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[Minuta]
Ciò che si sa di San Giuseppe
Si
sa che egli era della tribù di Giuda, e discendeva dalla famiglia
reale che aveva tenuto lo scettro di Davide sino alla schiavitù
deportazione degli ebrei in Babilonia.
Ma
la sua
gloria principale San Giuseppe la trae dalle sue virtù, e
specialmente dalla sua umiltà.
Si ignora dov’è nato, si sa che sua dimora ordinaria è stato Nazareth.
San
Giuseppe era artigiano, ciò che nel Vangelo di San Matteo si spiega
col nome di faber.
(Matt. C. XIII, v. 55).(vedi
S. Ambrogio, in Luc. p.3; Teodoreto, Hist. Libr.III; S. Ilario,
Matth. C.14; San Pier Crisologo,)
Viveva
dunque Si
guadagnava, dunque, il pane in sudore e col lavoro delle sue
mani; secondo l’opinione più comune, esercitava il mestiere del falegname.
San
Giustino
Pier Crisologo e altri dicono che ei lavorasse anche in opere di
ferro: «Giuseppe
e Gesù,
- scrisse questo
insigne Padre della Chiesa San
Giustino - facevano
aratri e gioghi da buoi».
San Giuseppe era vergine, quando sposò Maria, e rimase sempre vergine: egli sposò Maria per essere il protettore e custode della verginità di Lei.
L'Evangelo,
con una
breve un’espressione
ben
scultoria breve,
ma incisiva, fa l’elogio più bello della
sua delle
virtù di San Giuseppe, quando dice che egli era «vir justus»
(Matth. C. I. v. 19) uomo giusto per eccellenza: sappiamo che la
giustizia comprende tutte le virtù.
Un
angelo del Signore gli apparve in sogno, e gli rivelò il mistero
dell’Incarnazione del Figlio di Dio nel seno purissimo di Maria,
per virtù dello Spirito Santo, e
aggiunse
aggiungendo: «tu
gli metterai nome Gesù, perché sarà Lui che salverà il popolo dai
suoi peccati».
Intanto
era
uscito
uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava un censimento di tutto
l’impero, e tutti andavano a farsi iscrivere, ciascuno nella sua
città.
E anche Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazareth in Giudea, alla città di Davide che si chiama Betleem, perché egli era della casa e famiglia di Davide, e con lui era Maria.
Alquanti
mesi dopo, Giuseppe fu obbligato a recarsi a Betlemme con la SS.
Vergine Fu
là in una grotta, all’aperta campagna, che nacque Gesù e la madre
lo fasciò e lo pose a giacere in una mangiatoja
o presepio, perché non v’era posto per loro nell’albergo, e
i
loro
parenti non li avevano ricevuti
voluti.
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E
San
Giuseppe di tutti gli uomini fu il primo ad adorare il Salvatore del
mondo.
Agli
occhi della gente egli
venne ritenuto come padre, ma egli, sposo
purissimo di Maria non
fu che lo sposo purissimo di Maria e il servo fedele che il Padre
celeste pose sopra la sua Famiglia perché ne fosse il difensore, il
sostegno, il consolatore
conforto, il grande cooperatore dei disegni misericordiosi di Dio
nella redenzione del genere umano.
Umilissimo,
egli visse in una oscurità la più dimessa, nascose i privilegi
ineffabili onde era onorato, ad altro non pensando che a
corrispondere alle mire della
ineffabili della Divina Provvidenza.
Egli
pose al Bambino il nome di Gesù come gli era stato detto
ordinato dall’angelo, e dopo, insieme con Maria, lo portò a
Gerusalemme, al tempio, per presentarlo al Signore, e
conformarsi ai secondo
i riti della legge.
Ma ecco che un angelo apparve in sogno a Giuseppe, e gli disse: Dèstati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto: Erode cerca il bambino per farlo morire.
Egli
dunque Un
ordine di fuga così subitanea non isgomentò
il Santo: destatosi, prese il bambino e la madre di notte, e fuggì
in Egitto. Ma
dopo che Erode fu morto È facile Immaginate
quanto dovesse
Giuseppe dovesse soffrire nell’attraversare vasti
deserti e paesi sconosciuti con un bambino ed una tenera vergine, tra
gente che
parlava estranea,
di altra lingua e di altri costumi.
Si
legge nei
in alcuni Padri della Chiesa che, all’entrare di Gesù Cristo
nell’Egitto, gli oracoli divennero muti, le statue degli dei falsi
e bugiardi tremarono sui loro piedistalli, e, in più luoghi, caddero
rovesciati
infranti, compiendosi quanto aveva vaticinato Isaia: «Gli
idoli dell’Egitto crolleranno davanti al suo cospetto».
Ma
dopo
che morto
Erode, fu
morto, circa un
anno dopo
circa dopo la nascita di Gesù, un angelo apparve a Giuseppe, in
Egitto, e gli disse: prendi il bambino e sua madre, e vàttene
nel paese d’Israele, perché coloro che volevano la vita del
bambino sono morti.
Ed egli, con l’usata sua prontezza, rientrò nel paese d’Israele.
Ma, udito che Archelao era succeduto ad Erode suo padre sul trono della Giudea, temette di andar colà, ed essendo stato divinamente avvertito, si ritirò nelle parti della Galilea, che era sotto il dominio di Antipa, fratello di Archelao, ma d'indole più mite ed umana. E andò a stabilirsi a Nazareth, dove la nascita di Gesù aveva menato meno rumore.
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E così si adempì quello che di Gesù era stato detto dai profeti: «Egli sarà
chiamato Nazareno».
Giuseppe,
esatto nell’adempimento
alle
prescrizioni della legge mosaica, si recava ogni anno al tempio di
Gerusalemme per la Pasqua, una grande festa che durava sette giorni.
Egli
non aveva più nulla a temere di Archelao, che Augusto aveva cacciato
in bando dopo ridott
aver ridotto la Giudea a provincia dell’impero romano.
E
poiché l’israelita a dodici anni diventava un
«figlio
della legge»
ed
era e
veniva obbligato ad osservare tutti i doveri della sua religione,
come
così Gesù, fu
di
a dodici anni, salì a Gerusalemme con Maria e Giuseppe, in carovane.
Passati i giorni della festa, come se ne tornarono, il divino Fanciullo rimase, all’insaputa, in Gerusalemme.
Maria
e Giuseppe, stimando ch’egli fosse in compagnia di parenti e amici
camminarono una giornata; poi s’avvidero che mancava e si misero a
cercarlo. Ma, non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme,
cercandolo
domandandone da per tutto, sommamente afflitti.
E avvenne che, tre giorni dopo, lo ritrovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, che li ascoltava e faceva loro delle domande; e tutti quelli che l’udivano stupivano del suo senno e delle sue risposte.
Come
lo videro, Maria
e Giuseppe sbigottirono per e
egli si giustificò; e Gesù
indi scese con essi e venne a Nazareth e stava
visse soggetto a loro.
I
Vangeli Le
divine Scritture null’altro ci dicono di San Giuseppe; ond’è da
credere che prima
delle egli
fosse già
morto avanti che Gesù cominciasse la sua vita pubblica, xxx
dacché
già alle nozze di Cana di Galilea, villaggio
a circa cinque miglia da Nazareth dove mentre
c’erano Maria, Gesù e i suoi discepoli e nulla
si dice di Giuseppe non
si fa alcuna menzione di Giuseppe.
Non vi ha luogo a dubitare ch’egli non spirasse nelle braccia di Gesù e di Maria, e perciò s’invoca San Giuseppe per ottenere la grazia d’una buona morte.
Si
pretende che il suo sepolcro sia nella valle di Giosafat, però in
nessun luogo si trovano Reliquie del suo corpo; ma soltanto alcuni
de’ suoi indumenti, come il pallio; come
così il suo anello che
si dice essere a Perugia.
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Il nome di lui si trova in antichissimi Martirologi, al 19 marzo.
I
Siri, e
altre i
Copti e, in genere, le Chiese Orientali fanno la festa di San
Giuseppe ai 20 di luglio, ma in
tutte le Chiese d’Occidente essa
si celebra la
celebrano ai 19 marzo.
San Bernardo scrisse sublimemente di San Giuseppe.
Il
pio Gersone compose la
una vita di S. Giuseppe, in dodici poemetti, detta «Iosephina»,
ricavandone meditazioni e affetti devotissimi.
Santa
Teresa scelse questo Santo a protettore principale del suo Ordine, e
nel sesto
capitolo VI
Cap.lo della sua vita ne parla così: «Ho
scelto a mio patrono San Giuseppe, e mi raccomando a lui in ogni mia
cosa. Non mi ricordo d’aver mai domandato a Dio nulla per sua
intercessione, che non l’abbia ottenuto; né mai conobbi alcuno che
lo abbia invocato, senza far notabili progressi nelle virtù».
Santa Teresa si può ben chiamare l’Apostola di San Giuseppe.
Dal
1500 la divozione
a questo caro Santo andò largamente
sempre più propagandosi.
San
Francesco di Sales ha il
suo xxx tutto
un trattato su San Giuseppe: ne raccomanda la divozione,
loda le sue virtù, sopra tutto la sua verginità, l’umiltà, il
lavoro, la costanza, il coraggio.
Il
Beato Cottolengo e il Beato Don Bosco erano divotissimi
di San Giuseppe. Don
Bosco volle fosse innalzato a Lui il grande altare a destra del trono
a Maria Ausiliatrice.
L’angelico
Pio IX lo proclamò Patrono
universale della Chiesa:
Leone XIII ne diffuse xxx
caldamente la divozione.
Anche
Il pio e dotto Card. Vives y Tuto scrisse
ci diede la «Summula
Iosephina».
Quante
istitu
religiose istituzioni in questi ultimi tempi prendono
presero nome e spirito da San Giuseppe!
Quanti altari, quante chiese e Santuari si innalzarono in suo onore!
È la voce della Chiesa che grida ai popoli: Ite ad Ioseph! rivolgetevi a San Giuseppe!
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La verga, fiorita a giglio, che i pittori pongono in mano di San Giuseppe, non sarebbe solo un simbolo, ma una tradizione veneranda, confermata da S. Gregorio Nazianzeno.
Pare fosse sorto dubbio a chi, per diritto di parentela, come si usava tra gli Ebrei, - toccasse d’avere in isposa la Vergine Maria: tutti coloro che potevano aspirarvi deposero la
loro verga nel Santuario, e, il giorno appresso, si trovò che la verga di Giuseppe era verdeggiante e fiorita.
(comporlo, - dirò, poi, dove va messo)
Intanto
in
ornore di S. Giuseppe
venne accettato gratuitamente
un orfanello di padre e madre, di Sarteano (Siena).che
E ci verrà condotto dopo Pasqua per poter essere accompagnato fin qui.
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[Minute su buste]
«Ho scelto a mio patrono il glorioso Giuseppe, e mi raccomando a Lui in ogni mia cosa. Non mi ricordo d’aver mai domandato a Dio nulla per sua intercessione, che non l'abbia ottenuto»
Anche il Card. Vives scrisse meravigliosamente di S. Giuseppe.
Pio IX lo proclamò Patrono universale della Chiesa.
Ella è cosa agevole ad immaginarsi quanto dovesse soffrire nell'attraversare vasti deserti e paesi sconosciuti con un bambino e una tenera vergine.
Troviamo nei Padri che, all’entrare di Gesù Cristo nell’Egitto, gli oracoli divennero muti e le statue degli dei falsi e bugiardi tremarono e in più luoghi caddero rovesciate, conforme a quel passo d’Isaia: «Gli idoli dell’Egitto crolleranno davanti al suo cospetto».
Non vi ha luogo a dubitare ch’egli non spirasse nelle braccia di Gesù e di Maria, e perciò s’invoca S. Giuseppe per ottenere la grazia d’una buona morte.
S. Francesco di Sales ha tutto un trattato per raccomandare la divozione a S. Giuseppe: lodare le sue virtù, sopratutto
la sua verginità, l’umiltà, il lavoro, la costanza, il coraggio.
I
Siri e gli altri Orientali fanno la festa di S. Giuseppe il
ai 20 di luglio, ma in tutte le Chiese d’Occidente essa si celebra
ai 19 Marzo.