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+ Anime e Anime!
Tortona, il 4 Genn. 1926.
Caro Don Martinotti,
Pax et bonum! - Mi arriva la tua lettera da Roma, che io non ti ho ancora potuto scrivere.
I)
Ti mando quella pratica del Can.co Trotti, che
egli dovrebbe rifare
il
testamento,
perché esso sia
valido;
- questa copia che mando la fece il notaio Candiani di Venezia, che è
dei primi
notai
d’Italia, è quello che è il notaio Buttaoni a Roma.
Digli anche che i beni immobili (per non dovere pagare alla sua morte quasi il 50 per 100 di tassa eredità), sarebbe bene che ne facesse subito un’apporto o vendita fittizia alla nostra Società Anonima. - Nessuno sa niente: egli gode tutto fin che vive, e, quando morisse, non ci resta più nulla da pagare. Diversamente metà quello che egli lascia, va
in bocca all’Agente delle tasse, al Governo per tasse successione tra estranei.
Noi potremmo a Sua garanzia, rilasciare un documento da restare, sua vita naturale durante, in mano dell’Autorità Ecclesiastica o di persona di sua e nostra fiducia.
Attendo di conoscere qualche cosa in proposito.
2) Ti mando una lettera del Ch.co Isella; vedi, insieme con Don Remo, che cosa dobbiamo fare.
3)
Mi scrive Don Remo che i libri Mg.r Vescovo li lasciò alla
Seminario di Fano, ma che, facilmente e più
in là,
si potrà acquistare, con
convenienza,
qualche cosa come anello o collana con croce etc. E va bene.
4) Sono disposto a fare quanto è in me per dare ricovero tanto alla donna, di quasi cinquant’anni, che fu a servizio del Vescovo, e che ora si trova senza niente, come pel domestico.
Tu li conoscerai certo meglio di Don Remo e mi potrai subito informare. - Me ne scrisse Don Remo, - a lui ne ha parlato la sorella del Vescovo.
5) Subito (o quasi) dopo la Epifania, verrà a fare un po’ di Esercizî agli Artigianelli Don Cesare Pedrini.
Unisco cartolina che comunichi a D. Remo e a D. Repetti, se è tornato.
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6) Tuo zio ha scritto a Don Sterpi che egli è sfinito, ed ha bisogno di riposo.
Andò anche dal Cardinal Lega a pregarlo che lo esoneri, - questo lo so dal Cardinale stesso.
Intanto c’è Don Garberoglio gravissimo, e a letto. Per questo Don Sterpi è andato a Roma, dove ora si trova anche per altri interessi non potendoci andare io subito.
7) Avrei deciso di trasferire tuo zio in posto più adatto, e non più di responsabilità, dato che poco più ci vede. Ma vorrei prima combinare con lui, e ora Don Sterpi lo sentirà
in proposito.
8) Gli ho telegrafato se poteva condurmi su D. Garberoglio, ma risponde che è gravissimo. Io non lo credevo ancora in quello stato, perché sai come sono i tisici, un po’ su un po’ giù. Però ora mi ha scritto Don Risi che è in pericolo grave di morte.
9) Ora mi sarebbe venuto in pensiero, - o di mandare subito te, provvisoriamente,
a sistemare ogni cosa a Squarciarelli e a fare partire tuo zio di là; - oppure ti vorrei mandare ad aiutare Don Cremaschi, il quale oggi si trova a Bra in un grande e urgente lavoro di rimodernare tutta la Casa; e da solo vedo che non ce la fa, e il guajo si è che, - dopo il 7 corr. mese, avrà una ispezione medica governativa. Non sappiamo il giorno.
Egli è solo, ha da fare scuola, e in queste faccende (in agibilibus) mi pare un po’ lento.
10) Ti sentiresti di andare là, e di dargli una mano forte e svelta?
Diversamente corriamo pericolo che ci venga chiusa la Casa.
Tuo
zio ha
chiesto
avrebbe deciso di andare per un po’ di tempo a Torino, ma non so se
non gli converrebbe più, col freddo ora così
rigido di Torino e umido,
fermarsi in clima mite, come alla Colonia di Roma (dove già sono
due preti),
e quindi non avrebbe più il lavoro d’una volta, oppure in qualche
Casa presso il mare.
11) Tu l’hai veduto a Roma? Cosa mi diresti?
Io tengo già il Sacerdote da mettere agli Squarciarelli, - però da una parte vorrei che tu potessi fare una corsa agli Squarciarelli, vedere tuo zio: capire un poco là che posizione
è, che debiti ci sono, che situazione lascia: confortarmelo un poco (egli ha scritto a Don Sterpi che non scrive a me, perché non gli ho risposto); ma io, in realtà, è da prima della malattia che non ho ricevuto una riga da tuo zio, - e so le cose ora a traverso gli altri.
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Ad es. questo di essere andato dal Cardinale Lega a rinunciare, mi pare sia stato un
passo che non doveva farlo, e non lo so da lui.
D’altra parte avrei caro che potessi ajutare Don Cremaschi a sistemare la Moffa.
Sia che da una parte che dall’altra, è cosa urgente.
Vedi tu, io ti lascio di fare in Domino quello che meglio credi. Ciò che importa è di fare presto, tanto da una parte che dall’altra, - perché a tuo zio ho telegrafato che avrei
mandato un sostituto entro la settimana, - e a Villa Moffa, ci pende, d’altronde, una spada di Damocle sulla testa.
12) Tu basta che mi telegrafi senza dire «io vado» ma un telegramma combinato che dica: nipote giungerà Grottaferrata (oppure Villa Moffa) giorno tale. Tanto che io possa capire. Va bene?
Se hai un baule con robe o libri lo spedisci a Quarto dei Mille (Genova) Casa della Carità «Piccolo Cottolengo Genovese» presso Chiesa di San Gerolamo. Così ti rifaremo di roba per la tua partenza che è prossima. Però ti porti dietro quanto ti è necessario a coprirti bene, bene, bene, e a cambiarti la roba di dosso, almeno per due cambi.
Attendo telegramma.
Sono molto molto contento del bene che ti hanno fatto gli Esercizî, ed ora sarai contento che li facciano anche i tuoi giovani.
Ti saluto e abbraccio in osculo Christi, e ti sono aff.mo come padre nel Signore e nella Madonna
Sac. Luigi Orione
della Div. Provv.
P. S. Penso al dolore che proverai a lasciare San Severino, e ti sono vicino con lo spirito, ma ci ritornerai prima della partenza oltre mare. Getta nel Signore la tua anima e Dio ti
conforterà.