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[Da foglio stampato]

        Tortona, 9 Marzo 1906

Foglietto II - II.a Dom. di Quaresima.

Preghiamo!

Dio é nostro padre. E noi, suoi figli, non abbiamo niente da dirgli?

Dio é padrone di tutte le cose. E noi, così poveretti, non abbiamo niente da domandargli?

Dio ci ricolma ogni momento di amorevoli benefizî. E noi non sentiamo il bisogno e il dovere di dirgli grazie?

Dio é nostro giudice, e noi tante volte parliamo ed operiamo contro la sua santa volontà; e poi non sentiamo la necessità di chiedergli perdono e di pregarlo che non ci condanni?

Aveva ragione S. Filippo Neri che diceva: quando sto alcun tempo senza poter pregare, mi sembra di diventar bestia.

Infatti sono le bestie che godono i benefizi di Dio, e non pensano mai a Lui.

La preghiera é la più nobile occupazione dell'uomo sulla terra. Chi prega entra in comunicazione col Creatore, coll'Onnipotente... Non mai come quando preghiamo sentiamo veramente di essere i figli di Dio... I figli parlano e chiedono...il Padre risponde e dona. L'uomo che non alza gli occhi al cielo, li abbasserà alla terra...

«Cane d'un cristiano! ripeteva ogni giorno un turco ad un ufficiale europeo fatto prigioniero. - Una mattina l'ufficiale stanco di udirsi insultare in tal modo da un barbaro,

gli disse con isdegno: perché mi chiami cane? Son tuo prigioniero, ma son uomo come te e più di te. - Tu un uomo, rispose freddamente il turco, tu un uomo?

Ma se in tanti mesi non ti ho visto una sola volta a pregare!

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Infelice chi non prega! Egli non ha Iddio con sé . Nelle lotte della vita, nelle amarezze, nella povertà , nelle malattie, nell'abbandono degli amici e dei parenti, di fronte alla morte egli é solo....

Ogni giorno le gazzette portano nomi di persone che, stanche della vita, vi pongono fine coll'orribile delitto del suicidio.

In qualche caso si tratta di alcuni pazzi, ma, in generale, si tratta di persone, che, perduto da anni l'uso di pregare, in un momento di dolore, davanti ad una disdetta, trascinati da una passione, non seppero far ricorso a Dio, che avrebbe dato loro aiuto e forza.

E qual sarà la loro sorte nell'eternità?

Beato chi prega! Egli é assistito continuamente da Dio, e colla forza che gli viene dal cielo vince le tentazioni, supera le prove. Non vi é dolore che la preghiera non riesca a raddolcire.

Silvio Pellico, ancor nel fiore della gioventù, eppure già così glorioso nelle sue opere, d’un tratto é tolto alla famiglia, agli amici, al mondo tutto, a sé stesso, e per dieci

lunghi anni é costretto a vivere segregato in una cella...

Come poté egli reggere a tanto e sì lungo martirio, e conservarsi alla patria cui doveva ancora regalare libri come Le mie prigioni, - I doveri degli uomini?

Come poté conservarsi così buono e mite, e non dir mai parole acerbe neppur contro i suoi carcerieri? Silvio Pellico in carcere pregava, e la preghiera fu la sua forza e la sua salvezza.

Non sono molti anni che un avvocato napoletano, abbandonata già da tempo ogni pratica di religione, entrato in sette tenebrose e combattuta con ogni possa la Chiesa, stanco alfine e disilluso, agitato da rimorsi non trovava più pace. Un giorno uscì di casa col proposito disperato di troncare i suoi giorni.

Giunto al momento terribile, una voce amica gli risuonò all'orecchio: prega Maria e sarai salvo. Quell'uomo accolse l'invito, e così come si trovava, in mezzi ai campi, piegò le ginocchia a terra e lanciò al cielo il grido dell'anima sua....

  

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E il cielo rispose, coll'infondergli sull'istante in cuore soavi speranze....

È l'avv. Bartolo Longo, il fondatore del Santuario di Pompei, l'Apostolo del Rosario, il Padre di tante povere orfanelle, l'educatore dei figli dei carcerati.

Nessuno ci vuole più bene di Gesù. Ebbene sentiamo quello che Egli ci dice nel Vangelo: «Pregate, bisogna sempre pregare».«Vegliate e pregate per non entrare in tentazione, poiché lo spirito è pronto, ma la carne é debole». «Tutto quello che domanderete al Padre in nome mio, lo otterrete». «Se due di voi si troveranno d'accordo nel chiedere qualche cosa, io ve lo assicuro, la otterrete». «Non ricevete perché non domandate…

Se uno di voi avrà un amico e andrà da lui a mezzanotte dicendogli: «Amico, prestami tre pani, perché un amico mio é arrivato dal viaggio in casa mia, e non ho niente da apparecchiargli» e quello, rispondendo di dentro, dica: «non mi dar noia, l’uscio é già chiuso, e i miei figli sono coricati con me; non posso levarmi a darti niente!» Se l'altro continuerà a picchiare, vi dico quand'anche colui non si levasse a darglieli, perché é suo amico, tuttavia per l'insistenza si leverà a dargliene quanti gliene abbisognano…

E io dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; picchiate e vi sarà aperto.

Infatti chi chiede riceve, chi cerca, trova; e a chi picchia s'aprirà .

E se tra voi un figlio domanda del pane al padre, gli darà un sasso? E se un pesce, gli darà invece del pesce un serpe? E se chiederà un uovo, gli darà uno scorpione?

Se voi dunque, benché siete cattivi, sapete far buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il Padre dal Cielo darà Spirito Santo a chi glie lo domanda!»

Lo stesso N. S. Gesù Cristo dice ancora che vi é un genere di demonî che non si scaccia se non coll'orazione e col digiuno.

  

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Dice un tale: Io non prego perché non credo.

Tu non credi?… Vorrai dire che hai dei dubbi, perché nessuno ha mai avuto la certezza nell'incredulità . Voltaire stesso, quel grande empio, che spese tutta la vita nel combattere la Religione cattolica, scrivendo in confidenza ad un amico gli confessava che non aveva mai potuto convincersi proprio davvero che l'inferno non esistesse.

Alessandro Manzoni, avuta un'educazione cristiana in famiglia, recatosi a Parigi, conversando coi falsi scienziati, aveva come perduta la fede e abbandonata la virtù. Ma l'anima sua intelligente e retta non trova pace. Un giorno agitatissimo, entra in una chiesa, e inginocchiatosi prega così: Oh Dio, se tu esisti, fammiti conoscere. Da quel giorno cominciò Iddio ad illuminarlo e Alessandro Manzoni divenne il difensore ed il poeta del cattolicesimo.

Ora nei tuoi dubbi desideri la luce, vuoi conoscere la verità ? Prega.

Dice un secondo: Non prego perché non so pregare.

Niente di più facile che pregare. Basta pensare a Dio, parlare con Lui, esporgli le nostre miserie, i nostri bisogni, i nostri desiderî.

Il Divino Maestro poi ci ha insegnata la più bella di tutte le preghiere, quella che esprime tutto ciò che noi possiamo desiderare e chiedere a Dio: il Pater noster.

Il medesimo Maestro Divino ci ha insegnato come dobbiamo pregare nelle tribolazioni: «Padre, se é possibile, passi da me questo calice, però non la mia, ma la tua volontà sia fatta».

E quanti libri di preghiera c'insegnano come intrattenerci con Dio!

Un terzo si scusa così: non prego perché non ho tempo.

Oh! si richiede molto tempo per dire un po’ d’orazioni al mattino e alla sera, per pregare in tempo della Messa? Si può pregare senza interrompere i lavori, anche solo col cuore....

Vi sono 168 ore nella settimana, e non ne troverete una da dare a Dio, da pregare Dio?

  

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Non manca chi dice: non prego perché non ci provo nessun gusto.

Ciò avviene perché non preghi di cuore: borbotti parole e parole, ma non pensi a ciò che dici.

Vi é ancora chi si lamenta: ho provato a pregare, ma non ho ottenuto niente.

Risponde S. Agostino: o hai domandato cose cattive, o almeno per te nocive, o hai domandato malamente, cioè senza fiducia, senza umiltà , senza perseveranza.

Molte volte crediamo che Iddio non ci abbia esauditi, mentre Egli ci ha già preparato grazie ancora maggiori di quelle che gli abbiamo domandato.

Con revisione ecclesiastica