V077T116 V077P159

[Minuta]

Ciò che si sa di San Giuseppe

Si sa che egli era della tribù di Giuda, e discendeva dalla famiglia reale che aveva tenuto lo scettro di Davide sino alla schiavitù deportazione degli ebrei in Babilonia.

Ma la sua gloria principale San Giuseppe la trae dalle sue virtù, e specialmente dalla sua umiltà.

Si ignora dov’è nato, si sa che sua dimora ordinaria è stato Nazareth.

San Giuseppe era artigiano, ciò che nel Vangelo di San Matteo si spiega col nome di faber. (Matt. C. XIII, v. 55).(vedi S. Ambrogio, in Luc. p.3; Teodoreto, Hist. Libr.III; S. Ilario, Matth. C.14; San Pier Crisologo,)

Viveva dunque Si guadagnava, dunque, il pane in sudore e col lavoro delle sue

mani; secondo l’opinione più comune, esercitava il mestiere del falegname.

San Giustino Pier Crisologo e altri dicono che ei lavorasse anche in opere di ferro: «Giuseppe e Gesù, - scrisse questo insigne Padre della Chiesa San Giustino - facevano aratri e gioghi da buoi».

San Giuseppe era vergine, quando sposò Maria, e rimase sempre vergine: egli sposò Maria per essere il protettore e custode della verginità di Lei.

L'Evangelo, con una breve un’espressione ben scultoria breve, ma incisiva, fa l’elogio più bello della sua delle virtù di San Giuseppe, quando dice che egli era «vir justus» (Matth. C. I. v. 19) uomo giusto per eccellenza: sappiamo che la giustizia comprende tutte le virtù.

Un angelo del Signore gli apparve in sogno, e gli rivelò il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio nel seno purissimo di Maria, per virtù dello Spirito Santo, e aggiunse aggiungendo: «tu gli metterai nome Gesù, perché sarà Lui che salverà il popolo dai

suoi peccati».

Intanto era uscito uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava un censimento di tutto l’impero, e tutti andavano a farsi iscrivere, ciascuno nella sua città.

E anche Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazareth in Giudea, alla città di Davide che si chiama Betleem, perché egli era della casa e famiglia di Davide, e con lui era Maria.

Alquanti mesi dopo, Giuseppe fu obbligato a recarsi a Betlemme con la SS. Vergine Fu là in una grotta, all’aperta campagna, che nacque Gesù e la madre lo fasciò e lo pose a giacere in una mangiatoja o presepio, perché non v’era posto per loro nell’albergo, e

i loro parenti non li avevano ricevuti voluti.

V077P160

E San Giuseppe di tutti gli uomini fu il primo ad adorare il Salvatore del mondo.

Agli occhi della gente egli venne ritenuto come padre, ma egli, sposo purissimo di Maria non fu che lo sposo purissimo di Maria e il servo fedele che il Padre celeste pose sopra la sua Famiglia perché ne fosse il difensore, il sostegno, il consolatore conforto, il grande cooperatore dei disegni misericordiosi di Dio nella redenzione del genere umano.

Umilissimo, egli visse in una oscurità la più dimessa, nascose i privilegi ineffabili onde era onorato, ad altro non pensando che a corrispondere alle mire della ineffabili della Divina Provvidenza.

Egli pose al Bambino il nome di Gesù come gli era stato detto ordinato dall’angelo, e dopo, insieme con Maria, lo portò a Gerusalemme, al tempio, per presentarlo al Signore, e conformarsi ai secondo i riti della legge.

Ma ecco che un angelo apparve in sogno a Giuseppe, e gli disse: Dèstati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto: Erode cerca il bambino per farlo morire.

Egli dunque Un ordine di fuga così subitanea non isgomentò il Santo: destatosi, prese il bambino e la madre di notte, e fuggì in Egitto. Ma dopo che Erode fu morto È facile Immaginate quanto dovesse Giuseppe dovesse soffrire nell’attraversare vasti deserti e paesi sconosciuti con un bambino ed una tenera vergine, tra gente che parlava estranea, di altra lingua e di altri costumi.

Si legge nei in alcuni Padri della Chiesa che, all’entrare di Gesù Cristo nell’Egitto, gli oracoli divennero muti, le statue degli dei falsi e bugiardi tremarono sui loro piedistalli, e, in più luoghi, caddero rovesciati infranti, compiendosi quanto aveva vaticinato Isaia: «Gli idoli dell’Egitto crolleranno davanti al suo cospetto».

Ma dopo che morto Erode, fu morto, circa un anno dopo circa dopo la nascita di Gesù, un angelo apparve a Giuseppe, in Egitto, e gli disse: prendi il bambino e sua madre, e vàttene nel paese d’Israele, perché coloro che volevano la vita del bambino sono morti.

Ed egli, con l’usata sua prontezza, rientrò nel paese d’Israele.

Ma, udito che Archelao era succeduto ad Erode suo padre sul trono della Giudea, temette di andar colà, ed essendo stato divinamente avvertito, si ritirò nelle parti della Galilea, che era sotto il dominio di Antipa, fratello di Archelao, ma d'indole più mite ed umana. E andò a stabilirsi a Nazareth, dove la nascita di Gesù aveva menato meno rumore.

V077P161

E così si adempì quello che di Gesù era stato detto dai profeti: «Egli sarà

chiamato Nazareno».

Giuseppe, esatto nell’adempimento alle prescrizioni della legge mosaica, si recava ogni anno al tempio di Gerusalemme per la Pasqua, una grande festa che durava sette giorni.

Egli non aveva più nulla a temere di Archelao, che Augusto aveva cacciato in bando dopo ridott aver ridotto la Giudea a provincia dell’impero romano.

E poiché l’israelita a dodici anni diventava un «figlio della legge» ed era e veniva obbligato ad osservare tutti i doveri della sua religione, come così Gesù, fu di a dodici anni, salì a Gerusalemme con Maria e Giuseppe, in carovane.

Passati i giorni della festa, come se ne tornarono, il divino Fanciullo rimase, all’insaputa, in Gerusalemme.

Maria e Giuseppe, stimando ch’egli fosse in compagnia di parenti e amici camminarono una giornata; poi s’avvidero che mancava e si misero a cercarlo. Ma, non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme, cercandolo domandandone da per tutto, sommamente afflitti.

E avvenne che, tre giorni dopo, lo ritrovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, che li ascoltava e faceva loro delle domande; e tutti quelli che l’udivano stupivano del suo senno e delle sue risposte.

Come lo videro, Maria e Giuseppe sbigottirono per e egli si giustificò; e Gesù indi scese con essi e venne a Nazareth e stava visse soggetto a loro.

I Vangeli Le divine Scritture null’altro ci dicono di San Giuseppe; ond’è da credere che prima delle egli fosse già morto avanti che Gesù cominciasse la sua vita pubblica, xxx dacché già alle nozze di Cana di Galilea, villaggio a circa cinque miglia da Nazareth dove mentre c’erano Maria, Gesù e i suoi discepoli e nulla si dice di Giuseppe non si fa alcuna menzione di Giuseppe.

Non vi ha luogo a dubitare ch’egli non spirasse nelle braccia di Gesù e di Maria, e perciò s’invoca San Giuseppe per ottenere la grazia d’una buona morte.

Si pretende che il suo sepolcro sia nella valle di Giosafat, però in nessun luogo si trovano Reliquie del suo corpo; ma soltanto alcuni de’ suoi indumenti, come il pallio; come così il suo anello che si dice essere a Perugia.

V077P162

Il nome di lui si trova in antichissimi Martirologi, al 19 marzo.

I Siri, e altre i Copti e, in genere, le Chiese Orientali fanno la festa di San Giuseppe ai 20 di luglio, ma in tutte le Chiese d’Occidente essa si celebra la celebrano ai 19 marzo.

San Bernardo scrisse sublimemente di San Giuseppe.

Il pio Gersone compose la una vita di S. Giuseppe, in dodici poemetti, detta «Iosephina», ricavandone meditazioni e affetti devotissimi.

Santa Teresa scelse questo Santo a protettore principale del suo Ordine, e nel sesto capitolo VI Cap.lo della sua vita ne parla così: «Ho scelto a mio patrono San Giuseppe, e mi raccomando a lui in ogni mia cosa. Non mi ricordo d’aver mai domandato a Dio nulla per sua intercessione, che non l’abbia ottenuto; né mai conobbi alcuno che lo abbia invocato, senza far notabili progressi nelle virtù».

Santa Teresa si può ben chiamare l’Apostola di San Giuseppe.

Dal 1500 la divozione a questo caro Santo andò largamente sempre più propagandosi.

San Francesco di Sales ha il suo xxx tutto un trattato su San Giuseppe: ne raccomanda la divozione, loda le sue virtù, sopra tutto la sua verginità, l’umiltà, il lavoro, la costanza, il coraggio.

Il Beato Cottolengo e il Beato Don Bosco erano divotissimi di San Giuseppe. Don Bosco volle fosse innalzato a Lui il grande altare a destra del trono a Maria Ausiliatrice.

L’angelico Pio IX lo proclamò Patrono universale della Chiesa: Leone XIII ne diffuse xxx caldamente la divozione.

Anche Il pio e dotto Card. Vives y Tuto scrisse ci diede la «Summula Iosephina».

Quante istitu religiose istituzioni in questi ultimi tempi prendono presero nome e spirito da San Giuseppe!

Quanti altari, quante chiese e Santuari si innalzarono in suo onore!

È la voce della Chiesa che grida ai popoli: Ite ad Ioseph! rivolgetevi a San Giuseppe!

V077P163

La verga, fiorita a giglio, che i pittori pongono in mano di San Giuseppe, non sarebbe solo un simbolo, ma una tradizione veneranda, confermata da S. Gregorio Nazianzeno.

Pare fosse sorto dubbio a chi, per diritto di parentela, come si usava tra gli Ebrei, - toccasse d’avere in isposa la Vergine Maria: tutti coloro che potevano aspirarvi deposero la

loro verga nel Santuario, e, il giorno appresso, si trovò che la verga di Giuseppe era verdeggiante e fiorita.

(comporlo, - dirò, poi, dove va messo)

Intanto in ornore di S. Giuseppe venne accettato gratuitamente un orfanello di padre e madre, di Sarteano (Siena).che

E ci verrà condotto dopo Pasqua per poter essere accompagnato fin qui.

V077P164

[Minute su buste]

«Ho scelto a mio patrono il glorioso Giuseppe, e mi raccomando a Lui in ogni mia cosa. Non mi ricordo d’aver mai domandato a Dio nulla per sua intercessione, che non l'abbia ottenuto»

Anche il Card. Vives scrisse meravigliosamente di S. Giuseppe.

Pio IX lo proclamò Patrono universale della Chiesa.

Ella è cosa agevole ad immaginarsi quanto dovesse soffrire nell'attraversare vasti deserti e paesi sconosciuti con un bambino e una tenera vergine.

Troviamo nei Padri che, all’entrare di Gesù Cristo nell’Egitto, gli oracoli divennero muti e le statue degli dei falsi e bugiardi tremarono e in più luoghi caddero rovesciate, conforme a quel passo d’Isaia: «Gli idoli dell’Egitto crolleranno davanti al suo cospetto».

Non vi ha luogo a dubitare ch’egli non spirasse nelle braccia di Gesù e di Maria, e perciò s’invoca S. Giuseppe per ottenere la grazia d’una buona morte.

S. Francesco di Sales ha tutto un trattato per raccomandare la divozione a S. Giuseppe: lodare le sue virtù, sopratutto

la sua verginità, l’umiltà, il lavoro, la costanza, il coraggio.

I Siri e gli altri Orientali fanno la festa di S. Giuseppe il ai 20 di luglio, ma in tutte le Chiese d’Occidente essa si celebra ai 19 Marzo.