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[Brano di lettera]

Noi viviamo in tempi incerti, passionati e mutevoli, e quindi non intendo che le opere di carità, che vanno sorgendo per opera della mano della Divina Provvidenza sui miei passi, siano costituite in forma giuridica.

Stiamo anzi, insieme col Venerabile Don Bosco, con Don Guanella, col Venerabile Ludovico da Casoria e altri uomini di Chiesa e al tutto devoti alla Santa Sede, che il dare alle nostre opere di carità vita giuridica sia come costringere un bambino in un cerchio stretto, impedendone lo sviluppo.

Sono opere che si fermano e si fossilizzano: non c’è Dio, almeno in generale, e per quanto conosco, è sempre così!

A rendere durature le opere del nostro sudore, penserà la Provvidenza di Dio: maledictus homo, qui confidat in homine.

Gli uomini finiranno col mangiare tutto e isterilire tutto, e dello spirito della Divina Provvidenza poco o nulla rester!