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Tortona, 30 Dicembre 1930.

Sia lodato Gesù Cristo!

Caro Don Martinotti,

La grazia e tutti i conforti di Nostro Signore siano con te!

Don Sterpi mi ha dato il biglietto, che per me hai accluso nella lettera a lui, ma non ho potuto leggere quanto hai scritto a lui, perché egli dovette subito partire per Mursecco.

Tuo zio aveva sempre tirato innanzi press’a poco come prima; - e da non molto Don Giorgis, scrivendomi, non mi aveva detto nulla di lui mentre mi parlava della Casa di Mursecco.

Anche quelle Suore mi scrissero per Natale, ma senza dirmi nulla di nuovo né mi parlavano di tuo zio.

Quando, tre giorni fa, ricevetti un telegramma da Don Giorgis che tuo Zio era gravissimo.

Era già tempo d’andare a letto, un po’ prima di dare la buona notte, dopo le preghiere della sera.

Ho raccomandato a tutti di pregare e di fare la Santa Comunione il dì dopo.

E subito la mattina ho mandato su tuo nipote (Rubinelli), insieme con

Pasqualone, perché nel telegramma Don Giorgis mi diceva di mandare sù un uomo che potesse aiutarlo, - ho capito, era per certi servizi, che non potevano fare le Suore, né era conveniente.

Don Sterpi era corso a Venezia per scongiurare il grave pericolo che un nostro Sacerdote fosse arrestato; Don Vincenzo Bormini, Direttore Istituto Artigianelli, la grazia si ottenne, ma egli giunse solo il dì dopo; - ed io non mi potevo muovere di qui.

Il dì dopo, Don Giorgis telegrafò ancora, e poi telegrafò anche tuo nipote, che lo zio era passato santamente a miglior vita alle 4 di sera. Telegrafai anche a Torino, a tua sorella, e a Don Cremaschi, che andasse.

Intanto giunse Don Sterpi, ed è andato anche lui, poiché doveva poi recarsi anche là vicino per interessi, e mi chiese di andar lui.

Stamattina gli ho detto la Santa Messa e tutti gli altri Sacerdoti anche.

Ieri ci siamo recati subito a pregare riuniti tutti in San Michele, e poi si disse il Rosario da morto, e stamattina tutte le Sante Comunioni, anche delle Suore, furono per Lui.


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E si continuerà per un mese; al Noviziato di Bra, qui e a Voghera; a Roma, a San Severino Marche e a Squarciarelli si farà, in ogni posto, un ufficio funebre con Messa cantata; oggi ne ho scritto anche alle altre Case d’Italia e a Mgr. Felice, e comunicherò la morte all’Arcivescovo di Vercelli e al Parroco di Villa del Bosco.

Anche voi altri celebrate le Sante Messe di Regola fate in codesta Casa anche un Ufficio con Santa Messa cantata.

E tu, caro Don Martinotti, non dimenticherai mai, ne sono più che certo, di pregare per l’anima dello zio, che ti ha fatto da padre e ti ha avviato per la via santa di Dio e del

Santuario. Io ti prometto che non lo dimenticherò; - egli fu uno dei primi ad avere fiducia nella nascente nostra Congregazione.

Iddio, che ci lascia vivere e ci chiama a Sé, secondo che è più utile all’anima nostra, lo accolga nella Sua pace, e lo circondi della Sua gloria. E, poiché «merces nostra in

coelis est», dia a Lui la mercede che il Signore dà ai suoi servi buoni e fedeli.

E tu confortati nel Signore, e non lasciarti dominare da quella tristezza, che non è cristiana, ma di quelli «qui spem non habent».

«Spes nostra immortalitate plena est».

Viviamo di fede e di viva speranza nel Signore, e nella morte dei nostri cari conformiamo la nostra volontà alla santa volontà di Dio.

E riflettiamo, o caro don Pietro, che questa non è la nostra patria: che non siamo qui per godere, ma per patire e meritare il Paradiso; riflettiamo che dobbiamo distaccarci dalle cose terrene e prepararci per l’eternità.

L’ora della morte è incerta, e però dobbiamo tutti starcene sempre vigilanti con le lampade ardenti in mano, aspettando l’arrivo di Cristo.

Tuo zio pregherà per te, pregherà per me, pregherà per la Congregazione, dalla quale non sarà dimenticato e quella anima benedetta avrà assai più suffragi cristiani e fraterni dalla Congregazione, che se fosse stato a Villa del Bosco.

Tuo nipote va bene, e fa bene, e Deo gratias!

Adesso si avvicina il tempo per te: sei pronto?

Sei tu spiritualmente pronto?

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Prega, umiliati nella santa mano di Dio, sta puro e santo, come si conviene a Sacerdote di Gesù Cristo.

Sii lieto, se hai da patire pel Signore: guardati dal far patire gli altri, o dal turbare la pace, l’unione la carità dei fratelli in X.sto.

Prega, lavora, sacrificati, come ostia vivente «Deo placentem», siccome dice San Paolo; - e tieniti pronto!

Ama Gesù Cristo e la Santa Chiesa, e sospira di renderti simile a Cristo: desidera le contraddizioni e mortificazioni e tutto affoga nel fuoco dell’amore di Dio.

Attaccati alla Madonna SS.: la fai la Meditazione? la fate insieme come di regola? E l’Ufficio divino? Lo dite, parte insieme, quando potete?

E hai un buon confessore? o vai un po’ di qua e di là?

Dimmi un po’, da figliuolo, come vai. Sei a posto col Signore?

Posso gettarti in un vasto campo di lavoro e di carità?

Sei spiritualmente preparato, o ti senti, col divino aiuto, di prepararti?

Attendo: scrivimi col cuore in mano.

Coraggio, caro Don Martinotti, avanti in Domino!

Mettiti nelle mani della Santa Madonna.

Ti conforto con cuore di padre e ti benedico tanto tanto!

Salutami tutti: benedico tutti. Che fate a San Paolo?

Il Signore sia con voi sempre, ma specialmente nel nuovo anno.

Per me sarà anno di gravi tribolazioni e peggio, ma sarà tutto in Domino: per voi tutti sarà anno di gioia, di consolazioni spirituali e di vita: e Dio sia benedetto!

Ti abbraccio in osculo sancto.

Tuo aff.mo come padre in Gesù Cristo



Sac. Orione d. D. Pr,

È giunto Don Nazzareno l’anti-vigilia di Natale, ma sta benissimo!

Eh siamo più Missionarî noi.

Ci è morto qui un Chierico di 19 anni dieci giorni fa.

Era un Angelo. Nel 931 ne avremo parecchi.