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+ Anime e Anime!
Tortona, il 21 ottobre 1922.
Caro Don Martinotti,
Ricevo tuo espresso del 19 corr.
È una gran pena per me non poter venire, ma bisognerebbe trovarsi nella mia situazione per capire certe e tante cose!
Ho anche ricevuto lettera dal Conte, ma pazienza! si fa quel che si può, e poi il resto lo farà la mano di Dio.
Non mi rimorde la coscienza per S. Severino, perché so di avere dato tutto l’ajuto che potevo; avrei forse mandato qualche assistente più giovane di Valentino e quindi più valido a salire e scendere, ma non ti devo nascondere che avrei sempre avuto timore che non si fosse trovato in un ambiente adatto al suo bisogno spirituale, come tu stesso mi hai detto, oppure troppo libero e troppo esposto a pericoli, malgrado ogni tuo buon volere.
Se
rifletterai umilmente
e
serenamente su questo, penso che la sentirai con me. Tuttavia non
lascierò
di dare ogni possibile e maggiore ajuto
e conforto a te come a tutti voi, e confido in Dio e nella SS.
Vergine di poterlo fare e presto.
Sono
anche, in massima, favorevole a portare a S. Domenico l’Istituto
del S. Cuore, facendo un cambio provvisorio col Ricovero, mediante
Convenzione,
e restando sempre proprietà nostra l’attuale locale a Castello, a
meno che anche
si potesse legalmente
(il che ritengo impossibile), fare l’esproprio di S. Domenico e un
cambio radicale.
Io verrò al più presto, ma non mi è possibile determinare ancora il giorno, e mi è gran pena!
Quanto al caro Don Saroli le notizie che mi dai certo che mi addolorano e tanto, - e sono disposto e pronto a trasferirlo subito in clima più caldo.
Ma vedi; a Messina ora (dico pel momento) non posso, e poi già vi ho dovuto mandare un malato: il Ch.co Rossi, dichiarato tubercolotico avanzato, ma egli è Chierico solamente, e potevo ben mandarlo.
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Quanto a Reggio Calabria il trasferimento di Don Biagio a San Remo non si può fare per gravi ragioni addotte dallo stesso Don Biagio nei rapporti colla sua famiglia e
parenti che stanno a S. Remo. E a Reggio ci sono poi già due Sacerdoti, più che sufficienti, data la nostra scarsità ora di Sacerdoti.
Quindi
io ti prego di questo
un favore, ma prima avverti quanto ti premetto: posso mandare subito
il D. Saroli a Roma,
o a Cassano
o a Prunella.
A Roma sia alla Colonia che a San Giovanni, ma a San Giovanni c'è,
d’inverno,
meno
vento,
che alla Colonia, e, siccome egli si sente molto portato per
esercitare il Ministero, avrebbe
un campo immenso di lavoro,
quando si sentisse bene, e se gli continuano le febbri, vi sono a San
Giovanni altri che lavorano possono [lavorare].
Alla Colonia, invece, se cade malato, non so come farebbe, poiché
andandovi lui, dovrei pur levare Don Castegnaro, perché sarebbe
troppo
lasciare là tre preti: Don Segalerba, Don Saroli e Don Castegnaro.
Potrei
mandarlo subito anche a Prunella, tanto più che il Don Melomo chiede
di andare alcuni giorni al suo paese di Cassano, anche per dire la
sua Iª
Messa in paese, per
in occasione dei
Morti
possibilmente, e così me ne varrei per
trasferirlo,
(come egli desidera), da Prunella ad altro posto.
A Prunella dicono ci sia la mal aria, ma d’estate, e quindi potrebbe il D. Saroli starvi in questi mesi, fare quel poco che può, ajutato (in caso si ammalasse) dal Can.co Margiotta che egli conosce bene.
In estate poi lo trasferirei o a Messina o altrove: in estate fa caldo da per tutto.
Anche a Cassano Ionio potrei subito trasferirlo, poiché Don Manca, avendomi chiesto di venire in America, quel posto sarebbe pronto subito, e vi sarebbe un piccolo probandato.
Ora tu mi fai il favore, senza dirgli che io sono pronto a mandarlo sia a Roma, (o alla nuova Parrocchia o a Monte Mario) che a Cassano o a Prunella, - tu parla con lui,
tu come tu, e vedi e senti un po’ dove gli parrebbe di poter stare meglio, ed io lo destino senz’altro là. Che posso fare di più?
Io non desidero altro che di ajutarvi, cari miei figli, sia nello spirito che nella salute.
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Se potessi oggi mandarlo subito in Sicilia, senz’altro lo manderei, ma vi è colà tutta una situazione che va trasformata con tatto e con pazienza.
Sono pronto, se lo credesse, a togliere anche Don Gild da Cassano, perché è ottimo Sacerdote sì, ma un po’ strano. A Prunella potrebbe certo fare bene, perché c’è anche il Santuario dell’Addolorata, e un gruppo di probandi.
Mi pare avere detto abbastanza: tu fa le cose bene, ed io sto a quello che tu mi dirai, dopo che avrai compreso in quale posto gradirebbe essere, sia per lavorare che per meglio
rimettersi, con l’ajuto del Signore.
Questa mia vi giungerà, spero, lunedì 23 corr., festa di S. Severino: non è il San Severino vostro, ma fu gran Vescovo anche Lui, a Bordeaux.
Egli, come il vostro San Severino, sopra tutto e in tutto riposò sempre nel Signore, poiché il Signore è l’eterno riposo dei Santi.
E così speriamo sia già oggi il Signore il riposo del nostro Don Quadrotta, e domani il riposo nostro, per la misericordia sua.
Preghiamo per il nostro fratello ch’è morto, e siamo pronti a rigettare ogni cosa e noi stessi per vivere solo di Dio e per Iddio.
Benedico a Te, a Don Saroli, a tutti in Gesù Cristo e in Maria SS. e sono il tuo aff.mo come padre nel Signore
Sac. Orione della Div. Provv.za