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[Copia dattilografata, con correzioni di Don Orione]

Il Piccolo Cottolengo Genovese

Un nuovo edificio

"Charitas Christi urget nos!" –  questo il grido che attrae tante anime generose attorno al "Piccolo Cottolengo Genovese", la Istituzione che, nel nome santo di Dio, apre le sue porte a molti poveri senza pane e senza tetto, ne bada alla loro età o sesso, ne alla loro religione e paese, ma solo chiede se hanno un dolore.

Il "Cottolengo Genovese" sorto dalla fede, non si preoccupa dei fondi necessari al mantenimento di centinaia e centinaia di derelitti, ma va avanti, affidato alla divina Provvidenza del Padre celeste.

Esso raccoglie quei poveri più bisognosi e più abbandonati, sani o malati, quelli che il mondo chiamerebbe i rifiuti, i rottami della società.

Orbene, le cinque Case del "Cottolengo Genovese" sono divenute oramai troppo piccole, del tutto insufficienti alle enormi richieste di ricoverandi, alle insistenti domande di tanti infelici, che costituiscono casi veramente pietosi e urgenti.

Ma la Divina Provvidenza, che tutto vede e provvede, andava, fin da qualche anno, sapientemente disponendo che un generoso Benefattore e i suoi benefici Signori fratelli e sorelle (famiglia distintissima dal cuore veramente genovese), donassero al "Piccolo Cottolengo" una vasta proprietà coltivata ad olivi, con case coloniche, e davanti un’ampia distesa di mare, a Genova, e propriamente a Quarto dei Mille, località Castagna.

Anime profondamente benefiche e cristiane, - la cui evangelica modestia non vuole sappia la sinistra ciò che fa la loro destra, - offersero a Don Orione da poter iniziare i lavori di una nuova costruzione: sarà un vasto edificio, capace di accogliere, quando sia completato, altri 500 infelici, un edificio pieno di aria e di sole, rispondente a tutte le moderne esigenze.

La prima pietra fu benedetta da Sua Eminenza Rev.ma il Signor Cardinale Minoretti, Arcivescovo di Genova, presenti l'Onor. Senatore Broccardi, Podestà di Genova e le principali Autorità.

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Ma poteva rimanere estranea a quest’Opera di tanta carità la generosa schiera dei Chierici di Don Orione? - No! Ché , ovunque vi c’è un’azione buona da compiere, ovunque il Padre abbisogna di aiuto, là sono i suoi figli a prodigarsi per Dio, per la Chiesa e per i fratelli più infelici.

Così a Quarto dei Mille - Genova - abbiamo i muratori in sottana: sono i preti della Divina Provvidenza, i preti dei poveri e dei malati, che, disciplinando lo spirito con la santa

fatica, alternano allo studio il lavoro. di portar Essi portano i calli sulle mani, maneggiano picchi e badili, calcina, mattoni, cemento (per il trasporto del materiale già hanno aperta una nuova strada lunga 400 metri per 7, compiendo un raccordo stradale con la via Romana);e con un fervore che sa di apostolato si son dati ad alzare pei poveri del "Cottolengo Genovese" la nuova e bella Casa, che sarà cementata da sacri sudori e di amore a Dio e ai poveri.

E così, nel silenzio e nella preghiera, nello studio e nella santa fatica, questa valida schiera di quaranta giovani leviti si prepara a servire in umiltà e spirito di sacrificio il suo Dio e Signore Gesù Cristo nei poveri più abbandonati.

Ma il momento è assai difficile, il materiale di costruzione costoso, onde soltanto col generoso concorso dei buoni sarà possibile che quest’opera sublime di cristiana carità e di fratellanza giunga presto a compimento.

Eppure i miseri che aspettano e implorano ricovero sono tanti!

Però, dopo Dio, si ha piena fiducia nel cuore genovese e la certezza che il nuovo edificio possa essere, in breve volgere di tempo, benedetto e inaugurato, e stia a dimostrare quanto possa la fusione di tanti nobili sentimenti, avvalorati dalla fede e dallo spirito di Cristo, che è amore di Dio e del prossimo.

Per qualsiasi offerta rivolgersi al "Piccolo Cottolengo Genovese", Via Bartolomeo Bosco 2B, o alle altre Case del Cottolengo che sono in Genova.

Don Orione e i suoi poveri invocano ogni giorno la più larga, celeste ricompensa su tutti i benefattori del "Cottolengo Genovese".- E Iddio non lascerà, certo, di benedire a quanti vorranno contribuire pel nuovo edificio e aiuteranno a dare un pane a chi ha fame, un tetto a chi non ha casa, un conforto a chi è afflitto e la fede, le divine consolazioni della fede, a chi sarebbe portato a maledire la società perché rifiutato e abbandonato da tutti.