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+      Anime e Anime!

Tortona, il dì 11 dic. 1926

-sabato-

Mio caro figliuolo in Gesù Cristo,

La grazia e la pace di N. Signore siano sempre con te!

Non ti ho potuto scrivere prima, e non ho voluto farti scrivere da altri.

Sono stato qualche giorno ancora non bene, e, tra di me, temevo in una ricaduta. L'altra notte non ho chiuso occhio: Dio sia benedetto! - Oggi va meglio; Dio sia

benedetto! - Se va come oggi, in pochi giorni mi rimetto, ma tutti vogliono mandarmi via di qui, in riviera. Come potrei fare a vivere a San Remo? Mi è più caro morire qui, nella povera Casa della Div. Provvidenza, tra i nostri ragazzi poveri. Però finirò di dover fare come vogliono. Adesso va meglio, e Deo gratias.

Ora vengo a te. - Ho ricevuto la tua bella lettera; fatti coraggio: umiliamoci sempre ai piedi di Gesù, ma diciamo a N. Signore che vogliamo riparare e amarLo e servirLo ed essere i trofei della sua misericordia.

Confida molto nella Madonna SS.

Ora va a fare gli Esercizî. Ti direi di andare a Roma, o dai Passionisti a S. Giov. e Paolo, o dai Gesuiti, o in qualche altra Casa religiosa. Se però tu avessi già pensato di andare in qualche altra Casa Religiosa, va pure liberamente. - Ti mando ogni benedizione.

Mi farai sapere dove sei, col preciso indirizzo. Poi ti volevo proporre una gran cosa, e mi faresti anche una carità.

La mia proposta, - che su cui tu vorrai pregare nei Santi Esercizî, - sarebbe che tu andassi Missionario, con alcuni migliori dei nostri, - dove (dopo averci pregato anch’io) ti dirò.

A tuo zio, farò io da nipote, e sta tranquillo. Ti parlo da padre in Gesù Cristo, e ti apro davanti un grande campo di lavoro nella carità del Signore e delle anime, - Potrai fare, e farai un grande bene, - Abbi questa mia proposta - di cui ti proibisco di parlarne per ora a nessuno - abbila come la dimostrazione più bella e più santa della fiducia che ho in te,

con l’ajuto di Dio.

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Ho bisogno che tu sia tutto tutto del Signore, ed ho bisogno di te.

Aspetto molto, molto, molto ancora da te, e dammi questa consolazione di vederti un Apostolo.

Iddio ti ha dato tanto cuore: dallo tutto e datti tutto a Gesù: Iddio ti ha dato tanti ajuti, tante grazie, tante misericordie: sii degno di Gesù, e vero e santo Sacerdote di Gesù

Cristo. Forse Iddio ha permesso questo, perché noi ci conoscessimo un po’ di più.

Quando non ci sarò più, sarai di quelli che pregherai di più per me, e che terrai forte perché la nostra Congregazione mantenga lo spirito di fede, di umiltà, di carità, di sacrificio, di lavoro per le anime e per il Papa e per i Vescovi e una grande divozione a Gesù Crocifisso e alla Madonna.

Tienila questa lettera che ti scrivo piangendo, ed abbila quale pegno del mio grande affetto in Gesù Cr. per te, e quasi come mio testamento spirituale e verso di te e verso la

nostra Cara Congregazione.

Vedi di lasciare San Severino in pace e buoni rapporti con tutti; - io ti ci farò ritornare presto; anche, magari, per qualche giorno, ma converrà fare così, più d’una volta.

Fai su tutta la tua roba, ma ti porti una valigia col più necessario.

L’Amministrazione la passi a Don Remo, al quale (come pure al Don Repetti)

scriverò parole di conforto stassera, anche perché alla tua partenza abbiano qualche conforto in Domino.

Ora finisco. In questi giorni pregherò particolarmente per te, figlio mio.

Tu attendi ora alla tua anima: prega, sta raccolto: - fa una buona confessione, principio e fondamento d’una vita veramente santa.

Raccomandati ad ogni ora alla Madonna. Mi viene in mente una cosa: se non trovassi da metterti bene a Roma o altrove per gli Esercizî, e volessi andare a Sant’Alberto, là c’è Don Draghi, e per la Confessione potresti, dopo due o tre giorni, andare a Varzi dai Cappuccini che è lontano un’ora e mezza.

Bisognerebbe che tu fossi bene coperto, perché è a 700 metri.

Si discende a Voghera e c’è l’automobile per Varzi, due o tre volte al giorno.


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Non si va fino a Varzi, ma si discende a Molino del Conte, e di lì si va a Pizzocorno e da Pizzocorno a Sant’Alberto.

Se avessi valigia, la lasci a Molino del Conte, dove c’è un Albergo, e mandi poi fra Basilio a prenderla.

Da Molino del Conte a S. Alberto ci sono circa due ore.

Non bisogna correre: non devi sudare. Caso mai, ti unisco due parole. Là non c’è che Don Draghi, due Eremiti ciechi, fra Basilio e un ragazzotto. Più la madre di Don Angelo Bariani e un’altra vecchia donna, che fanno da mangiare, un po’ alla buona, ma come in famiglia.

Basta, finirò. Il Signore sia sempre con noi. Fammi subito sapere qualche cosa.

Io mi fermerò qui ancora parecchi giorni.

Sta sempre col Signore in tutto,- e preparati del bene per l’anima e per l’eternità.

Ti benedico con cuore di padre in Gesù Cristo.

Tuo aff.mo

Sac. Orione d. Div. Provv.