa;
ossia i fedeli tutti, di qualunque parte essi siano: per mezzo di Lei
i fedeli d’ogni paese sempre hanno conservato le tradizioni degli
Apostoli.”
S.
Cipriano che
è del terzo secolo
poi Primate di tutta l’Africa e che soffrì il marririo nel 258 non
poteva usare espressioni più forti di quelle che usò, scrivendo
così a Papa San Cornelio “Tutti i nostri colleghi debbono
approvare la stessa legge: ricevere gli stessi Sacramenti e riverire
nella sua augusta persona lo
stesso unico
un unico Capo”.
E altrove dice: “Vi ha un solo Dio, un solo Cristo, una sola Cattedra fondata sopra di Pietro dalla voce del Signore, e che sopra di Lui Egli edificò la sua Chiesa”.
E
solamente il Papa ci fa conoscere tutto
questo in modo e facile e certo. Perché, sapendo noi che tutti i
figli della Chiesa devono credere e fare sapendo
noi
quanto il Papa insegna di credere e di fare, ci basterà conformare
la nostra fede con quella del Romano Pontefice e tenerci stretti a
Lui con amore e riverenza, per essere certi che la nostra fede è
quella dei veri seguaci di Gesù, che sono sparsi in tutto il mondo,
e che noi siamo legati con essi coi dolci vincoli dell’unità
cattolica.
Così,
qualunque uomo di questo mondo incontrerai
io incontri, se egli mi assicura che riverisce il
successore
per suo Padre Benedetto XV, che l’altro jeri
era Leone XIII: jeri
era Pio X: oggi è Benedetto XV, amici, per noi non ci deve essere
differenza, è sempre il Papa che vediamo, è sempre il Papa che
amiamo, è sempre il Papa a Lui vogliamo
diamo
dobbiamo tutta la nostra venerazione, tutta la nostra obbedienza di
discepoli e di figli.
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Quelli
Coloro che esaltavano jeri
Pio X per
coll’intento di
fare
indegno di scomparire
diminuire la figura di Leone XIII: coloro che oggi esaltano Benedetto
XV coll’intento di far
passare abbassare poco meno che
annullare Pio X sono denigratori, non sono figli. Sono quelli che
domani
cercheranno domani di denigrare l’opera di Benedetto XV
arrampicarsi
quando per
quando il nostro Santo Papa avrà compito la sua giornata, (che Dio
prolunghi senza fine) e lo Spirito di Dio darà a Lui un Successore.
Amiamo il Papa.
È Gesù Cristo stesso che ha conferito a Pietro, cioè al Papa, la prerogativa della infallibilità quando gli ha promesso di farlo pietra fondamentale della Sua Chiesa, e perciò di tutta la Chiesa, di tutti i secoli, pastori e agnelli senza differenza: pietra che deve sostenere, dare solidità all’edificio tutto e formare con esso una cosa sola.
Poi Cristo dà a Pietro e ai suoi Successori le chiavi, emblema del potere amplissimo, le chiavi del Regno dei Cieli.
E lo assicurò che le decisioni sue e dei suoi Successori avrebbero la loro sanzione in cielo.
Dobbiamo
dunque venerare nel Papa il centro dell’unità cattolica, e tenere
sempre gli sguardi rivolti a Lui e ai Vescovi che Egli ci manda per
stare bene attaccati
per guidarci nel Nome di Dio e in
nome
Suo ai pascoli salutari della vera dottrina di Gesù Cristo e non
pretendere di camminare per una via diversa.
È
pure nostro dovere, se vogliamo essere cattolici di fatto, e non
solamente di nome, solamente
stare col Papa in tutto: approvare ciò che il Papa approva e
condannare ciò che il Papa condanna, senza andare più in là né
più in qua.
Il
Papa è il Padre della grande famiglia cristiana: dunque noi lo
dobbiamo, amare, ubbidire, aiutare ed
assistere
e consolare in tutti i modi possibili, e pregare ferventemente per
Lui, come già facevano i primi cristiani per San Pietro.
Non togliamo né aggiungiamo nulla di ciò che il Papa vuole, di ciò che il Papa dice, di ciò che il Papa desidera o comanda.
Egli
ha le parole di vita eterna: Non restringiamola
né allarghiamo. La
verità è la verità.
Seguiamo il Papa, e basta!
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Ricordiamoci
che, se Iddio disse ad Abramo, padre dei credenti: “Io benedirò a
quelli che ti benedicono e maledirò a quelli, che ti maledicono”,
assai più dovremo noi aspettarci, o
miei Amici
le più elette benedizioni di Dio, se noi renderemo il dovuto
rispetto al Padre di tutti i cristiani, al Vicario in terra di Gesù
Cristo.
Mentre
E, al contrario, dovremo temere i castighi e le maledizioni più
terribili, ove noi, invece di onorarlo
amarlo, di ubbidirlo, di onorarlo il Vicario di Gesù Cristo e
confortarlo dessimo
qualche aiuto alla bandiera dei suoi nemici e non fossimo con Lui con
Lui
Lo avessimo amareggiato e vivessimo lontani da Lui.
Aderiamo
Amiamo il Papa e la grandezza del Pontificato.
E aderiamo alle sue parole, ai desideri del Papa, semplicemente, cioè da figli, da veri, da buoni figli.
E aderiamo non solo esternamente, ma anche internamente con piena adesione di intelletto e di cuore, senza entrare in questioni inutili e pericolose.
E
in quelle cose che non toccano la infallibilità, governiamoci col
Santo Padre, come
figli cerchiamo di estendere l’influenza di figli
con riverenza e con affetto, ubbidiamogli come figliuoli
e non siamo mai di quelli che sembra mettano ogni studio per ridurre
ai minimi l’autorità del Papa.
Amiamo il Papa!
Prima pagina Nuovo Vescovo - Amiamo il Papa.
Mons. Albera - Mgr. Daffra In memoriam.
Congregazione Mariana - La nostra Tipografia.
Gli abiti del Santo Padre - Pio X - San Prospero.
La Monaca di Taggia.
Come preservarci - i nostri Chierici ai Seminari.
Offerte.
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… che si devono definire.
Egli solo ha il primato di onore e di giurisdizione su tutto il mondo cristiano; egli è anche il Pastore dei Pastori e solo Lui è Dottore e Maestro universale e infallibile per autorità divina, che a Lui viene non dalla Chiesa, non dai Concili, ma da Cristo solo.
Amiamo dunque il Papa!
Amiamo
dunque bene il S. Padre
Il nuovo Papa Benedetto XV che
è il Papa
è a noi dato dallo Spirito Santo: inchiniamoci prostriamoci
riverenti davanti a Lui che è il conservatore incorruttibile
incorrotto e incorruttibile della dottrina di Gesù Cristo.
Con ossequio sincero e profondo
L’amore al Papa e alla Chiesa teniamo sempre vivo nei nostri cuori parliamone sempre con venerazione.
Origene, che visse dall’anno 185 al 253, scrive: “a Pietro fu dato il supremo potere di pascere il gregge, e sopra di esso, come sopra d’una rocca, fu fondata la Chiesa”.
(Tertulliano
116 - 245)