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[Da copia dattiloscritta – con correzioni ed aggiunte di Don Orione]
Durante la malattia e la morte di Sua Emin.za Rev.ma Il Card. C. Dalmazio Minoretti Arcivescovo di Genova
Quando,
il 3 Marzo, si sparse improvvisa la notizia che lo Eminentissimo
Card. C. Dalmazio Minoretti, Arcivescovo di Genova, era gravemente
malato, Don Orione, il quale, anche
in queste
nelle
ultime settimane aveva potuto dare al cuore di Sua Emin.za una
consolazione non piccola, si affrettò ad ordinar preghiere, e
telegrafava tosto al Rev.mo Mgr. Marchesani, Segretario
dell’Eminentissimo, esprimendo tutto
il suo dolore, e assicurando che non solo il Piccolo Cottolengo di
Genova, ma tutti i figli della Divina Provvidenza avrebbero pregato,
- e, intanto,
umiliava a
sua Eminenza
al
venerato Presule
voti di guarigione e devoti conforti.
Ai
Sacerdoti e ai Chierici della Casa Madre di Tortona poi,
raccomandando preghiere,
presentava sua eminenza
suppliche
a Dio e Sante Comunioni
per il Sigr.
Card. Minoretti, ne parlava come di insigne
benefattore della
Congregazione della Divina Provvidenza.
E
nei giorni che seguirono mandava
a prendere notizie
si
informava di continuo dell'andamento della malattia.
Al
Piccolo Cottolengo di Genova, ma
anche
come
nella
Casa Madre di Tortona furono ore di letizia quando, qualche giorno
prima della morte di Sua Emin.za Don Orione diede lettura di una
lettera ricevuta
da Mgr. Marchesani, che gli dava
portava
migliori notizie dicendo che “Sua
Emin.za si avviava verso una discreta ripresa di salute”.
E la lettera aggiungeva: “A
nome dello stesso mio Eminentissimo Signor Cardinale Arcivescovo
ringrazio sentitamente di tanto vivo e cortese interessamento nella
dolorosa circostanza, e degli auguri inviati, evidentemente efficaci,
che Sua Emin.za ed io ricambiamo centuplicati ed a pieno cuore,
invocando dal Signore ogni migliore benedizione per Lei e per tutte
le sue opere di carità”.
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Di
questa buona lettera, che apriva
il cuore a ben sperare disponeva
dava
tanto a sperare,
Don Orione dava anche
pure
lettura, dopo
la
alla
Messa che Domenica, 13 corr. egli
aveva
ha
celebrato in Genova, ai Benefattori del Piccolo Cottolengo,
raccomandando sempre
di voler
continuar a pregare per l'Emin.mo Arcivescovo.
Quando,
invece,
nel pomeriggio di Domenica stessa, e
anzi
pochi momenti prima ch’ei
lasciasse Genova, venne
a sapere
gli
giunse la luttuosa notizia
che Sua Emin.za era spirato nel bacio del Signore, poco
prima,
alle 16.I5. Fece
a tempo ad ordinare
subito
alle
Case del
Cottolengo
di Genova che si facessero larghi suffragi.
Lunedì
fu
poi si
recò
in Arcivescovado a visitare e
a pregare davanti a
la Salma benedetta e a pregare la pace e la luce dei Santi all’Anima
grande
compia
non
mai abbastanza compianta
del Pastore e del Padre della Chiesa Genovese.
E con i suoi poveri del Piccolo Cottolengo di Genova con le nostre Suore, Chierici e Sacerdoti intervenne ai solenni funerali.