V078T029 V078P047
[Da copia dattiloscritta. Vi sono correzioni ed aggiunte di pugno di Don Orione.]
Roma,
16
Luglio
2 Ottobre 1916
Onorevole Presidente
della
Commissione
locale
di
esonero dal servizio alle armi
Roma
Il sottoscritto, Sac. Orione Luigi, espone rispettosamente a codesta Onorevole Commissione:
Dai
giorni dolorosi del terremoto abbruzzese
egli ha aperto
accolto in Roma,
a
Via
Alba
n° 5
un Istituto per gli Orfani del Terremoto. I giovani tuttora ivi
ricoverati sono circa sessanta,
tutti orfani completi o abbandonati.
Parte di essi frequentano le scuole pubbliche: quelli poi che hanno più dei 14 anni sono avviati ad un’arte o mestiere. Di questi parecchi furono già espulsi da altri Istituti per cattiva condotta, e si tenta col lavoro riabilitarli ad una vita onesta e civile.
Direttore
dell’Orfanotrofio è il Sac. Giuseppe Adaglio di Luigi, nato a
Tortona il 1° Ottobre 1884, di 3.a Categoria/,
e riformato alla prima visita del 1904 al Distretto Militare
di
Voghera.
Nell’Orfanotrofio egli fa anche da Amministratore e da Assistente, poiché l’altro personale, che vi era addetto, è sotto le armi.
Il
sottoscritto rivolge all’On.le Commissione umile domanda perché al
Giuseppe Adaglio, Direttore del suddetto Orfanotrofio sino dalla sua
apertura, e richiamato ora al servizio militare, si degni essa
concedere
un
Commissione
rinnovare
l’esonero
temporaneo,
che gli fu già concesso per tre mesi, e scade il 30 Ottobre.
poiché
Il
suo
allontanamento dall’Orfanotrofio avrebbe per dolorosa conseguenza
l’abbandono di tanti poveri fanciulli, ai quali non saprebbesi come
provvedere.
Essi sono poi di tale età che non è possibile poterli affidare a donne.
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Non per vana ostensione di bene, ma perché l’Onor.le Commissione abbia gli elementi necessari a decidere, il sottoscritto si trova nella necessità di far conoscere che dai vari Orfanotrofi e Colonie Agricole di redenzione morale, che egli ha aperto in più parti d’Italia pro iuventute derelicta, già più di 40 suoi coadiutori sono passati sotto le bandiere dell’esercito; ed ora si trova così privo di personale che non avrebbe proprio come sostituire il Giuseppe Adaglio.
Né oggi è facile trovare personale che affidi in tale lavoro delicato e di grande e diuturno sacrificio: né alla cura e vigilanza di simili orfani può preporsi un personale avventizio. E neanche potrebbe lo scrivente sostituire l’Adaglio, dovendo egli recarsi continuamente qua e là, per la vigilanza degli altri Istituti, e avendo a pensare, in questi momenti assai critici, a trovar pane, vestito e lavoro per molti di questi infelici.
Al sottoscritto poi vengono di preferenza affidati dall’Opera Nazionale di Patronato Regina Elena gli orfani più discoli, come potrà farne fede, occorrendo, la Presidenza del Patronato stesso.
Ad
altri Direttori di Istituti consimili che accolgono anch’essi
Orfani
dello Stato,
perché orfani di disastri nazionali, (come al Direttore
dell’Orfanotrofio Lombardo di
Messina:
al Direttore della Colonia Agricola di Palmi - benché questa non
accolga che 25 orfani e non
discoli),
fu
concesso
e rinnovato l’esonero.
Lo
scrivente che
Ha
quindi fiducia lo scrivente che l’On. Commissione vorrà prendere
in benevole
considerazione
questa supplica la quale si riferisce ad un caso identico
e forse più eccezionalmente pietoso
per altri
più aspetti.
Si tratta invero di un Istituto che si è sempre prestato alla Congregazione di Carità di Roma e ad altri Enti locali, e alle Autorità - pel ricovero, la protezione, l’educazione e l’assistenza di orfani di Roma anche nei casi più urgenti, come pure pei figli dei richiamati alle armi e per gli orfani della guerra.
Chiedesi pertanto rispettosamente che la Commissione d’esonero, riferendosi al Decreto Luogotenenziale del 17 Giugno N° 887, voglia esonerare temporaneamente l’Adaglio Giuseppe suddetto, di 3.a Categoria del Distretto di Voghera, perché indispensabile e insostituibile nella cura degli Orfani del terremoto o della Guerra cioè dello Stato.
A lui infatti, secondo l’art. I° del citato Decreto (lettera a-b e c) è affidata un’Azienda che rende un importante servizio pubblico e d’interesse locale:
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un Istituto di Orfani dello Stato, che interessa il bene e l’ordine pubblico, e ai quali i pubblici Poteri non possono non pensare e provvedere, poiché, siano essi orfani del terremoto che dei caduti in guerra, sono sempre legalmente pupilli e figli dello Stato e non possono essere abbandonati a sé.
La chiusura di simile Istituto quindi, in questi difficili momenti, non solo accrescerebbe il disagio della popolazione, ma potrebbe dare occasione ad incidenti di disorganizzazione civile.
Dichiaro poi che Giuseppe Adaglio per quella azienda è veramente necessario ed insostituibile, disimpegnando egli un ufficio di utilità pubblica, e non per vile mercede, ma gratuitamente, per alta idealità religiosa e umanitaria insieme: onde cioè modestamente concorrere a dare alla Patria dei giovani moralmente sani, e tali che essa abbia domani in essi dei cittadini laboriosi e onorati.
Se codesta On. Commissione desiderasse personalmente ascoltarmi, me ne terrei altamente onorato. Ma, ripeto: si tratta di poveri orfani che o a causa del terremoto o per la guerra sono legalmente veri e proprî pupilli e figli dello Stato.
A
questi, che sono i più cari e sacri pegni della Patria, ho
consacrata la mia vita, e altri vi si sono
è votato con me e
il Don Adaglio,
e nutro piena fede che Vostra Signoria Ill.ma e l’Onorevole
Commissione, nella loro saggezza,
non lascieranno
che tanti inenarrabili sacrificî,
per dare i più umili e derelitti figli di Italia un onesto
avvenire, vadano dispersi.
Che anzi, compenetrandosi del caso pietoso, e per alto senso non di sola pietà, ma di giustizia e di onore verso i caduti.
Cardorna telef. 2507