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[Da Miscellanea B. 56.10 Opuscolo stampato: Scuola Tipografica Emiliana, 1923]      

+      Anime e Anime!

Suggerimenti alle povere Suore Missionarie Della Carità nell’Epifania del 1923.

1. Non v'ha di amabile che la volontà di Dio sola. Essa è bene sì grande, che non ve ne può essere altro da mettergli a confronto: la volontà di Dio è Dio stesso. Buone Suore, molto guadagnate col dire: “Volontà di Dio, Paradiso mio!”

2. Bisogna tener sempre: Iddio nel cuore: idee buone nella mente: i rispetti umani sotto i piedi.

3. Oh l'ineffabile dolcezza del Cuore di Gesù! Dolcezza, dolcezza, dolcezza; con la dolcezza si fanno i santi. Niente può resistere alla dolcezza e all'umiltà.

4. N. Signore Gesù Cristo Crocifisso è la nostra scienza, il nostro tesoro, il nostro amore, la nostra vita, il nostro tutto, e la Croce è il nostro libro. Nella croce si trova ogni bene e la pace, e nella volontà di Dio dimora tutta la virtù, la vera allegrezza e la felicità. La perfezione cristiana consiste nell'annientamento di noi stessi per l'amore di Gesù Cristo e a sua imitazione: consiste nell'amare Dio e il prossimo.

5. Quelle che vedete in ogni modo di non poter trarre alla perfezione, dovete dal canto vostro cercar mezzi perché facciano meno difetti.        

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6. Noi siamo debitori a Dio; facciamo, per l’amore di Dio, quello che possiamo per l’uomo, ma non aspettiamo la ricompensa dall'uomo, ma da Dio.

7. La pazienza e la dolcezza s’impara solo alla scuola di Gesù che disse: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore”. Armiamoci d i santa pazienza e pensiamo che abbiamo da fare con tante teste e temperamenti e umori..., l'uno ben diverso dall'altro.

8. Nessun uomo è senza difetto, e tutti abbiamo i nostri. Quando vi sentite disturbate dai difetti delle vostre consorelle non correggetele mai, finché non vi siate pacificate nel vostro animo.

9. Nel correggere,... dovete mostrarvi sempre tranquille e serene, se volete che la vostra correzione sia quell'olio che sana le piaghe; altrimenti, se lascerete entrare la vostra natura, sarà quel veleno che inasprirà i cuori e non vedrete mai il profitto della vostra correzione.

10. Se vi occorre adoperare le vostre dipendenti per qualche cosa, non imporrete loro mai il comando, ma sempre con dolcezza le pregherete....

11. Quando le vostre consorelle, dopo d'aver commesso qualche difetto, vengono in traccia di voi per umiliarsi, dovete, possibilmente, in ogni ora, in ogni occasione, lasciarvi trovare e con carità ascoltarle.

12. Se taluna delle vostre dipendenti, di temperamento cattivo, do pessima natura e poco amante della virtù facesse molti difetti in un giorno, non dovete far rimarco su tutti, ma accontentatevi di correggerla due o tre volte al più , e qualche  volta in via di

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ammonizione, ma con tutta mansuetudine; e poi fa d’uopo abbandonarla nelle mani del Signore che, mediante l'infinita Sua bontà , farà molto conto della vostra pazienza.

13. Amate tutte le vostre consorelle con gran cuore... come un’amorosa madre ama i suoi figli.... Dite alla SS. Vergine che vi aiuti in questa dilezione: Essa che è la Madre di Dio e la Madre nostra. Il nostro Istituto è particolarmente consacrato a Maria SS. Di Essa noi ci sentiamo e vogliamo essere figli, non schiavi: figli tenerissimi, figliuolini tutti suoi, ma nessuna schiavitù con la Madonna, solo puro, soave e filiale amore, sino alla consumazione di noi.

14. Ricordatevi d'imitare Gesù Cristo, col non aver altro occhio che quello della Sua misericordia; di più ricordatevi che siano uomini e non angeli, quindi bisogna condonare molto e non state attaccati a tutte le inezie, ché delle volte, col troppo volere, si ottiene molto meno.

15. Il monte della perfezione ha due strade: l'una dritta, religiosa e molto breve; l'altra lunga, spinosa e molto ingombra di coltissime fronde che rendono la via tenebrosa; quindi il pellegrino è in pericolo d'inciamparsi. Figliuola del Signore, vuoi tu correre alla perfezione con velocità e presto arrivare alla vetta? Scegliti la strada religiosa della carità. Abbi carità verso Dio, amandolo senza limiti; verso te stessa, calpestando la tua natura e abbracciando quello che ti suggeriscono i tuoi superiori; verso le tue sorelle, con molto compatire, soavemente correggere ed aiutare le deboli, col mostrarsi sempre ilare e mansueta con tutte; verso i tuoi prossimi, mostrandoti pronta a qualche sacrificio in loro vantaggio, ritenendoti sempre indegna di lavorare per il loro bene. Per strada lunga, spinosa ed ingombra, io intendo parlare di quegli spiriti legati e scrupolosi che, pel timore di far male o di essere troppo indulgenti con gli altri, credendo con ciò         

  

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d'addossarsi i difetti altrui sulle proprie spalle, sono sempre incerte e dubbiose, parendo loro necessarie le lunghe conferenze, i molti consigli, e non capiscono che la carità non risulta dal lungo palare, ma bensì dal mettere in pratica ciò che si è udito.

16. O Figlie del Signore, io non vi parlerei che di dolcezza, perché con la dolcezza si cangiano le fiere in mansueti agnelli... Il vostro spirito assai acquisterà con la sua santa dolcezza, poiché la nostra natura, alle volte, anche in via di bene e per zelo, si contrista e sente di dover fare molta violenza nel trattare con dolcezza quelle consorelle con le quali sembrerebbe cosa ragionevole e virtuosa il diportarsi con severità. Quindi, a vostra consolazione, vi dico che ogni qualvolta farete grande gusto a Gesù, ed Egli, generoso, voi pure tratterà con dolcezza. Oh beate voi, se gusterete le dolcezze di Gesù! Certamente ogni peso vi sembrerà leggerò ed ogni sacrificio una consolazione.

17. L'albero della croce è il vero albero della pace; la sua radice è l'umiltà; l'asta della pianta è la purità , i rami, ossia il traverso, è la carità. Piantate, vi prego, o buone Suore, questo fecondissimo albero e, a misura che si sprofonderà con le radici, sarà fecondo di fronde, di fiori, di frutti. Voi fortunate! Allora potrete dire di gustare un anticipato Paradiso nell’esilio e una grande gloria nella Celeste Gerusalemme.

18. Figliuole di Dio, guardatevi bene dai mali umori, dalle malinconie, dagli scrupoli, perché potrebbero essere motivo di omettere quel bene che il Signore da voi pretende e per il quale vi somministra le grazie necessarie. Se non corrisponderete alla Sua bontà , vi fare usurpatrici della Sua gloria. Di più , invece di camminare avanti, correrete indietro, e il Signore vi farà provare tanta difficoltà e tanto peso che, a vostro svantaggio, dovrete confessare essere più facile il cammino virtuoso, e assai più aspro e difficile il difettoso.        

  

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19. Vi sono delle anime che passano quasi tutta la loro vita sotto il bersaglio delle tentazioni. Con loro voi dovete usare molta carità o, per meglio dire, gran misericordia. E se le vedrete commettere molti difetti e non praticare quelle virtù proprie della vostra Regola, non scandalizzatevi, ma umiliatevi, pensando che se voi foste nello stato loro, commettereste non solo difetti, ma soccombereste nella tentazione. Di più , per codeste anime, dovrete avere grande stima, pensando che, agli occhi di Dio, saranno forse più sante di quello che voi non credete, e che voi non siete.

20. Le superiore e le maestre devon veder tutto, correggere poco e castigare pochissimo.

21. Quelle che hanno da guidar anime, devono propriamente vestirsi di Gesù Cristo, e pensare che s'addossano non solo la cura del corpo, come le madri naturali, ma bensì quella dell'anima, cosa assai delicata, poiché Gesù Cristo chiamava le anime “pupilla dell'occhio suo”. In questa affermazione di Gesù Cristo quante lezioni!... Anzitutto di carità e di dolcezza. Infatti, se praticherete la carità di Gesù Cristo, vi sentirete obbligate a compatir tutte, e penserete che le vostre dipendenti hanno la loro natura, e perciò bisogna trattarle con la massima dolcezza e con gran carità ... Persuadetevi che ci vuol tempo per ridurle come voi volete. Anche in questo vi gioverà guardare Gesù; come Egli tratta voi instancabilmente, così voi non vi perderete d'animo del non veder subito nelle vostre dipendenti l’avanzamento nella virtù. Bisogna cercare di avere dolcezza di dentro e di fuori, prefiggendoci d'imitar San Francesco di Sales.

22. Non temete mai d'essere troppo indulgenti; è meglio eccedere in questo che trattar con durezza. Ogni asprezza strazia e guasta l'opera del Signore. Allorquando vi troverete al tribunale di Dio, se mai avesse a rimproverarvi di troppa indulgenza, potrete rispondere: “Ho imparato da Voi, buon Gesù!” Ma, se il rimprovero sarà per troppa durezza, non avrete scusa; dovrete da voi stesse condannarvi.        

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23. Se volete camminare assai nella via della perfezione, dovete cercar sempre di far ciò che è contro la vostra volontà , e umilmente vivere secondo l'obbedienza dei vostri superiori. Ed è così che voi, di giorno in giorno, profitterete nello spirito; che avrete con voi un mezzo di vivere con grande purità d'intenzione e con santa libertà di spirito; che ciò che farete sarà di grande merito, unendovi mattina e sera al vostro Gesù con un bell'atto d'abbandono, simile a quello ch'Egli fece nel Getsemani e sulla Croce: che avrete la ricompensa più bella e desiderabile, che mai si possa avere su questa terra, cioè sarete certe di fare la volontà di Dio, e di essere ferme e robuste nelle tentazioni. “Le tentazioni non ci devono far timore; le potremo vincere facilmente: diffidando di noi, non avvilendoci, pregando: dobbiamo poi avere coraggio, e ravvisare la nostra confidenza in Dio e nella Santa Madonna”.

24. Buone Suore, amate il patire, e desiderate di morire per la gloria di Gesù Cristo e della sua Santa Chiesa. Beati quelli che patiscono insieme con Gesù Cristo e nel nome di Gesù Cristo! “Gesù si ama e si serve in croce, e chi non lo ama e non lo serve in croce, non lo ama e non lo serve affatto”. E così della Chiesa: la Chiesa, il Papa, i Vescovi, le Anime: si amano e si servono in croce; il patire è la via del Paradiso, e la croce è il trofeo della nostra vittoria, è il trono da cui si regna e si trionfa con Gesù Cristo.

25. La Beata Maddalena Sofia Barat, Fondatrice delle Religiose del Sacro Cuore, aveva un profondo ossequio verso la Chiesa e diceva che “tutto quello che riguardava la Santa Chiesa le stava più a cuore di ogni privato e pubblico avvenimento, lietissima di santa gioia pei suoi trionfi, o ricolma di tristezza pei dolori di lei”. E, nel regionar del Papa, le fluivano spontanei dal labbro i termini della più tenera e profonda venerazione. “Non parliamo dei dolori nostri”, scriveva alle Sue Suore quando Pio IX, nel 1848, aveva       

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dovuto rifugiarsi a Gaeta, “non parliamo dei dolori nostri, ma di quelli del Santo Padre”.

26. “Il Papa è il dolce Cristo in terra”, diceva S. Caterina da Siena.

27. La grazia e la benedizione del Signore e Dio nostro Gesù Cristo sia con tutte voi!  

Amen.