V077T173 V077P231
[Minuta - forse brano di lettera al Mons. Daffra]
Io
avrei ora bisogno di un permesso dalla Santa Sede di potere
ora
incominciare questa fam
legione di papalini
che tale voglio
sento che Iddio vuole che siano o non siano.
Avranno
per fine di sacrificarsi di
morire in
tutto e per tutto, di portare nelle braccia di Cristo le
Chiese separate,
di lavo
morire giovani e di vivere e morire tutti d’in piedi col Papa e pel
Papa.
Ora
il Vescovo da tre anni cerca
ogni con
questo si mostra molto freddo, e contro l’Istituzione.
Io però fui sempre passivo colla grazia del Signore, ed ho lasciato ch’egli facesse tutto quello che voleva, meno che fondere l’Istituto con una Casa Oblatizia, come egli desidera, fondata da Monsignore stesso, perché mi pare che questo non sia il fine della fondazione.
Le
dirò che questo Istituto della Divina Provvidenza fu
sempre appoggiato non
fu mai dipendente dal Vescovo per danaro
e nacque da se.
Quando sorse, si temeva che non potesse continuare, e quindi non si voleva parteciparvi troppo per non compromettersi; quando si vide che le cose andavano bene, si volle incardinarlo all’Opera Diocesana che è la Casa Oblatizia.
Il
Vescovo Ho
provato tanti
dolori
l’affetto grande del mio caro Vescovo, ho provati dolori grandi dal
mio caro Vescovo, ma io lo amo tanto!
Io
mi sono sempre rifiutato, ed il Vescovo ora è quasi
ostile.
Egli dice che non ci capisce niente, ma io gli ho già detto chiaro che forse il Signore vuole che si perpetui e che si propaghi pel mondo e che io sempre prego il Signore per questo, se così piace a Lui.
Ora egli di chierici non me ne vuole più dare: fare vestizioni qui non lo [vuole...]