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[Da Copia dattiloscritta]
Cassano Jonio, (Cosenza)
il I febbraio 19I6
Mio caro Don Ghezzi,
Ricevo qui la tua gradita lettera del 29 gennaio.
Come vedi, mi trovo fuori e abbastanza lontano da Roma, e di qui non posso
lavorare per te come tu vorresti, e con la sollecitudine telegrafica che tu vorresti, e che anch’io vorrei, in qualche modo.
Ma se anche fossi a Roma, non potrei fare subito quanto desideri, e ciò perché temerei di nuocerti ora, più che giovarti, a voler far subito.
Tutto quello che potrò, sta tranquillo, caro Ghezzi, che lo farò e con molto affetto; ma, pel momento, conviene aspettare. Molto sa un uomo che sa aspettare.
Non parlare troppo, ma taci, prega molto e lavora più che puoi, come un facchino di Dio e delle anime, e non avere fretta: la fretta non viene mai da Dio, ma dal principio contrario.
Tutto andrà a posto, ma devi avere pazienza, e devi operare senza ansietà , ma da Sacerdote di vero spirito di Gesù Cristo, con pacatezza e serenità , - senza più fermarti, neanche col pensiero, a chi ha tentato [di] farti del male; ma fare del bene a tutti, vincere tutti col bene, colla tua fede, colla tua opera savia e santa, colla carità che copre tutto, e che dà luce e vita a tutti, anche ai cattivi e ai morti.
Quando sarà l'ora, Iddio e i tuoi Superiori vedrai che ti accontenteranno, e anch'io lavorerò con piacere grande e a quattro mani.
Qualche giorno fa ho potuto scrivere da Roma una buona parola di conforto a Zuccarini, che era partito da Roma un po’ triste, tu lo sai, e fu per me una vera gioia.
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Dunque, caro mio Ghezzi, coraggio, e fa del bene, del bene sempre, del bene a tutti, e prega la Madonna SS., ed abbi confidenza nel Signore. Non c'è nulla di più caro al Signore che la confidenza in Lui; sento che Dio ti aiuterà molto, se farai così: a fidarsi di Dio non si falla.
Mi sono permesso scriverti tutto questo, perché ti amo molto in Domino, come un mio antico figliuolo!
Prega per me che sono sempre il tuo antico aff.mo
Direttore