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[Minuta - forse brano di lettera al Mons. Daffra]

Io avrei ora bisogno di un permesso dalla Santa Sede di potere ora incominciare questa fam legione di papalini che tale voglio sento che Iddio vuole che siano o non siano.

Avranno per fine di sacrificarsi di morire in tutto e per tutto, di portare nelle braccia di Cristo le Chiese separate, di lavo morire giovani e di vivere e morire tutti d’in piedi col Papa e pel Papa.

Ora il Vescovo da tre anni cerca ogni con questo si mostra molto freddo, e contro l’Istituzione.

Io però fui sempre passivo colla grazia del Signore, ed ho lasciato ch’egli facesse tutto quello che voleva, meno che fondere l’Istituto con una Casa Oblatizia, come egli desidera, fondata da Monsignore stesso, perché mi pare che questo non sia il fine della fondazione.

Le dirò che questo Istituto della Divina Provvidenza fu sempre appoggiato non fu mai dipendente dal Vescovo per danaro e nacque da se.

Quando sorse, si temeva che non potesse continuare, e quindi non si voleva parteciparvi troppo per non compromettersi; quando si vide che le cose andavano bene, si volle incardinarlo all’Opera Diocesana che è la Casa Oblatizia.

Il Vescovo Ho provato tanti dolori l’affetto grande del mio caro Vescovo, ho provati dolori grandi dal mio caro Vescovo, ma io lo amo tanto!

Io mi sono sempre rifiutato, ed il Vescovo ora è quasi ostile.

Egli dice che non ci capisce niente, ma io gli ho già detto chiaro che forse il Signore vuole che si perpetui e che si propaghi pel mondo e che io sempre prego il Signore per questo, se così piace a Lui.

Ora egli di chierici non me ne vuole più dare: fare vestizioni qui non lo [vuole...]